architect: Jean Nouvel

location: Doha - Qatar

year: 2019

Il Qatar è una giovane nazione del Golfo Persico, una penisola, una lingua circondata dall'acqua dove il deserto arriva fino al mare abitato da un popolo arabo nomade che si stabilì in questo deserto marittimo.

Alcuni divennero pescatori, altri cacciarono le perle. Alcuni guardavano ai tesori nascosti della nazione, alle risorse che giacevano sotto la sabbia o sotto il mare. Altri, ispirati dalla posizione centrale del loro paese nel Golfo, cominciarono a parlare, a comunicare, a raggiungere l'esterno. L'impulso per questa metamorfosi è venuto da Doha. Basta uno sguardo alle fotografie di Doha degli anni Cinquanta e Sessanta per capire quanto questa parte del mondo sia cambiata. Da piccolo villaggio è diventata una capitale. Cosa c'è di più naturale, allora, del desiderio di testimoniare, di parlare di identificazione, dell'identità in evoluzione di questo paese che si rivela sulla carta sensibile della storia? E cosa c'è di più logico che dare espressione concreta a questo processo di identificazione in un Museo Nazionale del Qatar che metterà in relazione la geografia fisica, umana ed economica del paese, insieme alla sua storia?

@iwan baan

Un luogo era simbolicamente destinato a svolgere questo ruolo: la culla della famiglia Al Thani a Doha; un modesto, nobile e semplice palazzo da cui è partita questa avventura del Novecento. Si erge all'ingresso sud della città, la porta urbana più frequentata e accoglie anche i visitatori che arrivano dall'aeroporto.

@iwan baan

il progetto di Jean Nouvel, inizialmente abbinato allo studio programmatico, ha portato alla luce il paradosso di fondo di questo progetto: mostrare ciò che è nascosto, svelare un'immagine che svanisce, ancorare l'effimero, mettere il non detto in parole, rivelare una storia che non ha avuto il tempo di lasciare un'impronta mentale; una storia che è un presente in volo, un'energia in azione. Il Museo Nazionale del Qatar è la prova dell'intensità di questa energia. Naturalmente ospiterà i tradizionali reperti geologici e archeologici; naturalmente le tende, le selle e i piatti testimonieranno la vita nomade; naturalmente ci saranno gli utensili, le barche e le reti dei pescatori. Ma soprattutto, però, susciterà una consapevolezza che solo altrimenti si potrebbe incontrare, vissuta, dopo mesi trascorsi nel deserto, alla ricerca delle particolarità che sfuggono alla nostra comprensione, tranne quando i capricci del tempo e della natura lo permettono. Oppure in elicottero o in fuoristrada per scoprire i contrasti e i tratti di spiaggia della penisola del Qatar. Tutto in questo museo funziona per far sentire il visitatore il deserto e il mare. L'architettura e la struttura del museo simboleggiano i misteri delle concrezioni e delle cristallizzazioni del deserto, suggerendo lo schema ad incastro dei petali di rosa del deserto.

@iwan baan

Un popolo nomade costruisce la sua capitale e ne parla attraverso questo monumento emblematico costruito con i più moderni strumenti di costruzione (acciaio, vetro e fibra di cemento), e comunicherà attraverso il cinema ad alta definizione, integrando i movimenti dei visitatori nella sua museografia: questo museo è un moderno caravanserraglio. Da lì si parte per il deserto e da lì si torna indietro portando con sé tesori: immagini che rimangono per sempre impresse nella memoria.