location: Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, Roma

Movimenti architettonici Italiani e Giapponesi degli anni ‘60 e ‘70 e il dibattito contemporaneo

Sono trascorsi cinquant’anni dall’esplosione di due fondamentali fenomeni dell’avanguardia architettonica, esorditi in un’epoca carica di cambiamenti, rivoluzioni e speranze. I Metabolisti in Giappone e i Radicali in Italia, seppur in contesti assai diversi per cultura e tradizione, hanno seguito percorsi di ricerca paralleli, condividendo temi di indagine, strumenti, linguaggi e producendo straordinari effetti sull’architettura contemporanea. La ricerca di un controllo dell’ambiente a qualsiasi scala di intervento progettuale, la volontà di ridefinire il futuro ruolo della società attraverso la tecnologia, lo sviluppo di nuove ipotesi per abitare il pianeta: le spregiudicate sperimentazioni architettoniche che si sono sviluppate in Giappone e in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta sono al centro del confronto proposto dalla mostra Architettura Invisibile che aprirà al Museo Carlo Bilotti -Aranciera di Villa Borghese, a Roma, il prossimo 19 gennaio e che resterà aperta fino al 26 marzo 2017. Organizzata dalla Fondazione Italia Giappone, patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e dall’Istituto di Cultura Giapponese - Japan Foundation, la mostra è parte del programma delle celebrazioni per il 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.

Awazu Kiyoshi. Poster for the work of Kisho Kurokawa, 1970 (Kisho Kurokawa Architect and Associates)
Awazu Kiyoshi. Poster for the work of Kisho Kurokawa, 1970 (Kisho Kurokawa Architect and Associates)

L’iniziativa nasce in una fase di approfondimento del ruolo storico assunto, lungo un arco temporale che va tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, dalle avanguardie architettoniche giapponesi che si sono ritrovate nel movimento Metabolista e in quello delle avanguardie italiane raccolte sotto il nome di Architettura Radicale. Curata da Rita Elvira Adamo, giovane ricercatrice che l’ha concepita a partire da uno studio comparativo elaborato alla London Metropolitan University, la mostra mette in evidenza le affinità e le distanze tra le esperienze condotte dai due movimenti. Una molteplicità di autori di primissimo piano, che proprio a partire dalle loro pionieristiche sperimentazioni si sono affermati come protagonisti della ricerca architettonica contemporanea, darà corpo a questo percorso espositivo: Arata Isozaki, Archizoom (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Massimo Morozzi, Dario e Lucia Bartolini), Kiyonori Kikutake, Kisho Kurokawa, Fumihiko Maki, Otaka Masato, Superstudio (Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo Di Francia, Roberto Magris, Alessandro Magris, Gian Piero Frassinelli e Alessandro Poli), Kenzo Tange, UFO (Lapo Binazzi, Carlo Bachi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, Sandro Gioli). Le loro opere, descritte anche tramite le pubblicazioni che hanno contribuito alla definizione delle reciproche influenze tra le ricerche condotte nei due Paesi, saranno introdotte da una ricognizione sulle condizioni culturali, artistiche, sociali, politiche che hanno contribuito all’emergere di questi fenomeni.

UFO. Urboeffimeri, Foto, 1968 (Lapo Binazzi)
UFO. Urboeffimeri, Foto, 1968 (Lapo Binazzi)

“ARCHITETTURA INVISIBILE è l’architettura che già oggi è intorno a noi; un’Architettura che le Avanguardie avevano previsto, “Invisibile” perché immersa in una Metropoli Merceologica, costituita da prodotti, informazioni, promozioni, servizi, dove non esistono più fondamenta definitive ma soltanto un flusso di energie di innovazioni, dentro a un mercato illimitato, privo di confini. L’ARCHITETTURA INVISIBILE è l’Architettura nell’epoca della Globalizzazione.” Andrea Branzi

Una molteplicità di autori di primissimo piano, che proprio a partire dalle loro pionieristiche sperimentazioni si sono affermati come protagonisti della ricerca architettonica contemporanea, darà corpo a questo percorso espositivo: Arata Isozaki, Archizoom (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Massimo Morozzi, Dario e Lucia Bartolini), Kiyonori Kikutake, Kisho Kurokawa, Fumihiko Maki, Otaka Masato, Superstudio (Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo Di Francia, Roberto Magris, Alessandro Magris, Gian Piero Frassinelli e Alessandro Poli), Kenzo Tange, UFO (Lapo Binazzi, Carlo Bachi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, Sandro Gioli). Le loro opere, descritte anche tramite le pubblicazioni che hanno contribuito alla definizione delle reciproche influenze tra le ricerche condotte nei due Paesi, saranno introdotte da una ricognizione sulle condizioni culturali, artistiche, sociali, politiche che hanno contribuito all’emergere di questi fenomeni.

