area 128 | informal community

Il termine slum oggi è molto inflazionato.
Si parla di insediamenti informali in modo più o meno scientifico e riferendosi a realtà diverse. La facilità con cui si pronuncia questa parola non esprime però la complessità della sua storia.
In una breve genealogia contenuta ne ’Il pianeta degli slums’, Mike Davis, richiama la prima definizione di slum attribuendola ad un testo del 1812 in cui è sinonimo di “racket” o di “traffico criminale”.
Il termine slum veniva usato per indicare non un luogo ma una condizione sociale disagiata.
Verso la fine dell’800 compaiono le prime definizioni spaziali del fenomeno.
Da quel momento il termine viene sdoganato dal gergo strettamente criminologico e utilizzato per indicare un luogo fisico: il Cardinale Wiseman, primo Arcivescovo di Westmister lo utilizza per indicare “spazi in cui si praticavano bassi traffici”, ma è solo nel 1889 che il sociologo Charles Booth realizza una mappa della povertà e delle ineguaglianze a Londra e definisce gli slums come luoghi caratterizzati da abitazioni fatiscenti, sovraffollamento, malattia e vizio. Dagli inizi del ‘900 quello degli insediamenti informali è divenuto un argomento di interesse sempre maggiore: autori come Patrick Geddes, Charles Abrams, Jacinta Prunty e Emmett Larkin, lo trattano per affrontare i temi paralleli della crescita della città e dell’aumento della povertà, ma bisogna aspettare il nuovo secolo per avere la prima trattazione ‘scientifica’ del tema.
The Challenge of Slums, rapporto di UN-Habitat del 2003 è il primo studio sistematico sul fenomeno degli slums che raccoglie dati sulla povertà, sulle condizioni degli insediamenti informali e sulla politica abitativa in trentaquattro metropoli mondiali.
Utilizza un database comparativo che incorpora dati sulle famiglie, sui redditi, sul tasso di crescita della popolazione. La ricchezza del rapporto sta nel rendere comparabile il problema a livello mondiale, studiandolo in base ad indici comuni che riguardano le caratteristiche fisiche e giuridiche degli insediamenti.
Da allora sono numerosi i rapporti che UN-Habitat ha prodotto e produce tuttora periodicamente, proponendo insieme all’analisi, progetti di vario tipo e confrontando di volta in volta i progressi ottenuti.