architect: Simone Subissati Architects
location: Ancona
year: 2019
Il corpo lungo e compatto, che permette la visione simultanea da ogni ambiente sui due versanti del crinale, è un confine, la soglia da attraversare, emergendo come tema primario dell’indagine progettuale. Un concetto che è svolto in maniera diversa nel blocco piano terra (giorno) e nel blocco piano primo (notte). Dalla tradizione della casa rurale marchigiana il progetto prende in prestito la compattezza e lo sviluppo longitudinale del corpo di fabbrica con gli spazi abitativi in linea. Il piano terra è un blocco tagliato, rivestito in ferro verniciato con un primer antiruggine. Il piano primo, come sospeso, è composto da una parte più chiusa e intima e da uno spazio ibrido tra interno ed esterno, chiuso da un tessuto composto da una membrana microforata.
Ai due livelli corrispondono differenti caratteristiche relazionali con l’esterno. Nel piano terra la teoria ciclica dei tagli verticali consente la permeabilità visiva e fisica. Il corpo dell’edificio può essere attraversato in più punti, nel patio di ingresso, nel living e nel bagno/spa. Anche la scelta e l’uso dei materiali contribuiscono a sottolineare l’idea di vuoto e il vetro è usato in modo tale da scomparire alla percezione facendo un passo indietro (letteralmente) a favore del chiaroscuro, della dialettica pieno/vuoto, della plasticità. Le lame che sorreggono il volume superiore e spezzano la continuità visiva negli ambienti a piano terra, oltre a offrire la sede di tutte le ante in posizione aperta, servono proprio a questo: a smaterializzare il vetro.
Al piano primo, nel blocco chiuso, non delle semplici finestre ma dei dispositivi visivi -diaframmi, mirini caleidoscopici che puntano sul paesaggio - servono a traguardare i due versanti contrapposti dallo stesso punto; la relazione con l’esterno cambia avvicinandosi a essi permettendo l’ingresso del paesaggio circostante amplificato, come assemblaggio di immagini composite. Nel sistema dialettico esterno-interno del progetto, delimitato dai diaframmi e dai muri (dagli spazi più aperti del patio di ingresso e del ballatoio esterno a quelli più intimi delle camere passando per lo spazio filtrato della tenda al piano primo) il vuoto che ne scaturisce è importante come dissoluzione di quanto solitamente tende a occupare in modo stabile, immobilizzante. Lo spazio creato è concavo, ricettivo, permettendo allo spazio esterno di entrare e agli abitanti di fruire con naturalezza e semplicità dello stesso. Un’ ideale linea di energia (un “asse cosmico”) di cui l’abitante si può nutrire, passa, attraversa la casa, in maniera filtrata, controllata, da nord a sud, dai monti Sibillini al mare. Sospensione e vertigine sono sensazioni ricercate, rafforzate anche dall’assenza di parapetto convenzionale nel ballatoio che distribuisce gli spazi per tutta la lunghezza dell’edificio, sostituiti da un’eterea rete da pollaio.
Si possono individuare i blocchi e le singole parti che costituiscono l’edificio, aventi le proporzioni di un kit di una scatola di montaggio, un gioco di costruzioni fuori scala composto di pezzi nei due colori, bianco e rosso, di cui se ne può immaginare persino il processo di montaggio. Il disegno nell’insieme è ridotto al minimo, secondo una scrittura elementare che segue il più possibile il concetto piuttosto che le scelte formali. Il ritmo delle aperture e del rivestimento del blocco piano terra è modulare, ciclico seguendo una legge sinusoidale; lo stesso viene ripreso nel volume-diaframma al piano primo, nella partizione in legno che sostiene il tessuto.
La casa è posizionata ai margini dello spazio urbano, dove iniziano i campi coltivati; la permeabilità del terreno è lasciata al suo grado massimo, con l’erba che arriva a toccare il perimetro della casa e con la minima superficie di pavimentazione esterna che è staccata, isolata dall’abitazione. Non c’è recinzione che delimiti e distingua la proprietà privata dai campi coltivati a ridosso. Una fascia di graminacee decorative perenni ingloba idealmente la casa nel campo (coltivato a rotazione a grano, orzo, favino, girasoli) allargandolo. Il tentativo è quello di strabordare, rompere i confini, senza seguire il protocollo per cui lo spazio abitativo, privato, è separato dallo spazio del lavoro dell’agricoltura. Nei materiali, nei dettagli, si è cercato di evitare il più possibile il vocabolario del manierismo moderno contemporaneo. Anche negli interni, negli arredi (tutti su disegno), si è ricercata un’autenticità, uno spazio come “ereditato” e da passare a sua volta come testimone, talmente semplice da poterlo pensare quasi come temporaneo, negli arredi, nella scala (nomade, camping); uno spazio leggero, flessibile, come preesistente e di cui all’improvviso ci si può riappropriare; senza orpelli e senza lusso, proprio degli edifici casa-lavoro della tradizione contadina.
Gli arredi sono in legno di frassino massello tinto bianco (utilizzando anche le parti di corteccia o con nodi e spaccature) o in pannelli listellari di pino (per le porte, le ante e per le separazioni “secondarie”: cabina armadio che funge anche da testata e blocco wc/bagno turco a piano terra). I piani di lavoro della cucina, il lavello e i lavabi sono realizzati su disegno in cemento e quarzo.
La struttura dell’edificio è in acciaio. La porzione in tessuto ha una struttura in legno lamellare. Il blocco puro e neutro del piano superiore è finito con intonaco autopulente in tutte le sue superfici. Le lesene in ferro del piano terra, che sono sedi alle ante in posizione aperta, contengono al loro interno, scarichi e aerazioni. L’edificio è studiato secondo una bioclimatica passiva che permette un guadagno termico nei mesi freddi e raffrescamento naturale (non è prevista aria condizionata) nei mesi caldi, grazie alla ventilazione incrociata e all’effetto camino per un raffrescamento naturale che compensa nei mesi caldi un effetto serra controllato. Le ante possono rimanere in posizione aperta senza costituire intralcio, in questo modo lo spazio interno diventa uno spazio esterno coperto e il living una sorta di gazebo incorporato nella casa.