Grande successo per il tour fotografico di Irene Ferri. La giovane promessa del panorama dell’imaging, fotografa e influencer (42mila followers su Instagram) selezionata da Nikon Italia come uno dei migliori talenti, ha dato vita a un lungo viaggio per l’Italia per realizzare le immagini che le vengono suggerite dagli Italiani.
In centinaia hanno già risposto al suo appello ma tutti possono ancora raccontarle il loro “sentirsi Italiani”, i ricordi dell’infanzia, i sentimenti che li legano al nostro meraviglioso Paese. Una visione positiva fatta di emozioni, ricordi, sensazioni, nostalgia, affetto, coinvolgimento che Irene Ferri trasforma in fotografie.
Per partecipare è sufficiente andare sul sito del progetto e rispondere alle domande “Quale ricordo o storia ti lega all’Italia? Cosa vuol dire per te Italia?” o, se vivi all’estero, “Cosa ti manca di più dell’Italia?”.
Tutti sono chiamati a inviare a Irene Ferri il proprio racconto, il motivo per cui amano l’Italia. Lei sta realizzando un lungo viaggio lungo la Penisola per trasformare i sentimenti degli Italiani in immagini. Le foto più significative e le frasi più belle saranno raccolte in una mostra finale e un libro. Questo progetto nasce con l’intenzione di sfidare la negatività che troppo spesso ci caratterizza e di ricercare il bello del nostro Paese e delle persone che vi abitano: gli Italiani (si) raccontano a parole e Irene Ferri traduce in scatti.

“Le estati passate a Scauri, leggere il “Cioè” sotto l’ombrellone e innamorarmi perdutamente dei ragazzini che giocavano a biliardino sul lido” - Serena

©Irene Ferri

I miei ricordi di bambina dei viaggi in macchina sono il profumo di pino silvestre dell’Arbre Magique e la cassetta di Lucio Battisti” - Chiara

©Irene Ferri

 “Per me l’Italia è mia nonna che si trasforma in una persona stranamente taciturna mentre recita il rosario” - Federica

“Palermo mi ha salvata innumerevoli volte. Mi ha tirata fuori dai lunghi inverni della mia vita. Quando ero inconsolabile, quando nessuno riusciva a starmi accanto, la città c’era. E io ne traevo energia. Mi sentivo ancorata alla sua terra, avvertivo la sua radice pulsare. Mi bastava abbandonarmi a lei, e i miei passi venivano guidati dove lei sapeva di potermi guarire. In una panchina sotto un raggio di sole scottante, per darmi calore quando avevo freddo al cuore. In un vicolo pieno di voci che sovrastavano il silenzio assordante nella mia testa. Davanti a uno dei suoi splendidi palazzi per farmi emozionare di fronte alla bellezza, sentirmi viva e piena. Nelle viscere di questa città c’è un magma di energia. Ti guida. Ti muove. Ti trascina nella sua corrente entrando nelle fibre del tuo essere. Sai di appartenere, di appartenerle. E la solitudine svanisce” - Giada

©Irene Ferri