Che sia una storia di passione lo si capisce dal parcheggio del Riva Center, uno splendido edificio totalmente ricoperto di legno di larice siberiano. Lo si deduce dalla cura dei dettagli, dalla ricerca estetica, dall'espressione del "fatto bene". Che sia un percorso di coerenza lo si percepisce dalla strada, guardando dall'esterno questo spazio che custodisce storia e innovazione. Che tutto quanto ruoti attorno a un materiale "che è stato traccia di ciò che è stato e precursore di tutto ciò che sarà" è fin da subito chiaro. Che si parli di Natural Living diventa evidente quando si acquista un prodotto e si riceve in omaggio un piccolo alberello, coltivato a partire dal seme in vivai appositamente creati, da piantare nel giardino di casa, in un bosco oppure in un parco. Che la storia di Riva1920 sia questo e molto di più lo si può invece capire solo curiosando negli spazi unici dell'interessante Museo del Legno, immergendosi nel quartier generale dell'azienda a Cantù, nell'ampio showroom, negli stabilimenti produttivi, negli uffici di progettazione.

<em>Il legno è tutto per Riva1920, è materia, è strumento progettuale, è futuro nella tradizione</em>. Photo by Ferdinando Sacco
Il legno è tutto per Riva1920, è materia, è strumento progettuale, è futuro nella tradizione. Photo by Ferdinando Sacco

Solo così si può scoprire l'essenza di una realtà unica nel settore sotto molti aspetti, solo vedendo come si lavora la materia si possono spiegare i risultati ottenuti in termini di qualità dei prodotti, prestigio dei progetti realizzati, durata delle collaborazioni con i designer, quantità di riconoscimenti e riconoscibilità internazionale. Solo vedendo la qualità e l'eccellenza di ogni fase del processo produttivo si può dare il giusto valore ad arredi, mobili e complementi che escono dalla "falegnameria" Riva.

Photo by Ferdinando Sacco
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Il panno rosso che copre il legno e i semilavorati e fa da filo conduttore a tutta la produzione è testimonianza del "prendersi cura", la mazza, sempre rossa, con la quale si invita a demolire i mobili imperfetti è una minaccia-garanzia d'eccellenza, di maniacale perfezione. È da molto che non viene usata. Maurizio Riva si definisce un falegname, nel senso etimologico del termine, come colui che lavora il legno. Non fa una grinza. Che poi ci aggiunga, insieme a tutta la sua azienda, pensiero, ricerca, creatività e attenzione all'uomo e all'ambiente che lo circonda è ormai un risultato riconosciuto dal mondo del design internazionale. Senza dimenticare l'apertura alla contaminazione di esperienze diverse, sia nell'ambito del progetto, sia provenienti da interlocutori di qualsiasi altro settore che abbia in comune la stessa attenzione per il saper fare.

Photo by Ferdinando Sacco
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Il legno è ovviamente l'assoluto protagonista del pensiero di Riva1920. Il giusto mix tra industria e laboratorio artigianale è la formula per interpretarlo, la perfetta conoscenza delle sue caratteristiche e potenzialità l'unica strada per farlo al meglio. Reinventare, traghettare, riattualizzare, sono molti i modi con i quali nell'interior design e nell'architettura viene chiamato il processo di trasmissione dei valori dal passato al contemporaneo. Da Riva l'unico modo per farlo è fare le cose bene. Vuol dire innanzitutto scegliere i materiali giusti, i legni certificati, di riforestazione o di recupero, poi interpretarli attraverso maestranze qualificate, tecniche di lavorazione proprie della tradizione ma utilizzando macchine e tecnologie evolute. Portare avanti lavorazioni di qualità, non concedere sbandamenti alla strada maestra del massello e del tutto legno.

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Cassetti realizzati a coda di rondine, perfezione nell'incollaggio meccanico manuale, cura delle lavorazioni, levigatura a mano e molto altro. Ma anche macchine evolute a 4 o 5 assi, tecnologia sofisticata, processi controllati. Un equilibrio uomo-macchina non sempre semplice ma fondamentale, un mix di manualità e industrializzazione che permette di raggiungere numeri considerevoli, ne sono un esempio i 4.000 tavoli prodotti all'anno, senza dimenticare che ciascuno di essi è un pezzo unico e irripetibile. Una lavorazione just in time, che vede gran parte di tavoli, librerie, sgabelli, realizzati su misura. Certo per alcune collezioni come gli sgabelli in cedro gran parte del lavoro lo fa la tecnologia con macchine a controllo numerico che sgrossando danno poi una forma sempre più definita al pezzo. Nei tavoli in Kauri al contrario la macchina non interviene proprio e sta nella sensibilità dell'uomo interpretare ogni tavola riempiendo con maestria e perfezione con la resina gli spazi liberi lasciati dal legno.

