area 101 | álvaro siza

È nato a Matosinhos nel 1933. È diventato architetto, piuttosto che scultore, per non contraddire il padre. Ha iniziato l’attività professionale durante gli anni di scuola, non avendo la pazienza di studiare semplicemente. Parallelamente ha lavorato con l’architetto Fernando Tàvora, cosicché ha continuato gli studi. Si è impegnato in un progetto collettivo dell’epoca: non essere tradizionalista e non ignorare le radici. Le prime opere sono state generalmente male accolte, considerate strane, quando non troppo moderne (e ciò lo ha stupito). Ha iniziato l’attività di docente come professore all’Accademia di Belle Arti di Porto. Ha lavorato per l’Associazione degli abitanti nel periodo appena successivo alla rivoluzione del 25 aprile 1974, vivendo un intenso processo partecipato. È stato bravo, creativo e rapidamente ostacolato. Ha accettato inviti di altri paesi. I primi lavori a Berlino non sono piaciuti, non corrispondendo all’aspettativa (critiche per l’assenza dell’attesa delicatezza del dettaglio, per la timidezza dell’ispirazione). Ha ricevuto, tuttavia, vari premi internazionali e conseguentemente inviti a lavorare in Portogallo, seguiti da critiche e dalla definizione di ‘esterofilo’. È di frequente considerato lento e poco energico, e ciò non manca di essere vero. Lo invitano insistentemente in giurie, concorsi, ricevimenti, esposizioni e ipotesi di lavoro. Quando ha seguito, il lavoro si trasforma in una specie di corsa ad ostacoli. Tuttavia, conserva intatta la passione per l’Architettura. Ha un desiderio, non proprio segreto, di abbandonarla per fare non sa ancora bene cosa.