Interpretare, attraverso l’architettura, i cambiamenti delle modalità di lavoro: è stato questo l’obiettivo, centrato, di DAPStudio. Il punto di partenza? Progettare la nuova sede milanese di GFT Italia, provider di servizi IT. Quindi non solo tradurre in geometria degli spazi i nuovi sistemi di lavoro agili e fluidi, ma, alzando ulteriormente il livello della sfida, quelli di una professionalità immateriale per definizione. GFT, infatti, multinazionale con un team di 5.500 persone distribuito in 11 Paesi, si occupa di sviluppare soluzioni di Information Technology e consulenze di ultima generazione per governare la trasformazione del settore dei servizi finanziari.
Pluripremiato, dal Premio Philippe Rotthier 2011 per la Biblioteca Civica di Lonate Ceppino alle numerose menzioni nell'ambito della Medaglia d’Oro all’architettura, DAPStudio è nato dalla collaborazione fra Elena Sacco e Paolo Danelli, entrambi formati alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e, dal 1992, partner nel partecipare a concorsi e interventi nel campo della progettazione a varia scala. Ed è dal loro diretto intervento che si intuisce la filosofia progettuale alla base del progetto per la sede di GFT: “abbiamo immaginato un luogo dove relazioni umane e conoscenze si muovano lungo strade e piazze, dove ci si possa appartare per discutere in salotti accoglienti oppure scambiare opinioni di fronte a un tavolo da pranzo. Così l’open space dell’ordinario palazzo per uffici diventa un nuovo paesaggio urbano, teatro di un nuovo modo di intendere il lavoro. Una minore gerarchia, anche spaziale, si traduce in uno spazio fluido che agevola le relazioni interpersonali e lo scambio di informazioni”.
Un luogo, quindi, in grado di combinare due idee di spazio apparentemente in contrapposizione; gli uffici vogliono tradurre, in un salto di scala, la complessità di una città e, allo stesso tempo, creare l’atmosfera che si respira in casa. La città come luogo di collaborazione e professionalità, quindi, come sistema veloce e in continuo cambiamento, e la casa come spazio dedicato al comfort e alla socialità. Nello specifico e analizzando l’organizzazione compositiva, l’ampio open space è occupato nella sua parte centrale da un volume a sviluppo longitudinale, ricordo dell’immagine archetipica di una fabbrica tradizionale; ai lati sono disposte le postazioni di lavoro e le aree pensate per riunioni e conferenze, ciascuna riconfigurabile, grazie alla flessibilità di tecnologie e materiali, in funzione della necessità del momento. All’interno del volume, l’area break. Come segno netto e richiamo all’idea di casa, la copertura a falde inclinate del volume centrale.
La scelta dei materiali è stata fondamentale per riuscire a interpretare in forme e colori il pensiero progettuale: superfici laccate, vetro, rovere e Mdf sono i veri protagonisti e vengono declinati in tonalità che variano dal bianco, all’arancione, al calore delle essenze in legno, alternando opacità e trasparenza grazie alla versatilità delle texture e delle finiture. Biglietto da visita del progetto è proprio l’ingresso alla nuova sede GFT: qui, un’ampia parete vetrata con sezioni e porte in legno accompagna il visitatore verso il bancone laccato bianco opaco e, sulla destra, spazio a un’area relax. A seguire, la successione delle aree polifunzionali. L’organizzazione in pianta e la scelta di colori e materiali collaborano nel dichiarare con chiarezza la risposta alla richiesta dei committenti: avere a disposizione un ambiente di lavoro aperto e flessibile, ma anche stimolante e vivace, coerente con la brand image di GFT Italia.
barth Innenausbau si è occupata della realizzazione di diversi elementi, disegnati su misura dai progettisti e prodotti in azienda. Fra questi, la boiserie laccata, le vetrate inserite all’ingresso e nella sala riunioni, il bancone della reception con il mobile retrostante e i mobili per ufficio, oltre agli arredi per le attrezzature tecniche, i pensili e le mensole. Di particolare interesse proprio la boiserie, laccata in bianco opaco e di 20 mm di spessore; per ottenere l’originale resa finale, i pannelli in Mdf sono stati lavorati con fori circolari di due dimensioni, pensati per alleggerire la matericità delle pareti e creare un suggestivo gioco di trasparenze in grado di fornire una percezione di continuo movimento del volume. Ne danno conferma proprio gli architetti: “il volume allungato è un elemento architettonico che ha una duplice valenza. La sua sezione trasversale, con il tetto a falde inclinate, rimanda alla forma archetipica della casa e pone l’accento su una definizione di ufficio che si ibrida con lo spazio domestico (…). L’andamento longitudinale del volume ricorda invece l’immagine della fabbrica tradizionale. L’interno colorato della “factory” ha una spazialità avvolgente e cattura la luce riflettendola grazie ai suoi bagliori metallici; l’esterno invece ha un rivestimento forato che fa vibrare la superficie alla luce, restituendo una percezione mutevole del volume in rapporto al movimento all’interno dello spazio”. Stretta collaborazione di barth anche per alcuni elementi di minore dimensione ma di fondamentale importanza nella definizione dell’insieme: le cabine telefoniche, le pareti vetrate che delimitano la sala riunioni e l’accesso all’area break. Ogni dettaglio, infatti, è stato studiato e realizzato per mantenere la coerenza progettuale e trasformare un headquarter in un luogo di innovazione e comfort.
Per raggiungere il livello d’eccellenza prefissato dal progetto di DAPStudio è stata fondamentale la stretta collaborazione con barth Innenausbau, azienda operativa a livello internazionale e attiva da quattro generazioni nel settore degli arredamenti per interni, con radici nella falegnameria artistica e una innovativa evoluzione verso la lavorazione di vetro e acciaio inox.