La Galleria dei Re, che ospita una collezione di statue colossali provenienti dall'antica città egizia di Tebe (l'odierna Luxor), è da tempo il pezzo forte di ogni visita al Museo Egizio. Rimodellata dallo scenografo Dante Ferretti nel 2006, la galleria è stata trasformata in una squisita scatola nera. Con l'avvicinarsi del 200° anniversario del museo, il compito di rinnovare la galleria solleva importanti questioni: Mentre questi manufatti storici vengono messi in risalto come fulcro di un museo contemporaneo, il loro contesto originale può ancora essere trasmesso? Il progetto di OMA per la Galleria dei Re ricollega le antiche statue egizie al loro contesto originario a Tebe, anziché esporle come semplici protagonisti di uno spettacolo contemporaneo. La nuova esperienza della galleria è definita dal passaggio dall'oscurità alla luce - un concetto che storicamente simboleggiava il processo di creazione nell'antico Egitto ed è spesso associato a re e divinità. I visitatori sono attratti nella galleria attraverso un ingresso buio, dove proiezioni digitali sulle pareti raffigurano la storia di Karnak - il luogo di origine delle statue - creando un'atmosfera immersiva che li trasporta in uno spazio e in un tempo diversi. Due aperture luminose guidano i visitatori nelle due luminose sale principali, che incorniciano le statue esposte all'interno.

Marco Cappelletti

In contrasto con il design a scatola nera di Dante Ferretti, l'architettura originale della statuaria monumentale - risalente al XVII secolo - è stata completamente scoperta, rivelando le volte e le alte finestre che caratterizzano lo spazio. Le statue possono essere immerse nella luce del giorno, come nel loro contesto originario a Karnak. Pareti di alluminio sottilmente riflettenti mostrano informazioni storiche sulle statue, conferendo allo stesso tempo una qualità eterea allo spazio della galleria. La luce che filtra attraverso le finestre a lucernario dirige lo sguardo dei visitatori verso l'arioso spazio sovrastante, evocando la grandiosità dell'architettura barocca e ricordando al tempo stesso che le statue sono ambientate a Torino. La prima sala espositiva presenta due sfinge che si fronteggiano al centro, affiancate da statue della dea Sekhmet in piedi e sedute. Questa disposizione evoca gli spazi esterni del tempio, compresi i viali processionali e i cortili illuminati dal sole. La statua di Seti II, originariamente collocata davanti alla cappella del re nel Tempio di Karnak, si trova alla fine della sala, segnando il culmine dell'esperienza.

Marco Cappelletti

Da qui si accede alla seconda sala, progettata come riferimento agli spazi interni del tempio dotati di statue di re e divinità. In questa sala, Amenhotep II è raffigurato mentre offre vino ad altre statue di re, mentre un gruppo di statue di re e divinità è disposto cronologicamente. Al centro della sala si trova la celebre statua del re Ramesse II. La Galleria dei Re è parte integrante del Museo Egizio 2024, un progetto che trasforma il museo in uno spazio civico centrale di Torino attraverso una serie di sale urbane pubbliche. Le finestre scoperte della galleria mostrano le antiche statue egizie ai passanti di Piazza Egizia - la più grande sala urbana del Museo Egizio 2024 - e di Via Principe Amedeo. L'area di ingresso della galleria è direttamente collegata alla sala urbana Arcade attraverso un portale ad arco che incornicia un'antica Colonna di Loto, invitando i visitatori a varcare la soglia della storia.

Marco Cappelletti
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