Apollo, tra luce e acqua

Una composizione di forme pure, un soffione per doccia dalla doppia natura, in grado di emanare luce e acqua. Scopriamo il nuovo affascinante progetto Apollo di antoniolupi con il suo designer Brian Sironi.

Chiara Scalco: Luce e acqua. Come è nata l’idea di unire le due funzioni diverse nel progetto Apollo?
Brian Sironi:
antoniolupi è stata capostipite dei soffioni a incasso con luce integrata sin dalla collezione Meteo. È stato per me naturale inserirmi in questo filone progettuale e ho cercato di ampliarlo. Apollo è un ibrido che sintetizza luce e acqua in forme pure, dove la luce è condensata in una sfera luminosa e l’acqua è veicolata da semplici tubi: il codice visivo è differente. Un altro pezzo della storia risiede nella mia frequentazione con il design degli interni: mi trovo spesso a provare empatia con gli abitanti delle case che progetto e guardando alle loro esperienze ho pensato che l’idea della fonte luminosa potesse aggiungere un valore di comfort importante alla loro vita quotidiana.
C.S.: Quali sono i materiali scelti per dare vita al “soffione luminoso”? Quali le finiture possibili?
B.S.:
Il materiale scelto è l’ottone ed è essenzialmente una conseguenza del processo produttivo: i primi pezzi sono stati realizzati in fusione e questo è stato esteso anche agli altri pezzi della collezione. Inoltre il materiale si presta a essere interpretato in molteplici finiture, non solo nero ma anche acciaio cromato, satinato, ottone, e molte di queste saranno proposte in un immediato futuro anche per Apollo. L’ottone inoltre è un materiale che può essere riciclato, così come il vetro usato per il paralume.

C.S.: La connessione tra forma e funzione sono alla base del progetto. Come sei arrivato a definire le linee di Apollo e in che modo antoniolupi ha trasformato in realtà il progetto?
B.S.:
Apollo da parete è a forma di Y e ogni “ramo” svolge una funzione specifica: trasportare l’acqua, veicolare la luce, ancorarsi al muro. Questo è ancor più estremizzato nell’Apollo da soffitto dove vi sono solo due rami: uno per l’acqua e l’altro che garantisce il fissaggio e passaggio della corrente per la luce. Tale estrema riduzione formale è la cifra stilistica che perseguo in tutto il mio percorso di progettista e vorrei che fosse sempre una sintesi feconda che produce bellezza e non austerità o privazione. Credo che Apollo davvero centri l’obiettivo di una sintesi formale fertile e attraente. antoniolupi ha accolto il progetto con entusiasmo: il giorno dopo la presentazione erano già al lavoro per renderlo realtà, raccogliendo con ambizione una sfida produttiva molto complessa, per far convivere la luce e l’acqua: raccogliere i vari passaggi fluidodinamici e i cablaggi elettrici in un solo oggetto realizzando diversi prototipi. L’intero progetto è un sistema di accorgimenti ingegnosi, a partire dal soffione a pioggia di ultima generazione che consente di avere un getto importante pur mantenendo le dimensioni dell’oggetto molto contenute, fino ad arrivare alle soluzioni adottate per far accendere la luce all’apertura dell’acqua e per il suo spegnimento dopo due minuti di utilizzo. Il tutto grazie a un’efficace e accorta miniaturizzazione dei componenti.