“Lady Galala è una ragazza che cambia carattere, atteggiamento, comportamento a seconda della situazione. Può essere sensuale, elegante e misteriosa senza essere mimetica”
Gianluca Peluffo

Un progetto facilmente personalizzabile, una lampada dalle molte configurazioni, sia per quanto riguarda la forma sia per i colori, disponibile in due versioni: da interno, con il corpo in alluminio verniciato, oppure da Outdoor con il corpo in resina verniciata e con diffusore in vetro satinato. Il suo ideatore Gianluca Peluffo ed Emiliana Martinelli, Presidente di Martinelli Luce ci raccontano Lady Galala.

Davide Cattaneo: Perché hai deciso di progettare una lampada? Da quali considerazioni sei partito?
Gianluca Peluffo: L’idea è nata durante una delle tante riunioni nel deserto montagnoso egiziano di Galala, sotto a una tenda. L’idea di dialogare con il vento e con la leggerezza dei colori, quindi una lampada da esterno e da interno che fosse facile e “immaginabile” volta per volta interno, con un minimo sforzo di montaggio e rimontaggio.

D.C.: Quali sono i riferimenti che ti hanno inspirato nel disegnare e dare forma a Lady Galala?
G.P.: È uno strano cortocircuito: dalla tradizione della plastica stampata italiana, passando per un certo design nordico degli anni ‘60, per arrivare alle luci dei mercati del nord africa e del Medio Oriente. È questa ambiguità gioiosa ad averci interessato.

D.C.: Quali sono gli aspetti tecnici su cui avete lavorato per ingegnerizzare Lady Galala?
Emiliana Martinelli: Per realizzare la lampada abbiamo pensato al materiale più idoneo per una buona diffusione della luce, e a un sistema per rendere facile la sua componibilità, così da poter sostituire, cambiare e sovrapporre velocemente i tre diffusori cambiando la sua forma e colore svitando manualmente dei semplici pomelli, anche quando la lampada è già fissata e sospesa al soffitto. Sono stati poi realizzati gli stampi per poter termoformare i vari diffusori, come pure per i vari supporti per le due versioni da interno e da outdoor. Altro aspetto la scelta di utilizzare la semplice lampadina a led sostituibile facilmente per tutte e due le versioni.
D.C.: Quali i materiali utilizzati e le sorgenti luminose?
E.M.: Per questa lampada abbiamo scelto di utilizzare un materiale che desse una sensazione di leggerezza, il metacrilato satinato, con cui sono stati stampati i tre diversi diffusori che la compongono. Giocando con i quattro colori, bianco blu, giallo, arancio e con le diverse dimensioni degli elementi conici che si sovrappongono è possibile creare molte combinazioni e ottenere così lampade diverse.

D.C.: Dal punto di vista cromatico, quali i motivi delle scelte e gli accostamenti previsti?
G.P.: L’allegria e il gioco infantile: doveva essere un oggetto che potesse ripetersi affiancato una a molti altri con infinite variazioni (sono numeri fattoriali: tre pezzi montabili in n differenti configurazioni, ma ognuno potenzialmente in 5 colori differenti), ma anche momocromatico per situazioni specifiche sia interne che esterne, assumendo, ad esempio nel caso del bianco totale, un’eleganza quasi asciutta, come un vetro opalino, o, per il rosso e l’arancione, una certa luce sensuale e misteriosa.