Simone Bossi

Scatole che contengono altre scatole e ne moltiplicano il contenuto. Scatole che si aprono e si chiudono. Scatole che si trasformano in qualcos’altro. Ogni oggetto prezioso è sempre contenuto da una scatola che lo costudisce e lo protegge. Nel progetto di ristrutturazione di un piccolo appartamento che porta la firma dello studio AMAA di Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo vengono alla mente riferimenti importanti. Dalle sperimentazioni abitative di Le Corbusier per finire alla “Milano: la casa vip di un designer vip”, ovvero l’abitazione progettata da Joe Colombo per sé stesso e la moglie. E’ il 1971 quando il designer sperimenta nei 90 mq la flessibilità dello spazio privandolo delle tradizionali partizioni interne.

Simone Bossi

Quella degli AMAA, insomma, è una scatola preziosa che risolve le esigenze dei proprietari che desiderano un piccolo pied-à-terre per fuggire dalla frenesia della quotidianità. Nella Golden Box sono contenute tutte le esigenze abitative ridotte ai minimi termini ma non certamente prive di una accurata progettazione sia per la disposizione in pianta che per la scelta dei materiali e delle cromie utilizzate. La scatola dorata si allinea alle finestre che si affacciano sul corso principale generando una leggera rotazione rispetto alle restanti pareti dell’appartamento. Questo permette di creare giochi tra pieno e vuoto con spigoli che creano tensioni con l’esistente.

courtesy studio AMAA

La Golden Box ha una dimensione di 5 metri per lato e nonostante questo riesce a contenere il tutto; la geometria di base rimane pura tranne nell’angolo del bagno dove un vetro curvo si apre in corrispondenza della finestra.

Simone Bossi

Cucina, bagno, letto e area relax giocano sulle cromie del verde che per espressa dichiarazione dei progettisti fa riferimento alla copertura ramata della chiesa del Michelucci a Arzignano, declinate con diversi materiali: da quelli duri – il marmo – utilizzato per il bagno e la cucina, fino ad arrivare alla morbidezza del tessuto e del velluto utilizzato per la camera da letto e l’area relax. E qua le sensazioni rimandano un po' a quella “morbida culla” che Adolf Loos aveva progettato per la moglie Lina per la loro camera da letto. Una morbidezza scavata che entra in contrasto con i pannelli in ottone del rivestimento esterno.

Simone Bossi
Simone Bossi

Il gesto architettonico apparentemente semplice è il risultato di tre anni di lavoro passati tra mockup e affinamenti di carattere tecnologico e costruttivo. In questi tre anni i progettisti si sono confrontati con le realtà artigiane del luogo come le aziende De Castelli (per i pannelli in ottone) e Zuffellato 1933 (per gli arredamenti in legno) che hanno permesso una rilettura contemporanea della tradizione.