Un progetto che mette a sistema natura, materia e riciclo, un'installazione per raccontare l'attenzione al tema della sostenibilità, una firma internazionale per una partecipazione di alto livello al più importante evento del design mondiale. Per Il Salone Internazionale del Mobile di Milano Quarella collabora con l’architetto giapponese Kengo Kuma per valorizzare i prodotti a base marmo che nobilitano ciò che normalmente, nelle cave, verrebbe scartato.
“Formalmente naturale e spazialmente selvaggio”: così Kengo Kuma definisce il progetto Stone Grove (boschetto di pietre) posizionato nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano. Realizzato con elementi modulari in agglomerati di marmo e quarzo, reinterpreta in chiave contemporanea - e con materiali alternativi - i principi dell’Ikebana (l’arte di disporre fiori ed elementi vegetali secondo precisi criteri estetici e simbolici).
L’opera è adagiata su un pavimento costituito da frammenti di agglomerato di marmo e quarzo, che va poi a fondersi con la composizione dei moduli verticali, di cui esalta il processo di lavorazione e le caratteristiche materiche. Composti principalmente da granulometrie di pietra naturale di varie dimensioni che vengono miscelate con pigmenti naturali e resine per creare un materiale resistente e di lunga durata: gli agglomerati di marmo e quarzo vengono così utilizzati per creare un’installazione dalla forte valenza architettonica.
L’installazione si basa sull’assemblaggio di moduli autoportanti, ciascuno dei quali realizzato con tre o quattro aste di agglomerato di marmo e quarzo di 3 m di lunghezza massima, larghi 15 cm e spessi 2 cm (dimensione complessiva dell’opera 6x6x h 2,7 m).
Da questa composizione nasce una sorta di giardino di pietre rappresentativo delle diverse texture e finiture dei prodotti Quarella realizzati con quarzo o con i materiali di risulta delle cave di marmo. L’utilizzo del materiale di risulta delle cave, che non verrebbe utilizzato altrimenti dall’industria del marmo, viene trasformato in granulati di diverse pezzature e forme, raccolti e legati tra loro grazie a una minima presenza di resina.
Questa particolare ricetta permette di ottenere un materiale resistente e ancor più performante rispetto alla classica pietra e ovviamente permette di ridurre gli sprechi. Un procedimento virtuoso che promuove quindi comportamenti sostenibili.