area 102 | leisure

Il progetto di ridurre le ore di lavoro e distribuire l’occupazione tra più individui al fine di garantire agli stessi un’esistenza più libera e felice costituisce uno degli obbiettivi principali di molte ricerche socio-economiche che tentano, anche per via sperimentale, di individuare il giusto equilibrio tra produzione, reddito e qualità della vita. Tali ricerche partono dalla constatazione che il tempo libero e lo svago non rappresentino per l’individuo un valore assoluto da massimizzare in ogni condizione poichè l’assenza di lavoro e la mancanza totale di impegno possono creare un vuoto altrettanto dannoso quanto l’iperattività e l’incapacità o impossibilità di svolgere attività diverse da quelle inerenti la propria professione. Inoltre nella condizione contemporanea il tempo libero segue le leggi del consumo pertanto richiede un impegno economico che inevitabilmente finisce per costituire una discriminante sociale anche in relazione allo svago. Partendo da queste premesse, di seguito approfondite quali estrapolazioni sintetiche dal volume “L’utopia del tempo libero” scritto dal sociologo Francese Daniel Mothé, Area, con questo numero, compie una ricognizione disciplinare attraverso una selezione di architetture e luoghi progettati per abitare spazi temporali dedicati, appunto, al tempo libero; pertanto diversi dalla casa, dal lavoro, dai servizi.  Marco Casamonti

....agli scenari del tempo libero

Se si vuole discutere seriamente del tempo libero … bisogna per prima cosa capire che cosa s’intende esattamente  con questo termine. Immaginiamo che esso rinvii all’insieme del tempo passato fuori del lavoro: comprenderebbe allora il sonno, il riposo, le attività domestiche, affettive, gli svaghi e la cultura; ovvero attività eterogenee scelte in funzione del tempo che ciascuno accetta di dedicarvi. […] Ma il tempo libero può anche essere considerato come il tempo in cui l’individuo, al di fuori del lavoro, si trova privo di attività quando ha esaurito tutte le “attività libere” enumerate, sia perché è privo di immaginazione, sia perché soffre di mancanza di soldi. […] È ad ogni modo impossibile stabilire scientificamente il tempo di non lavoro necessario a un individuo. Il modo di occupare il suo tempo non dipende solo dall’individuo ma anche dal mondo in cui vive. […] La crescita del tempo libero dovrebbe soltanto aumentare il consumo d(e)i … beni. Si tratta di sapere se questa crescita non avrà effetti negativi sulla qualità dei beni, e se andrà a profitto dei più. […] I divertimenti individuali devono essere distinti tra quelli gratuiti e quelli a pagamento. In questo campo, per gli abitanti delle megalopoli si trova solo la televisione come divertimento gratuito e popolare (che può essere consumato da tutti). […] Non sono più la natura o la strada che costituiscono luoghi di divertimento popolare ma la televisione poiché, per la maggioranza delle popolazioni che abitano nelle città, il consumo visivo della natura esige dai più poveri spostamenti onerosi. Poiché gli spettacoli della televisione sono gratuiti, il loro consumo è senza limite, e il fatto che essi non implichino sforzo personale o collettivo dà loro un vantaggio enorme rispetto alle altre attività pubbliche gratuite che richiedono sforzi intellettuali. […] La diffusione massiccia dello spettacolo attraverso la televisione […] fa una grande concorrenza alle attività socializzanti. […] Non si tratta di rimpiangere il passato ma capire che non è per mancanza di tempo che gli individui non socializzano e restano solitari: è perché le tecniche ludiche disponibili esercitano la loro attrattiva sulle scelte individuali. Perché inventare e dar prova di spirito creativo quando un prodotto dà a domicilio l’illusione di vivere con il mondo? […] Un pubblico che disponga di tempo libero chiede divertimenti che non trova nella sua attività obbligata: è dunque disponibile per tutti i prodotti che lo distrarranno, lo faranno ridere, gli procureranno emozioni, gli faranno paura, e anche lo faranno godere. […] Oggi la socializzazione di coloro che dispongono di tempo libero si effettua volontariamente e non per obbligo. Quindi si può vivere in modo solitario pur essendo perfettamente informato del mondo, ma senza doversi confrontare o senza dover contrattare alcunché con i propri simili, anzi senza dovere immaginare una forma qualunque di comportamento sociale. Basta un televisore, un minitel e, pur restando a casa propria, ci si possono fare consegnare gli spettacoli, i pasti e tutti i prodotti esistenti sul mercato. […] Lo sviluppo dei prodotti di divertimento sul mercato, nonché la popolarizzazione delle comunicazioni a distanza favoriscono i prodotti ludici individuali a scapito dei prodotti socializzanti, e questo grazie al semplice gioco dei prezzi. Uno spettacolo alla televisione è gratuito; un concerto, un posto al cinema, al teatro, un posto in uno stadio sono inaccessibili per coloro che hanno i redditi più bassi poiché il mercato è il più efficace sistema di selezione del divertimento. […] Nelle nostre società, la popolazione non manca di desideri di consumo: questi sono immensi e continuamente alimentati dalla pubblicità; sono i mezzi finanziari degli individui che mancano per accedere ai divertimenti disponibili. La rivendicazione dei salariati […] può essere interpretata in questo modo: essi vogliono più denaro per meglio utilizzare il tempo libero. […] Quando si parla di tempo libero ci si riferisce a tempi diversi a seconda dei redditi e a seconda dei livelli di cultura, poiché il tempo libero non è lo stesso per tutti. […] Si dispone di possibilità di accesso ai beni del tempo libero tanto maggiori  quanto più si lavora. […] I nuovi bisogni di svago nascono dal tempo libero disponibile e […] coloro che non hanno tempo disponibile consumano meno. […] L’aumento del tempo libero apre la strada a nuovi media: radio, televisione, cd e ora Internet. Contrariamente all’apparenza, questi nuovi strumenti operano in modo più selettivo la separazione sociale tra poveri e gli altri, e investono sempre di più lo Stato per aiutare quanti restano esclusi dal festino. L’aumento del tempo libero si accompagna ad un paradosso: con la massificazione e l’evoluzione delle tecniche bisognerà sempre più regolamentare, contingentare, controllare l’utilizzazione di questo tempo che sarà veramente libero solo per coloro che potranno pagare il prezzo.