Il MAAT, il nuovo museo di arte, architettura e tecnologia, situato sulle rive del fiume Tangus a Belém – quartiere da cui partirono i primi grandi esploratori portoghesi – è un edificio che si protende verso l’esterno. Instaurando una relazione completamente nuova con il fiume e il mondo in senso più ampio, il museo si presenta come un edificio possente ma nel contempo sensibile, una struttura ribassata che esplora i punti di convergenza tra arte contemporanea, architettura e tecnologia.
Il nuovo edificio è il fulcro del più ampio piano elaborato dalla EDP Foundation, che prevede la realizzazione di un campus dedicato all’arte, di cui faccia parte la riqualifica della vecchia centrale elettrica Tejo.
Con una struttura che si fonde con il paesaggio, il museo è pensato per permettere ai visitatori di camminare sopra, sotto e dentro l’edificio, che si trova al di sotto di un arco dalla curvatura gentile, al di sotto quindi, di una delle più antiche forme geometriche impiegate nell’architettura occidentale.
Il tetto diviene un ambiente esterno, un collegamento fisico oltre che concettuale tra il fiume e il nucleo della città, un luogo in cui i visitatori possono dare le spalle al fiume e godersi la vista sulla città, in cui vedersi un film la sera, seduti sui gradoni e con Lisbona a fare da fondale. Al di sotto della copertura del tetto, gli ambienti espositivi si presentano come un’estensione degli spazi pubblici, ambienti tra loro collegati in maniera fluida, con spazi di collegamento pensati per essere vissuti, per favorire l’interazione nel punto d’incontro di tre diverse discipline. Tali spazi sono complementari alle gallerie ricavate nell’edificio della ex centrale elettrica Tejo. Rifacendosi alla ricca tradizione artigiana e di arte ceramica, la facciata dell’edificio presenta circa 15.000 piastrelle in vetro craclé, piastrelle che conferiscono movimento alla facciata e danno vita a una superficie complessa, i cui riflessi creati da acqua, luce ed ombra, sono in continuo mutamento. Il tetto aggettante, oltre a creare una piacevole ombreggiatura, consente di portare la luce, che si riflette sull’acqua, fin dentro l’edificio.

architects AL_A
principal Amanda Levete
project director Maximiliano Arrocet
team Fernando Ruiz Barberan, Mirta Bilos, Alex Bulygin, Grace Chan, Sara Ortiz Cortijo, Alice Dietsch, Ciriaco Castro Diez, Yoo Jin Kim, Ilina Kroushovski, Michael Levy, Cristina Revilla Madrigal, Stanislaw Mlynski, Ho-Yin Ng, Giulio Pellizzon, Raffael Petrovic, Chloe Piper, Filippo Previtali, Arya Safavi, Maria Alvarez-Santullano, Joe Shepherd, Paula Vega, Konstantinos Zaverdinos
client Fundação EDP
local architect Aires Mateus e Associados
total building area 7,400 smq
total exhibition space 2,855 sqm


158 – nextGen infrastructure

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