area 138 | MOCKBA 2.0

foto di Pietro Savorelli

Solitamente ogni numero di Area ha una lunga gestazione poiché, trattandosi in definitiva di monografie, ogni tema richiede una attività di ricerca approfondita che la redazione compie in diversi mesi di lavoro. Ciò consente di proporre interviste e saggi inediti con i protagonisti del dibattito architettonico e di arricchire, attraverso tali contributi, la necessaria raccolta di documenti e immagini, testimonianze e progetti. Tale metodo operativo che costituisce la cifra identitaria della rivista, pone Area, come è noto, a metà strada tra la rivista e il libro, e può accadere, come nel caso di questo numero, intitolato MOCKBA 2.0, che tra l’avvio del progetto (databile al dicembre 2013) e l‘uscita della rivista possano mutare alcuni scenari di riferimento. Nello specifico avevamo deciso di dedicare, dopo circa sei anni, un altro numero alla capitale della Russia (la prima monografia su Mosca, il numero 96, è del gennaio-febbraio 2008) in un quadro socio-politico completamente diverso da quello attuale; rublo stabile, economia in forte espansione, con un settore edilizio in intensa crescita, l‘esportazione dominata da una forza commerciale generata dalla richiesta globale di materie prime e di energia di cui è ricco il paese, una nuova e più preparata gestione della politica urbanistica con un giovane Chief Architect competente, responsabile di indirizzi innovativi accompagnati da una nuova visione internazionale. Ovviamente quest'ultima condizione non è cambiata, ma le tensioni e gli scontri a tutti noti hanno generato una serie improvvisa di azioni e reazioni che hanno mutato repentinamente molti dei fattori operativi degli anni precedenti: l’Unione Europea ha imposto sanzioni economiche e bloccato molte attività e relazioni commerciali con la Russia, il rublo ha perso parte considerevole del suo valore, il prezzo del petrolio è crollato, tutto questo con prevedibili ripercussioni sugli investimenti e, in particolare, sugli scenari immobiliari e sulle trasformazioni urbane in cantiere. Ovviamente fare previsioni in questa situazione di tensione internazionale risulta del tutto azzardato anche se noi non possiamo non augurarci (non potrebbe essere altrimenti) che le condizioni attuali siano lo specchio di un periodo transitorio, il più breve possibile, dove il dialogo e la discussione prevalgano rapidamente sullo scontro, tornando a nuove e più intense collaborazioni.

Viceversa si tratta ancora oggi, mentre scriviamo, di un periodo doloroso e tragico per molte popolazioni in bilico tra la volontà di autodeterminazione e poteri che niente hanno a che fare con i desideri e le identità personali. Dare giudizi senza la necessaria distanza storica e nel mezzo di una contesa dai toni aspri e drammatici appare quantomeno inopportuno, specie per una rivista che si occupa disciplinarmente di architettura e arti del progetto. Ciò che possiamo fare è contestualizzare la situazione descritta rispetto al tempo in cui la nostra ricerca si è compiuta e comprendere, ma ci vorrà tempo, quali ripercussioni le mutate condizioni politiche generali possano avere sulla particolare conformazione e sullo sviluppo della città, esiti che oggi non è dato di conoscere. Queste riflessioni sono a mio giudizio doverose, tuttavia, fatta tale premessa, sono certo che il lavoro svolto con il contributo di autorevoli protagonisti della cultura architettonica moscovita contemporanea e profondi conoscitori e frequentatori assidui di tutto ciò che ruota intorno all'architettura sovietica e nella Russia di oggi, sia assolutamente coerente e di grande interesse per i cultori di una disciplina, l‘architettura, che ha sempre dovuto fare i conti con gli scenari sociali, economici e politici. Sono altresì certo che i tempi di trasformazione della città siano di lunga durata e che la situazione descritta e auspicata, i concorsi, le collaborazioni internazionali sul piano progettuale, la crescita di un dibattito culturale aperto e positivo, possano proseguire nella direzione descritta e avviata.