architect: Sou Fujimoto

location: Budapest

year: 2022

Inaugurata nei mesi scorsi, la House of Music è un progetto architettonico ambizioso che porta la firma dell’architetto Sou Fujimoto ed è situata all’interno del parco cittadino di Budapest. È uno degli edifici più attesi degli ultimi tempi e fa parte del più grande sviluppo culturale d’Europa, il Liget Budapest Project, che mira a trasformare l’esperienza culturale della città, creando nuove opportunità di svago e aree verdi.
L’obiettivo del progetto di Fujimoto è quello di mostrare l’esperienza della musica attraverso l’interazione tra natura, suono e luce. E non poteva che essere fatto qui, a Budapest, una delle capitali della musica più celebri per il ricco repertorio di musica classica e per le tradizioni popolari ungheresi.

Esteso su circa 9.000 metri quadri, il complesso architettonico comprende sale da concerto, spazi espositivi e un palcoscenico all’aperto.
Dal punto di vista compositivo, la House of Music si articola su tre livelli distinti, come chiaro riferimento ai movimenti della partitura musicale: il livello interrato è dedicato a spazi per mostre permanenti e temporanee; il piano terra è pensata come una sala da concerto e comprende anche un palcoscenico all'aperto, mentre il primo piano è dedicato agli spazi educativi.
Nel dettaglio, al piano terra si trovano due sale per gli spettacoli, mentre il piano superiore comprende aule, una biblioteca e spazi per uffici, tutti collegati da una scala a chiocciola. Ai livelli sotterranei si trovano invece spazi espositivi dedicati alla storia della musica europea e ungherese, con un’attenzione particolare alla musica pop ungherese dal 1957 al 1993. Inoltre, la Casa della Musica ospiterà un’ampia programmazione di musica dal vivo di ogni genere, dalla classica al pop, dal folk al jazz, a cui si aggiungeranno esposizioni e programmi didattici dedicati a chiunque voglia suonare e sperimentare la musica.

house of musicPaesaggio, architettura e allestimento, con al centro la musica e la potenza del suono: l’House of Music di Fujimoto cancella ogni confine, creando un ambiente fluido in cui tutto comunica ed è in armonia con il resto. Particolare attenzione merita la copertura, un tetto ondulato intervallato da aperture di dimensioni variabili simili a crateri, a rappresentazione delle onde sonore provocate dalla vibrazione di un oggetto, l’aspetto chiave del percorso compositivo. Sono oltre 100 i fori che consentono agli alberi di passarvi attraverso, incanalando la luce fino ai livelli sottostanti dell’edificio: questo crea un’atmosfera unica, lasciando ai visitatori la percezione di camminare sotto alle chiome.

La sensazione di essere nella natura è ulteriormente rafforzata dalle oltre 30.000 foglie d’albero incastonate nel controsoffitto e fissate in una struttura in acciaio composta da 1.000 elementi a nido d’ape. Una decorazione inedita che crea ulteriori inaspettati riflessi sul pavimento. Per le superfici interne della House of Music è stata utilizzata una soluzione lucida, elegante e dal pregio marmoreo: si chiama Lixio®+ ed è un rivestimento cementizio di Ideal Work® che riprende l’antica tradizione del pavimento alla veneziana, qui scelto in tre diverse varianti di colore. Unendo estetica alle massime prestazioni tecniche, quali la resistenza all’abrasione causata dal traffico e la facilità di manutenzione, Lixio®+ si è rivelata la soluzione perfetta per questo progetto. Per continuità con le superfici interne, gli esterni sono stati rivestiti con Sassoitalia®, pavimentazione sempre di Ideal Work® che rievoca la grande tradizione italiana del “sasso lavato”, ideale nei contesti storici e naturali perché l’utilizzo di materiale naturale di provenienza locale consente un’ottima integrazione paesaggistica. La presenza delle graniglie rende inoltre la superficie ruvida e quindi antiscivolo, ed è infine molto durevole nel tempo.

Ma la caratteristica più iconica dell’edificio, considerata una novità in tutto il mondo, è la cupola sonora emisferica, ispirata dal compositore del XX secolo Karlheinz Stockhausen, noto per aver creato la prima esperienza uditiva 3D sotto forma di una sala da concerto sferica all'Esposizione Universale del 1970 a Osaka, in Giappone. Progettata per un’esperienza completamente immersiva, permette a 60 visitatori di sperimentare l’audio surround a 360 gradi, emesso da ogni direzione da più di 31 altoparlanti, creando pareti sonore "simili a un ologramma".


Se il legame con la natura è forte, lo è anche con la sostenibilità: per la House of Music di Budapest sono state installate 120 pompe di calore poste a 100 metri di profondità per fornire energia geotermica all’edificio, mentre la restante richiesta di energia elettrica proviene da un’ulteriore fonte di energia rinnovabile. Il sistema di raffrescamento è altrettanto interessante: si tratta di un sistema a lunga distanza che in estate cattura energia dalla capacità in eccesso della vicina pista di pattinaggio su ghiaccio. Grazie a questi sistemi, il progetto ha ottenuto la certificazione BREEAM.

Immagini: Palkó György