Intervista a Christian Krapf, duka

Christian Krapf, responsabile innovazione e vendite

Qual è il rapporto che avete con il mondo del progetto e come si è evoluto negli ultimi anni. Che dialogo/confronto avete con architetti e designer e quali servizi mettete a loro disposizione?
I nostri prodotti nascono, nella maggior parte dei casi, dalle esigenze del mercato, che monitoriamo grazie a un rapporto continuativo e di qualità con i nostri partner della distribuzione. Le richieste del consumatore vengono valutate, interpretate e realizzate internamente da un team esperto, formato da designer, progettisti e tecnici. Abbiamo inserito in azienda queste competenze per garantire che ogni progetto rispetti le specificità del marchio duka: massima funzionalità, armonia delle forme, facilità di installazione e manutenzione, alta qualità dei materiali e rispetto dei processi industriali.Da anni collaboriamo con uno studio che ci segue nelle presentazioni di prodotto negli stand fieristici e nello showroom aziendale, così come nell’interior design della nostra sede, delle aree dedicate al relax, al ricevimento degli ospiti e alla convivialità.
Inoltre, gli architetti sono spesso coloro che guidano e consigliano il consumatore all’acquisto del nostro prodotto, ecco perché cerchiamo di comunicare il ‘mondo duka’ attraverso riviste qualificate e portali web.

Tra Made in italy e internazionalità, tra mercati globali e legame con i territori, tra evoluzione tecnologica e conoscenza della materia e delle sue caratteristiche. Come conciliate questi aspetti nella vostra attività?
Il Made in Italy è per noi fondamentale ed è un valore che abbiamo sempre curato e comunicato. Realizziamo tutto internamente e abbiamo un forte legame con il territorio, legame che esprimiamo anche attraverso gli investimenti che abbiamo fatto e che continueremo a fare con Industrie 4.0. Un territorio che amiamo e che rispettiamo, grazie a una politica eco sostenibile di tutti i processi industriali e dei materiali che utilizziamo. Siamo in contatto con enti, centri di ricerca e di sperimentazione proprio per cercare di essere sempre aggiornati sulle evoluzioni sia in termini di tecnologia sia di sicurezza. Abbiamo ottenuto numerosi riconoscimenti dai mercati, dove negli anni abbiamo consolidato la nostra presenza in una fascia medio-alta, per ora principalmente in Italia e nei mercati europei a noi più vicini.

Come vi immaginate la nostra vita nella città del futuro e l’evoluzione degli ambienti residenziali ma non solo?
La pandemia ha fatto emergere le nostre fragilità, non solo come individui, ma come società. Ha evidenziato le conseguenze del nostro consumismo spesso esasperato e del comportamento poco rispettoso nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse. Impareremo? Cambieremo? Difficile a dirsi, perché siamo ‘soggetti’ strani! Sicuramente, abbiamo imparato ad apprezzare nuovamente e a dare maggior valore alla famiglia e agli affetti, alla casa come luogo sicuro e di socialità, come ambiente da vivere e da condividere in relax e con serenità, a rinnovare il rispetto per la natura.
Le città avranno più spazi verdi, centri di socializzazione e di cultura, piste ciclabili e una movimentazione più rispettosa dell'ambiente, maggiori servizi dedicati alla salute del cittadino. Andranno ripensati gli spazi domestici, per renderli più ‘aperti’ e tecnologici, forse meno definiti nella loro funzione, ma più flessibili per rispondere meglio alle necessità del singolo individuo e della collettività. Mi auguro che questo periodo così complicato e doloroso ci aiuti anche a credere di più nella fratellanza. Non possiamo essere felici noi, se non facciamo qualcosa per rendere felici anche gli altri.