TestaTonda. Il punk incontra il glam

Penso che Mozart fosse un punk rocker. È solo uno stato mentale” affermò in un’intervista Patti Smith. Perché l’anticonformismo è questione di attitudine, in ogni epoca storica o condizione sociale. TestaTonda è uno studio di progettazione torinese che ha fatto confluire il proprio caleidoscopio di esperienze in un vero e proprio laboratorio: un tempo falegnameria, è stato trasformato in un ampio spazio creativo che permette di esplorare l’intervento progettuale in piena libertà, realizzando prototipi da realizzare insieme e concretizzare in un’accurata autoproduzione. TestaTonda sviluppa lavori ispirati all’intuitività dell’eleganza e alla pluralità delle forme, valorizzando però le smagliature, i dettagli critici, i particolari difformi. E così gli eccessi del punk e quella visione di bellezza stravagante e senza schemi diventano il filo conduttore della nuova special edition della collezione F4, dal nome quanto mai evocativo: Pink’s not dead.
Sette prodotti che diventano un’unica scultura. Un inno al colore rosa coperto da una tunica di seta. Tra punk, rock, seta e glam, diamo la parola al team TestaTonda per raccontare un progetto elegante ma anche “violento”, accompagnato da un servizio fotografico realizzato da Ivan Cazzola negli studi di Comodo 64.

(© Ivan Cazzola)

Chiara Scalco: Una collezione che rende omaggio al punk rock in chiave “pink”. Come è nata l’idea?
TestaTonda: La special edition della collezione F4 nasce dalla magia della produzione. Abbiamo un grande laboratorio dove, in questo periodo, trascorriamo molto tempo immersi nella polvere della prototipazione. Un impianto stereo diffonde la stessa musica nello studio e nel laboratorio, creando una vera e propria colonna sonora delle diverse fasi del lavoro. Un pomeriggio in laboratorio suonava Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex. La chitarra di Steve Jones sembrava aver deciso di suonare più forte del rumore dei macchinari, di quello dei pensieri e delle incertezze legate a questo particolare periodo. A ogni traccia la chitarra, la batteria e la voce di Johnny Rotten sembravano sfidare il frastuono delle macchine per vincerlo. Al termine di quelle ore nell’aria c’era qualcosa di frizzante. Nasce così la voglia di interpretare quel periodo, vestire una collezione di una nuova identità e celebrare a modo nostro la capacità di rottura, di stupire del punk! Nasce cosi Pinks’s not dead!

(© Ivan Cazzola)

C.S.: Come si sviluppa la collezione F4 in questa special edition?
TT.
: La collezione si compone di sette prodotti complementari, ottenuti assemblando 27 singole parti: tre tavolini di diverse dimensioni, una consolle, una sedia e una panca con cuscini in tessuto, a cui si aggiunge Servo, un arredo multifunzionale. Le conformazioni strutturali che caratterizzano i pezzi della collezione - come nervature - sembrano scomporsi per ’riconoscersi’ sotto un’unica vesta cromatica. L’insieme dei sette prodotti diviene così un’unica scultura, un inno al colore, velato da una tunica di seta.

C.S.: Tra moda e design c’è un legame intenso. Alla base di F4 c’è anche uno studio accurato del tessuto…
TT.
: La scelta del tessuto è stata una parte fondamentale per definire concretamente l’identità di questa collezione. Il punk è stato accompagnato dalle argute intuizioni di Vivienne Westwood. Il suo approccio ci ha sempre intrigato, così come le sue scelte portate in passerella. In particolare la Civilizade collection (p/e 1989) a cui appartiene la maglia bi-colore che ben rappresenta l’unione tra costume storico e il mondo street. L’Opificio ci ha consigliato nella scelta del tessuto e ci ha proposto uno dei loro tessuti più esclusivi. Il velluto di seta applicato alla collezione F4 rappresenta l’incontro tra la lenta attesa dei sapienti processi di lavorazione e il risultato ricercato e prezioso. Abbiamo così scelto la storia di questo Slow Velvet, lavorato esclusivamente in Italia con un lungo e lento processo di selezione tintura e asciugatura che dura oltre 20 giorni, per vestire la nostra scelta cromatica.

 

C.S.: Come definireste l’approccio progettuale di TestaTonda?
TT.
: In TestaTonda l’approccio progettuale segue la dinamica evolutiva dell’idea. Il vantaggio di essere un gruppo composto da quattro persone ci ha fin da subito fatto confrontare sulla permeabilità delle fasi della produzione e su come il carattere collettivo delle scelte effettuate origini da referenti culturali sempre diversi. Abbiamo scelto uno studio dove un grande tavolo centrale accoglie molte ore di confronto e progettazione. Una porta divide lo studio dal laboratorio, così i due ambienti, ideazione e produzione, ci danno la possibilità di affacciarci sul laboratorio di prototipazione, ogni qualvolta si abbia voglia di respirare il profumo di un’idea che cresce in prodotto.

(© Ivan Cazzola)