Eccellente esempio di rigenerazione urbana dove architettura industriale e testimonianze del passato si incontrano armoniosamente è il nuovo hotel NH Collection Venezia Murano Villa. Ubicato all’interno della storica vetreria De Majo di Murano, la nuova struttura è pronta ad accogliere i suoi ospiti tra i colori della Laguna Veneta e dell’Isola di Murano. Il progetto dell'hotel 4 stelle superior, curato dallo studio di architettura H&A Associati di Venezia, richiama, infatti, le origini di una delle prime vetrerie di Murano e avvicina questa antichissima arte al mondo del design. Non è un caso che l’intera struttura abbia conservato il complesso dei 12 fabbricati preesistenti come richiamo all’intero ciclo produttivo e che ovunque, nei diversi ambienti e spazi dell’hotel, siano intatte alcune tracce della precedente destinazione d’uso. Protagonisti dell’intervento sono i mattoni: dagli interventi puntuali di “cuci scusi” sulle murature antiche, alle nuove partiture murarie, fino agli ambienti di interior e dietro le testate dei letti. Sono certamente un retaggio della preesistenza ma anche il live motive di tutto l’intervento. Terracotta anche in copertura nella forma di tegole, Coppo SanMarco Evo dalla colorazione miscelata di Terreal Italia, scelta dai progettisti per ottenere una integrazione armoniosa con il contesto preesistente, tramite anche l’attenta valorizzazione dell’archeologia industriale, come tributo alla storicità e all’importanza di questo edificio per la tradizione veneziana.
Il progetto per il nuovo NH Collection è sviluppato sulla valorizzazione dell’insediamento industriale, degli spazi ampi e connessi, delle strutture a vista, dei materiali tipici e crudi di un luogo destinato alla produzione industriale, a partire proprio dai corpi ben distinti fra loro, per dimensioni, forma, caratteri costruttivi e funzione, la cui diversità è stata assunta come elemento caratterizzante del complesso. Assecondando la particolare atmosfera che la fornace possedeva, la cura che ha maggiormente distinto il progetto è stata l’attenzione alle caratteristiche strutturali, ai materiali, alle finiture in cui si è voluto fosse riconoscibile la matrice pragmatica, funzionale dell’intervento. A strutture in cemento e in laterizio a vista, putrelle in acciaio esposte, intonaci grezzi, serramenti in acciaio, si sono giustapposti elementi in grado di conferire un senso di accoglienza e comodità senza però cercare contrapposizioni o contrasti, ma piuttosto favorendo un dialogo fra vecchio e nuovo, industriale e residenziale, seriale e unico.
Il recupero di questo vasto complesso va considerato in una prospettiva di sostenibilità urbana ed edilizia: la riqualificazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente rientra in una logica di risparmio del suolo, di recupero dei materiali da costruzione, secondo i principi dell’economia circolare. E la qualità architettonica che si è inteso perseguire lo pone come un intervento di ‘upcycling’ e non di semplice riciclo. Una nuova vita. La multidisciplinarità che ha caratterizzato l’intero intervento ha coinvolto appieno anche l’architettura d’interni. Il dialogo fra il carattere industriale della costruzione originaria e l’esigenza di comfort e accoglienza della nuova destinazione, è divenuto anche nel progetto degli interni il filo conduttore. L’attenzione ai segni e alle tracce lasciate dal tempo sui materiali e all’unicità della tradizione artigiana locale sono stati ispirazione parimenti per strutture, architettura e interior.
Ogni luogo - l’ingresso, gli spazi comuni, quelli di distribuzione, le stanze - è stato trasformato in un episodio di un racconto che ha come protagonisti materiali industriali, grezzi e rudi, ma anche finiture curate ed oggetti appositamente disegnati, leggeri ed eleganti. Al mondo industriale appartengono i pavimenti in getto di cemento levigato del piano terra, i serramenti in profili metallici grigio scuro opaco con la caratteristica suddivisione a riquadri, i frammenti di muratura e intonaco preesistenti, lasciati a vista. Così anche l’intonaco materico scelto per le zone comuni.
Il loro carattere funzionale, standardizzato, contrasta anche con il ‘tappeto’ a mosaico che accoglie nella hall d’ingresso: la tradizione del terrazzo alla veneziana, con i frammenti di marmo inseriti nell’impasto un tempo di calce, oggi di cemento, è coniugata con quella del mosaico vetroso in un omaggio a uno dei maggiori architetti veneziani e grande interprete della tradizione vetraria muranese, Carlo Scarpa. Richiamano il mondo industriale anche la famiglia di sedute disegnate per questo hotel, che abbinano essenziali strutture in tubolare d’acciaio con i raffinati tessuti di una casa storica di alta produzione tessile veneziana, Rubelli.
L’illuminazione degli spazi dell'NH Collection è affidata alla maestria di Artemide che assieme allo studio H&A ha studiato la luce dell’hotel. I corpi luminosi di normale produzione sono stati abbinati a due famiglie di lampade realizzate su disegno: Livia e Maria. Livia è una ‘torcia’ in acciaio crudo e ottone con un diffusore in vetro trasparente, usata come sospensione e da parete. Maria invece è la riproposizione della figura ancestrale della lampada con uno stelo in ottone che sorregge un diffusore a campana, in ferro crudo e vetro artigianale rosso. Vi sono anche due grandi sculture luminose che si estendono sul soffitto della hall e del lounge dell'NH Collection, in omaggio alla laguna e alla sua acqua in continuo movimento, con i suoi riflessi e le vibrazioni. Realizzate dalla De Majo, queste vele luminose conferiscono agli spazi essenziali e scabri, una elevata densità poetica. Anche nelle camere, ognuna diversa dall’altra per forma e dimensione, essendo ricavate da spazi esistenti o vincolate a elementi strutturali e architettonici dati, prosegue il confronto fra il contesto e la funzione. La tessitura muraria irregolare delle pareti in mattoni a vista è accentuata dalla luce radente che scende dall’alto e dalla nitidezza degli arredi imbottiti. Nei bagni, il disegno originale di un lampadario muranese degli anni 50, proveniente dall’archivio de Majo, a grandezza naturale, si prende la scena. Mentre le porte delle stanze richiamano ancora i materiali più crudi, acciaio e ottone, riproponendo ancora una volta il contrasto tra questi materiali legati al mondo industriale e quegli oggetti leggeri e raffinati che sono i vetri di Murano.
Scheda progetto
Progetto: H&A Associati
Cliente: NH Hotels Group
Luogo: Murano (Ve)
Anno inaugurazione: 2021
Materiale Terreal Italia utilizzato per il rivestimento dell’involucro: mattoni 12x25x5,5 cm e listelli 2x25x5,5 cm a pasta molle della Linea Dogi 2.0 e della Linea Terrae colore Giallo Chiaro; tegole Coppo SanMarco Evo miscelato