Chiara Scalco: Negli ultimi anni abbiamo trasformato e modificato le nostre abitudini di vita. Quali conseguenze hanno portato questi cambiamenti nella vostra attività e nella progettazione di nuovi prodotti e sistemi?
Monica Graffeo:
In realtà la nostra attività era già impostata molto su relazioni network, con momenti di incontro in studio e altri invece a distanza. Per cui per noi il passaggio non è stato traumatico; ciononostante, è stato difficile quando abbiamo dovuto smaterializzare il lavoro e sentirci esclusivamente in modalità a distanza. Però crediamo nel lavoro flessibile, soprattutto quando questo ci permette di avere un migliore rapporto qualità della vita-lavoro. Nella progettazione abbiamo avuto diverse conferme nei confronti di ragionamenti fatti in passato e che ci sembravano per tanti versi prematuri. Come quando abbiamo disegnato il letto Frame per Twils: un letto che poteva fare da divano ed essere concepito come momento di divisione degli spazi, quando si vive e si lavora in un monolocale in una grande città, per esempio. Diciamo che il nostro approccio al progetto, che parte dall’osservazione della società e delle sue evoluzioni, ci aveva messo sulla pista giusta; la pandemia ha velocizzato processi che si sarebbero sviluppati più lentamente. Altra conseguenza è che ora in realtà è più facile confrontarci con le aziende, perché stanno capendo sempre di più l’importanza di una visione, al di là del prodotto, e questo rientra molto bene nel nostro modo di progettare.

monica graffeo intervista

C.S.: Per tutti, al primo posto oggi c’è il benessere e l’innalzamento del comfort domestico. Come i vostri progetti concorrono a migliorarlo e quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per vivere in luoghi sostenibili, sicuri e confortevoli?
Monica Graffeo:
Lavoriamo a questi temi da sempre: nell’ambito del bagno abbiamo lavorato spesso attorno alla questione del design for all con EverLifeDesign; con Caccaro abbiamo lavorato attorno alla questione della valorizzazione degli spazi attraverso gli arredi e i sistemi; con Birex abbiamo affrontato temi come la lavanderia con un taglio più psicologico di approccio felice a un’operazione non proprio desiderata come quella di pulire e riordinare. Per rendere uno spazio adatto alla nostra vita dobbiamo considerare attentamente la qualità percettiva dei materiali che utilizziamo, perché questi interagiscono con la nostra percezione portandoci a provare piacere o insofferenza: un materiale non è solo una texture o un colore, ma anche odore e modalità di reazione correttamente al suono senza trasformarlo in rumore. È molto importante considerare il nostro bisogno di luce, non solo in termini funzionali per vedere, ma anche per percepire correttamente: uno spazio con più fonti luminose, morbide, regolabili è migliore rispetto a uno spazio con un’unica fonte luminosa che appiattisce i volumi e la matericità. Se poi riusciamo a far entrare la luce naturale meglio ancora.

C.S.: La tecnologia è uno dei fattori di grande cambiamento delle nostre vite. Una tecnologia che ha rivoluzionato i luoghi più privati trasformando in parte le funzioni tradizionali e cambiando le regole del gioco. Come questo tema ha condizionato il vostro lavoro?
Monica Graffeo:
La tecnologia deve riappacificarsi con l’umanesimo. La tecnologia è fondamentale, ma è la sua gestione in termini di umanità che ne fa la differenza. È un tema molto difficile da trattare, sia per il suo agire a livello sociale (cambia il modo di comportarsi della gente e le dinamiche relative), sia per il suo essere impattante in uno spazio, rubandogli spesso la naturalezza e la poesia. Dobbiamo lavorare ancora molto su questo fronte. Noi cerchiamo sempre di integrare la tecnologia nei nostri allestimenti: ci piace e ne sentiamo il bisogno, ma la vogliamo silenziosa e in armonia con l’ambiente, senza che si noti troppo o che sembri un “Ufo calato dal cielo”.

C.S.: Stare bene all’interno di un ambiente nel quale trascorriamo molto tempo come quello domestico vuol dire anche circondarsi di cose belle, di superfici e materiali in equilibrio formale, di oggetti amici. Dal punto di vista estetico quali sono le scelte che state portando avanti e i trend secondo voi più attuali?
Monica Graffeo:
Non siamo molto attente ai trend formali, ma a quelli concettuali: abbiamo bisogno di materia e natura attorno a noi, per cui vediamo sempre più gli ambienti caricarsi di materiali ricchi dal punto di vista materico e sensoriale; c’è un grande uso di piante, che ci riconnettono con la natura e creano un ponte verso l’esterno, attraverso vetrate ampie e aperte su patii, balconi gestiti a piccoli giardini, cortili. Cerchiamo una casa in cui vivere bene, non una casa da mostrare.

Intimità funzionale