Colore e materia al centro del progetto

piero lissoni atlas

Il colore come filo conduttore della collezione, il rimando ad atmosfere e suggestioni metafisiche come reinterpretazione di canoni classici in chiave contemporanea, la conoscenza della materia ceramica come condizione imprescindibile per dar vita a una serie capace di interpretare le esigenze di rappresentatività e il desiderio di conferire identità a ogni spazio. Prism la nuova serie di grès porcellanato di Atlas Concorde che ripropone il caratteristico effetto grafico della resina spatolata a mano, calibrato in base a ogni formato, per definire con una texture morbida, linee sinuose e un tratto autentico. Così come la luce solare bianca si scompone nei colori dell’arcobaleno passando attraverso un prisma, la collezione Prism conferisce carattere allo spazio grazie alle infinite declinazioni e composizioni ottenute dal sapiente mix di 13 tonalità e finiture disponibili.
Abbiamo approfondito il progetto con Piero Lissoni, colour consultant d’eccezione che ci racconta le specificità del progetto.

Davide Cattaneo: Qual è il suo rapporto con il colore e come l’avete trasformato in strumento progettuale per la collezione Prism?
Piero Lissoni: In generale mi piacciono le tonalità neutre che permettono alle cose contenute all’interno di prendere la vita, il colore è un elemento complementare che definisce le architetture e cristallizza le emozioni. Quando abbiamo iniziato a immaginare una collezione di colori, siamo partiti da un elemento semplicissimo, un prisma di cristallo appoggiato su una superficie. Il prisma disegna e spezzetta la luce facendoti vedere la sua vera sostanza. Poi abbiamo immaginato come il colore potesse dialogare con lo spazio in cui vivono le persone, una spezzettatura cromatica che diventa colore per l’architettura: da un lato c’è la scala umana e dall’altra la scala architettonica.
D.C.: Quali sono gli effetti estetici che definiscono l’immagine della collezione e a quali riferimenti rimandano le atmosfere generate?
P.L.: Penso sempre da architetto, non sono un decoratore, per me sono colori architettonici che definiscono superfici, volumi, e ognuno modula la luce in maniera differente. Ho pensato ai colori del Cenacolo Vinciano e a quell’atmosfera che definirei di morbida compattezza.

D.C.: Come il concept della collezione si è confrontato con la fisicità del materiale ceramico? Quale relazione si è innestata?
P.L.:
Il materiale dà una nuova lettura del colore, così come il colore cambia il materiale. Come se fosse un affresco il colore viene incorporato in questo caso nella ceramica, si compenetrano cambiandosi a vicenda e realizzando un terzo elemento.
D.C.: Quali sono le declinazioni della collezione Prism in termini di varianti, formati e pezzi speciali disponibili?
P.L.: Se il colore è il fil rouge, che spazia dai toni caldi a nuance più fredde e contemporanee, la grafica sinuosa dell’effetto resina spatolata a mano è il dettaglio che racconta la personalità della collezione. L’ampia gamma di formati, anche nella versione 120x278 cm, e la loro modularità fra rivestimento e superficie offrono ulteriori strumenti progettuali per modellare gli spazi affinché esprimano esattamente il gusto e l’identità di chi li vive.

Nella collezione Prism di Atlas Concorde abbiamo provato a ragionare sull’effetto della luce attraverso un prisma. Questi colori sono quello che ci siamo immaginati possa essere il risultato di una luce prismatica che si trasforma in un arcobaleno. Siamo poi intervenuti su questa rifrazione luminosa per cercare di portarla sulle superfici, una spezzettatura cromatica modificata per diventare colori domestici o colori dell’architettura”.
Piero Lissoni