Chiara Scalco: Mai come negli ultimi anni abbiamo cambiato, trasformato, rivisto le nostre abitudini di vita. Quali conseguenze hanno portato queste trasformazioni nella vostra attività e nello sviluppo dei vostri prodotti/sistemi?
Elena Salmistraro:
Il cambiamento è stato drastico e necessario. Le nostre abitudini di vita hanno subito quelle trasformazioni che forse in ambito lavorativo erano già state accettate, comprese e rese routine. Penso ad esempio all’uso dei computer, alle comunicazioni a distanza, a quello che oggi viene chiamato smart working. Quindi se oggi dovessi fare una veloce analisi, potrei affermare che in ambito lavorativo è cambiato ben poco, a differenza del nostro vivere quotidiano, dove distanze e attenzioni sono diventate una componente fondamentale. Per quanto riguarda i cambiamenti nella progettazione e soprattutto nell’approccio a essa, credo che molto si riferisca all’uso della materia e alla consapevolezza che il processo produttivo oggi non può essere basato esclusivamente su basi prettamente economiche.

C.S.: Per tutti, al primo posto oggi c'è il benessere e l'innalzamento del comfort domestico. Come le vostre soluzioni concorrono a migliorarlo e quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per vivere in luoghi sostenibili, sicuri e confortevoli?
E.S.: Sicuramente questa è stata una delle conseguenze principali del lockdown: vivere a pieno le nostre abitazioni ci ha fatto comprendere quanto queste siano state fino a quel momento inadatte, trascurate e insufficienti. Personalmente non ho mai progettato degli interni, anche perché non essendo architetto probabilmente non ne avrei le competenze. Però disegno oggetti che andranno a completare gli spazi che li definiranno, attribuendogli determinate caratteristiche, e che probabilmente doneranno loro un’anima. I concetti di sostenibilità, sicurezza e comfort, in questo caso assumono connotazioni differenti rispetto a quelle di un’abitazione. Sostenibile sarà quell’oggetto/sistema che nel suo processo produttivo, dall’idea alla realizzazione, e perché no anche per la dismissione, valuti e tenga in considerazione un’infinità di aspetti, che passano dalla scelta delle materie prime, alle tecniche di lavorazione, al know-how delle maestranze, per finire con la capacità di resistere al tempo. Il comfort è un concetto soggettivo, e per quel che mi riguarda sarà sempre legato alle abitudini dell’utente finale. Non credo esista il confortevole universale, anzi probabilmente proprio l’idea che questo possa esistere ha fatto sì che si andasse nel senso diametralmente opposto. Per quanto riguarda la sicurezza degli oggetti, credo che almeno in Italia gli standard siano già da molto tempo veramente alti.

C.S.: La tecnologia è uno dei fattori di grande cambiamento delle nostre vite. Una tecnologia che ha rivoluzionato i luoghi più privati trasformando in parte le funzioni tradizionali e cambiando le regole del gioco. Come questo tema ha condizionato il vostro lavoro?
E.S.: 
Ammetto che la tecnologia è parte della nostra quotidianità lavorativa già da molto tempo. Lavorando con clienti che si trovano dall’altra parte del mondo sarebbe impensabile il contrario. Quindi all’interno dello studio non abbiamo notato o subito particolari cambiamenti, cosa che però è sicuramente avvenuta all’esterno. Questo veloce e repentino cambiamento ha accelerato questa trasformazione, a mio parere necessaria, anche per chi si dimostrava insofferente all’utilizzo di certi strumenti, e da questo punto di vista sono convinta che il rinnovamento sia stato positivo e necessario e che contribuirà in modo non indifferente a dare nuovo slancio e nuove aperture internazionali a molti settori e comparti che altrimenti rischiavano l’isolamento.

C.S.: Stare bene all'interno di un ambiente nel quale trascorriamo molto tempo come quello domestico vuol dire anche circondarsi di cose belle, di superfici e materiali in equilibrio formale, di oggetti amici. Dal punto di vista estetico quali sono le scelte che state portando avanti e i trend secondo voi più attuali?
E.S.: 
Devo ammettere che parlare di trend in relazione al design mi spaventa sempre un po’. Preferisco sicuramente, anche e soprattutto considerando il mio modo di progettare e di intendere il design, concentrarmi sull’aspetto emotivo ed empatico degli oggetti, il che mi porta a valutare con più attenzione alcuni aspetti formali, legati all’equilibrio, ai pesi, alla comunicatività della composizione stessa. La capacità degli oggetti di trasmettere felicità e di instaurare un rapporto di “amicizia” con l’utente è sempre stato uno degli aspetti fondamentali del mio lavoro. Sicuramente, ci sarà maggiore attenzione verso il materiale, le capacità realizzative e la cultura dei luoghi, e ciò avrà come risultato la riscoperta di valori e tradizioni legate alla specificità dei luoghi. Personalmente cercherò di convogliare questi aspetti ampliando e continuando ricerche progettuali avviate qualche anno fa, come nel caso di Lisetta per Bottega Intreccio, o dei pannelli decorativi Caltagirone e Monreale disegnati per Lithea.