Dal 5 settembre al 10 settembre 2022, tre enormi gonfiabili hanno invaso e occupato lo spazio della Neue Nationalgalerie di Ludwig Mies van der Rohe.

Le architetture pneumatiche temporanee sono state realizzate all’interno della Summer School dal titolo Hypercomfort promossa dall’Università delle Arti di Berlino (Universität der Künste, UdK) e coordinata da Stéphanie Bru (BRUTHER) in collaborazione con Eveline Jürgens (UdK) e l'architetto franco-tedesco Hans-Walter Müller (guest lecture/workshop).

Image courtesy Verena Brüning

Il workshop, a partire da alcune condizioni imposte come la durata limitata e densa della realizzazione (cinque giorni), l’esposizione pubblica concentrata (quattro ore) e la durata limitata delle architetture, ha provato a ragionare in modo operativo sulle condizioni del temporaneo all’interno dello spazio museale, esplorando le derive della comfort zone.

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Il tema di ricerca Hypercomfort, che ha visto impegnati architetti, artisti, performers esplora la definizione e condizioni applicative del comfort provando – seppur per poco – a insinuare piccole condizioni critiche che affrontano la variazione di scala improvvisa, il test della resistenza di un materiale, la capacità di una struttura di resistere a volumi d’aria e pressione, nonché a variazioni climatiche.

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La ricerca nasce dall’idea che la zona di comfort sia il passaggio obbligato nell’appropriazione di uno spazio, che viene addomesticato con condizioni di clima e igiene per essere abitato dall’uomo; l’aria, nella sua accezione primitiva è un elemento che può essere plasmato per definire favorevoli condizioni per l’abitare; invece, è relativamente recente l’idea che l’aria possa essere usata come il pieno strutturale che permetta ad uno spazio di esistere.

Queste sono le premesse della sfida proposta dalle architetture pneumatiche di Hans-Walter Müller, architetto ospite della Summer School e progettista dei gonfiabili realizzati durante la settimana di workshop.

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Le tre architetture (due cilindri e un padiglione di forma composita) sono state realizzate a partire da cartamodelli delle varie parti del progetto esplose e stampate in scala 1:1, successivamente riprodotte nel numero necessario di ricalchi, su teli di plastica riciclata di colore bianco, nero, trasparente, blu, giallo; successivamente, in un regime di economia produttiva, il nastro biadesivo ha saldato le varie parti tra loro.

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L’uso di materiale e membrane da imballaggio, impiegate prevalentemente nella produzione agricola, hanno definito un contrasto materico all’interno dello spazio museale, oltre ad avere garantito un pelle ermetica molto più resistente rispetto all’uso di materiale riciclato.

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La costruzione della cavità è stata possibile attraverso l’immissione, all’interno del panneggio plastico di una certa relazione quantitativa tra aria e pressione: il panneggio è diventato così definizione pneumatica di uno spazio, la cui forma finale si è delineata nel suo complesso, solo alla fine delle operazioni di riempimento.

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Le opere, alla fine dell’esposizione pubblica, con l’arrivo della notte, sono tornate a essere panneggio sgonfiato d’aria: le architetture dissoltesi meccanicamente seppur per poche ore, hanno ricostruito – all’interno della Neue – un’alternativa temporanea e paradossale alla statuaria (apparente) realtà imposta da Mies van der Rohe.

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I gonfiabili colorati e imperfetti, craftmade e handmade, propriamente e strettamente effimeri (ossia della durata di un giorno), hanno permesso ad alcune azioni progettuali di attaccare il museo: reversibilità, breve durata, precarietà. Questi ambiti, estranei al progetto di architettura che si relaziona alla “lunga durata”, alla stabilità di un’opera, alla sua vita estesa nel tempo, introducono nella rigidità dello spazio miesiano una via di fuga, la sospensione del tempo imposto con una improvvisa, rumorosa, squilibrata ensemble di macchine circensi.

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I gonfiabili, messi in scena un’unica notte, sono stati sgonfiati e conservati, rimanendo a disposizione dell’Università delle Arti (UdK) che re-impiegherà le architetture temporanee in altri luoghi e tempi, come grandi architetture senza uso specifico.

Image courtesy Verena Brüning
Image courtesy Verena Brüning

“With Mies van der Rohe into a New World”
Summer School
05 settembre 2022-10 settembre 2022

public presentation
10 settembre 2022, 16:00-20:00

Neue Nationalgalerie
Potsdamer Str. 50, 10785 Berlino

partners
Universität der Künste Berlin
Neue Nationalgalerie, Staatliche Museen zu Berlin
Freunde der Nationalgalerie e.V.

Sponsor
Euroboden GmbH

Team
Prof. Stéphanie Bru with Prof. Eveline Jürgens
Felix Anatol Findeiß, Dörte Meyer, Sarah Scherzer, Paul Brückner, Gustav Ingold, A. Axel Thorisson

with
Clara Ancel, Nicolás Bobran, Vassilissa Brahmi, Benjamin Brenner, Paul Brückner, Anneke Frank, Sunghoon Go, Marius Grubert, Richard Hees, Leon Hidalgo, Gustav Ingold, Johannes Jakobi, Ana Kolenc, Konstantinos Lekkas, Jan Lessmann, Tevi Allan-Ston Mensah, Laura Mucciolo, Kalle Niemann, Tan Oktik, Nuttamon Pramsumran, Helena Schenavsky, Felix Schuschan, Zoya Solovieva, Kei Urayama, Flavia Vilkama, Nick Zinthäfner

References
Bruther, Stalder L., Dixit 01 – Hyperconfort / Hypercomfort, Édition Cosa Mentale, Paris 2020.
Müller H.-W., Stürzl R., Hans-Walter Müller und das lebendige Haus, Spector Books, Leipzig 2022.