architect: Teodoro Gonzáles de León
location: Mexico City
year: 2008
Il Museo sorge su un lato di una nuova piazza che funge da ingresso al Centro culturale dell’università. Con un’inclinazione di 45°, la facciata forma un portico che conduce alla Sala concerti e ai teatri del Centro culturale. La loggia a doppia altezza attraversa l’intero edificio, collegando la piazza alla biblioteca nazionale, sul lato settentrionale del complesso. In questo modo, la piazza e il Museo definiscono le relazioni esistenti tra i vari edifici del Centro culturale. Il Museo si articola su due piani. Il secondo piano, che si trova allo stesso livello della piazza, ospita le sale espositive, la reception, il negozio e le aree didattiche. In totale, comprende quattordici sale, che variano per dimensioni e altezza e sono suddivise in 4 sezioni, ciascuna delle quali costituisce un piccolo museo. Le sale sono collegate da tre corridoi interni che ricevono luce naturale dai tre cortili e dalle terrazze. I corridoi hanno la stessa larghezza (12 m), variano in lunghezza e presentano tre diverse altezze: 6, 9 o 12 m. Grazie al gioco delle tende, le quattro sale rivolte verso la facciata principale del museo vanno ad integrarsi con lo spazio della piazza. Il piano inferiore, in parte scavato nella roccia vulcanica comprende una mediateca, una sala conferenze, un auditorium con 300 posti, un bar, un ristorante, gli uffici amministrativi, i magazzini utilizzati per le collezioni temporanee o permanenti del museo, e una serie di uffici per museologi, restauratori e servizi. Tutte le sale sono illuminate con luce naturale che penetra l’edificio dal soffitto. L’illuminazione, filtrata attraverso un sistema a doppio riflesso, è avvolgente, uniforme e priva di ombre. Per questo è apprezzata dai curatori delle mostre e dai museologi. Il soffitto è dotato di tende che possono essere tirate per oscurare lo spazio espositivo. Le sale, realizzate per garantire a museologi e curatori la massima flessibilità, sono anche pensate per stimolare la creatività degli artisti. Un museo d’arte contemporanea deve infatti raggiungere questo duplice obiettivo. I volumi architettonici interagiscono con il contesto circostante. Il portico inclinato in vetro si piega verso la piazza; sul lato est, la curvatura della facciata va a smussare la spigolosità della Sala concerti. Infine, sul lato ovest, una geometria di prismi quadrati e rettangolari di diversa altezza che si affacciano sul viale d’ingresso, introduce il bianco edificio in cemento del Museo.
Teodoro González de León was born in Mexico City, on May 29, 1926. From 1942 to 1947 he studies architecture at the old Academia de San Carlos (UNAM). In 1947 the French Government grants him a scholarship and he works at Le Corbusier’s studio for 18 months. During that time, he is part of the teams in charge of the ”Unité d’ Habitation Marseille”, and the ”L’Usine Duval” at Saint Dié. He has been continuously active, since the late forties, when he returns to Mexico, first in the urban development and public housing fields, and latter in the design of large public and private buildings. Mr. González de León is to be credited, along with Abraham Zabludovsky, for the Infonavit headquarters, the Colegio de México, the Rufino Tamayo Museum, the National Pedagogical University, the extension of Banamex headquarters, and the renovation of the National Auditorium. In collaboration with Abraham Zabludovsky and Francisco Serrano, he also designed the Mexican Embassy in Brazil. Later on, he collaborated with Francisco Serrano on the Public Library and the Administrative Center of the State of Tabasco.