Photo by Ferdinando Sacco
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In fabbrica, anzi nei tre stabilimenti produttivi dislocati nel breve raggio del territorio canturino, si parte infatti da un sapere concreto, tangibile, frutto di stratificazioni di conoscenza. In ciascuno dei tre impianti, sviluppato secondo linee di prodotto specifiche, si ha la sensazione che nulla vada sprecato, che ogni tronco sia sfruttato al meglio, che la materia sia compresa nella sua essenza più vera. Da un grosso Cedro del Libano proveniente dai boschi lombardi possono nascere gli sgabelli Napa o la poltroncina Maui o ancora una Molletta; dalle Briccole, i pali di rovere piantati nella laguna di Venezia per segnalare le vie d'acqua e recuperati da Riva, può prendere forma una libreria o una madia, da un Kauri delle paludi estratto dalle "miniere di legno" neozelandesi si può ricavare un grande piano del tavolo da completare con la resina nelle sue parti mancanti. Ma non solo. Accanto a essenze pregiate e di riuso e a progetti rivoluzionari che hanno dato visibilità in questi anni all'azienda ci sono noce, rovere, faggio e tutti gli altri legni della tradizione con i quali Riva1920 sviluppa continuamente nuove collezioni dall'immagine contemporanea, nate dalla creatività dei progettisti interni all'azienda o dai designer con cui collabora. La qualità assoluta delle materie è ovviamente alla base del processo produttivo. Ogni tronco, tavola o elemento viene sottoposto a dettagliate verifiche di conformità qualitativa e funzionale. Solo allora prende avvio un percorso all'insegna della sostenibilità che vede l'impiego di collanti vinilici e finiture a olio e cera vegetale, garanzia di un prodotto autentico e completamente naturale.

Photo by Ferdinando Sacco
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Un aggiornamento continuo delle proposte, delle collezioni ma anche un'attività di ricerca sulle finiture, come nel caso della vulcanizzazione o carbonizzazione con la quale conferire un aspetto scuro all'oggetto. "È nero, tutti ci dicono che è verniciato ma non è cosi" spiega Davide Riva. Una tecnica artigianale con riferimenti evidenti alla tradizione giapponese, frutto di un accurato e attento studio condotto dal Centro Ricerca e Sviluppo che sempre più si dedica alla sperimentazione di nuovi processi in grado di rispondere ai trend di mercato rimanendo sempre fedeli ai principi e alla filosofia dell'azienda. Al di là del valore estetico aggiunto è questo un processo che conferma lo spirito green di Riva1920, la sua attenzione all'ambiente, che passa dalla riforestazione, dall'impiego di collanti, cere e olii completamente naturali, dal riuso e riciclo degli scarti di lavorazione, dalla consapevolezza che il legno è una risorsa rinnovabile ma non infinita e per questo va curato.

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La sintesi dell'attività dell'azienda è tutta qui, la sua mission è dare forma alla natura per realizzare mobili unici, oggetti senza tempo in grado di accompagnare la vita dell'uomo nella sua quotidianità. Prodotti 100% made in Italy che nascono da tecniche di lavorazione legate alla tradizione ebanista, grazie alle sapienti mani dei maestri falegnami altamente qualificati, e dall'impiego di tecnologie all'avanguardia. Un approccio che permette alla produzione artigiana di superare le dinamiche di progettazione standard e garantisce un elevato livello di flessibilità e personalizzazione sia per la divisione home, sia per progetti o forniture contract. Renzo Piano, Michele De Lucchi, Karim Rashid, Mario Botta, Paolo Pininfarina, Matteo Thun, Terry Dwan, Alessandro Mendini, Marc Sadler, Mario Bellini: sono solo alcuni dei protagonisti che assieme a Riva cercano di dare "forma" a questo splendido materiale che è il legno. Ne nascono collezioni uniche ma anche progetti esclusivi come il nuovo ristorante D'O di Davide Oldani, la collaborazione continua con Eataly, i minimali arredi del convento Notre Dame Du Haut a Ronchamp con il quale Renzo Piano si è accostato al maestro Le Corbusier o ancora gli arredi dell'Abbazia di Viboldone di Mario Botta. Senza dimenticare i progetti speciali come il tavolo Pangea pensato da Michele De Lucchi per il Padiglione Italia di Expo e oggi selezionato dall'ADI Index, l'attenzione al sociale come nell'intervento per il Refettorio ambrosiano di Milano o nelle collezioni nate dal recupero del rovere delle barrique di San Patrignano.

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Oggi l'azienda prosegue nel suo percorso di impegno e valorizzazione del legno naturale, nella costante promozione dell'importante ruolo della lavorazione manuale, nell'alimentare una filosofia aziendale che unisce funzionalità ed estetica delle forme senza mai dimenticare l’importanza del viver sano e sostenibile, il rispetto dell'ambiente e della natura a cui va restituito il favore ricevuto per il legno impiegato nella produzione di arredi.

Photo by Ferdinando Sacco
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"Mi piace l'emozione, mi piace vivere in armonia con gli altri, mi piace la serenità che viene dall'aver fatto un buon lavoro, mi piace che l'idea che abbiamo avuto o che ha avuto qualcun altro si trasformi in qualcosa di concreto che può far star bene qualcun altro ancora". Basta questo per descrivere la voglia di Maurizio Riva di non fermarsi mai, bastano pochi valori per dare un senso a tutto il suo lavoro. Nel 2017 è prevista l'inaugurazione del secondo piano del Riva Center che accoglierà il tavolo Pangea e ospiterà una xiloteca, una raccolta di legni, marmi e materiali provenienti da tutto il mondo. Sarà, com'è nello spirito di Riva, uno spazio per la conoscenza di tutti, soprattutto dei giovani.