architect: Moreno Zurlo, studio A.c.M.e.

location: Soave (Vr)

year: 2022

Approcciare con naturalezza e rispetto l’elemento terra. Per la famiglia Pieropan è una regola. E così, alle pendici della Rocca medievale di Soave, nelle scorse settimane è stata inaugurata la terza azienda vitivinicola del gruppo veronese: la Cantina Leonildo Pieropan. La struttura diventerà un vero e proprio polo operativo per i Pieropan, che contano su una storia che affonda le radici nell’Ottocento e su una visione proiettata al futuro, affidata alla quarta generazione Andrea e Dario, figli di Leonildo e Teresita. La sperimentazione tecnologica è sempre combinata con l'amore per la tradizione.

Per la struttura, di diecimila metri quadri, perfettamente incastonata nelle colline di Soave la progettazione è stata affidata all’architetto Moreno Zurlo, studio A.c.M.e. di Verona, il cui pensiero si è evoluto dall’osservazione della morfologia del territorio, arrivando alla decisione di sollevare un lembo del pendio e “nascondervi” al di sotto un ampio volume ipogeo su un unico livello. La cantina Pieropan è in perfetta simbiosi con l’ambiente: funzionale e razionale nella distribuzione dei locali di lavorazione lungo il prospetto sinuoso verso valle, mentre quelli di affinamento, che non hanno bisogno di luce naturale, sono ipogei. Oltre alla parte produttiva, sono state affiancate delle strutture per l’accoglienza e sale degustazione e meeting, per vivere la realtà vitivinicola a 360 gradi. Ogni aspetto della progettazione è innovativo e sostenibile: dal sistema di recupero delle acque piovane, alla regolazione naturale delle temperature in ambiente ipogeo, all’utilizzo di materiali a km quasi zero per limitare l’impatto sull’ambiente esterno e celebrare un nobile attaccamento alle origini in un territorio dove “non vi è vino senza paesaggio, né paesaggio senza vigneti”. Un progetto importante per la cui realizzazione ci sono voluti circa cinque anni.

Il vocabolario dei materiali dell’architettura è tutt’uno con le caratteristiche e l’aspetto dei terreni coltivati. In questa visione organica del progetto dove le scelte non sono mai prima estetiche, ma ispirate da analogie con quello che succede intorno in natura, si inseriscono coerentemente le finiture murarie realizzate con La Calce del Brenta nelle zone ingresso, uffici e ricezione ospiti. La finitura Contrasto (varianti Tabacco 5082 e tinta a campione tono del beige) per esempio evoca il cemento, ma è a base di calce. Dà vita a una vera superficie di cui si percepisce il potere decorativo tipico di un approccio essenziale e ricercato nella sua semplicità; la scelta delle tonalità intense gioca in opposizione con il calore del legno e la luce creando grande armonia. Ma anche le tonalità più neutre possono diventare vibranti ed emozionare quando con l’aspetto irregolare richiamano antiche memorie, mentre al tatto sono lisce e hanno la carica energetica di una materia nuova. È questo il caso della finitura Riva, nella variante colore Cashmere, che illumina le pareti di ingresso e gli uffici Pieropan. Una finitura che caratterizza lo spazio che lo circonda. Una resa perfetta grazie alla posa dell’impresa Edilia di Enrico Nali di Venezia.

Il progetto della Cantina Leonildo Pieropan è occasione per La Calce del Brenta di raccontare coi fatti una nuova avanguardia stilistica, dove la storia con i suoi materiali della tradizione dialoga con il paesaggio, di cui anche le architetture più contemporanee possono diventare parte ed essere ammirate senza essere elementi esterni e di disturbo, ma segnali di una qualità diffusa.

Per la lunga e peculiare facciata è stata utilizzata da Pietra di Vicenza estratta e lavorata da Grassi Pietre, scelta nella declinazione Giallo Dorato con finitura spazzolata e spessore
3 cm. La pietra tecnicamente è costituita da grandi lastre retinate e pre-assemblate a due a due per la realizzazione di strutture tridimensionali a forma prismatica, come da progetto dell’architetto Zurlo che intendeva evocare una barriera corallina affiorante dal terreno. Le lastre di pietra, intercalate da grandi tagli verticali di vetro, sono state montate da Grassi Pietre con una soluzione a parete ventilata, ultimata anche grazie alla progettazione esecutiva di Progest che ha saputo con maestria “invisibile” reggere i pesi e gestire la complessità del disegno. Una soluzione di sostenibilità energetica, quella della parete ventilata, avvalorata anche da altre scelte in ottica green come il recupero dell’acqua piovana, la regolazione naturale della temperature in ambiente ipogeo e l’utilizzo di materiali naturali a km zero.

L’opera ha previsto 1.400 metri quadri di rivestimento e circa 2.300 pezzi diversi di pietra, distribuiti in colonne sfaccettate e tagliati con macchine a controllo numerico dove non c’è un pezzo uguale all’altro, e dove ogni pezzo è customizzato anche sugli staffaggi di sicurezza, affinché la lastra risulti “appesa” alla struttura in acciaio retrostante. Per donare un senso di continuità monolitica alla facciata, tutte le fughe e le giunture tra le pietre sono state sigillate con appositi mastici e siliconi, colorati in tinta pietra.
In questo progetto, la Pietra di Vicenza acquisisce il suo ruolo principale di rivestimento, ma riporta altresì il luogo della nuova cantina al suo stato “ideale” di natura. I coralli, le conchiglie, le alghe e i gusci degli organismi marini che popolavano i mari della Pianura Padana di 40 milioni di anni fa, si ritrovano oggi, grazie alla Pietra di Vicenza, nel fronte della nuova cantina Leonildo Pieropan animandola di presenze. È la pietra che fa vivere la storia e non viceversa.