Masato Otaka. Matomachi Apartments, Hiroshima, master plan, 1969-78 (National Archives of Modern Architecture)
Masato Otaka. Matomachi Apartments, Hiroshima, master plan, 1969-78 (National Archives of Modern Architecture)

La parte centrale del percorso espositivo, della quale saranno protagonisti celebri progetti insieme a proposizioni meno note ma fortemente significative, è strutturata secondo tre ambiti tematici attraverso i quali sarà possibile leggere affinità e distanze tra le linee di ricerca documentate: Ambiente, Tecnologia, Abitare.

Nelle sezioni Ambiente delle avanguardie i progetti saranno selezionati secondo le teorie dei gruppi per quanto concerne la relazione tra uomo, architettura e natura. Sia per i metabolisti sia per i radicali, la natura ha trovato luogo nei progetti come entità distinta che tuttavia coesiste con l’architettura, agendo come uno spettatore neutrale dello sforzo umano, piuttosto che essere una realtà modificata dal positivismo razionale di inizio secolo. Altrettanto vale per le nuove generazioni italiane e giapponesi che osservano la natura come qualcosa che va rispettata, una fonte di ispirazione e riflessione, secondo i nuovi principi di sostenibilità, perciò non qualcosa che necessita di grandi cambiamenti.
Nelle sezioni della Tecnologia i progetti saranno selezionati in base alle loro caratteristiche socio-tecnologiche. Fin dai primi anni del XX secolo l’architettura ha visto la tecnologia come la chiave per migliorare la società e perfino per modificare l’ambiente naturale. Tale progresso, sviluppato ulteriormente nelle avanguardie degli anni Sessanta, arriva a rendersi conto che l’uso delle forme più avanzate della tecnologia potrebbe funzionare come modello per la produzione della nuova società del futuro. L’utilizzo delle megastrutture è stato l’esempio plateale di tale rivoluzione ed è importante sottolineare che, malgrado i progetti delle megastrutture fossero finiti nell’oblio per lungo tempo, l’impiego previsto della tecnologia da parte dei radicali ha trovato invece tra le nuove generazioni di architetti la sua più grande realizzazione. Concetti quali modularità, immaterialità, collegamento ipertestuale, oltre alla relazione tra tecnologia e natura per migliorare e preservare l’ambiente, sono tematiche che hanno stabilito una connessione diretta tra avanguardie e contemporanei.

Le ultime sezioni, riguardanti l’Abitare, sono probabilmente quelle che rendono notevole il confronto tra avanguardie e contemporanei. La prima sezione ha lo scopo di portare in primo piano una serie di intuizioni estremamente avanzate riguardo a come vivere una metropoli in modo dinamico e senza punti fissi, anticipando di fatto la vita dell’uomo moderno così come viene progettata nelle città attuali. Dall’altro lato i contemporanei stanno tentando di riportare l’approccio della progettazione dell’abitazione a una dimensione più vicina all’uomo, grazie all’uso di strumenti avanzati in un approccio alla città quanto più sostenibile. Esistono ancora alcune note distintive rilevanti tra architetti giapponesi e italiani che, ciononostante, troveranno alcuni punti di contatto con il passare degli anni. Essendo questi temi ancora indubbiamente complessi e rilevanti, gli strumenti scientifici trarranno vantaggio da una serie di testi di carattere storico-critico scritti da studiosi illustri provenienti da diversi Paesi che, per molti anni, hanno intensificato l’interesse relativo a questi due gruppi e a questi due periodi.

2A + P/A. Casa della Memoria, Milan, Italy, 2011
2A + P/A. Casa della Memoria, Milan, Italy, 2011

La parte conclusiva della mostra, simboleggiata dalla presenza di un grande elemento gonfiabile progettato dallo studio Analogique e che sarà allestito sulla terrazza del museo esclusivamente per la mostra, conterrà esperienze progettuali sviluppate negli ultimi anni in Giappone e in Italia e che, a vario titolo, interpretano, a cinquant’anni di distanza, gli stessi temi Ambiente, Tecnologia e Abitare elaborati delle avanguardie Metaboliste e Radicali. Di questo percorso conclusivo faranno parte opere di 2A+P/A, Alphaville Architects, DAP Studio, Sou Fujimoto, Jun Igarashi, IAN+, Yamazaki Kentaro, Yuko Nagayama, O + H Architects, OFL Architecture, Orizzontale, Studio Wok, Tipi Studio.

ARCHITETTURA INVISIBILE.
Movimenti architettonici Italiani e Giapponesi degli anni ‘60 e ‘70 e il dibattito contemporaneo

19 gennaio - 26 marzo 2017
Museo Carlo Bilotti
Aranciera di Villa Borghese viale Fiorello La Guardia 6, Roma
Orari di apertura: da martedì a venerdì 10:00 - 16:00
sabato e domenica 10:00 - 19:00

INGRESSO GRATUITO

Mostra a cura di
Rita Elvira Adamo

In collaborazione con
Fondazione Italia Giappone
Ambasciata del Giappone

Promossa da
Roma Capitale
Musei Capitolini