La ristrutturazione e la riprogettazione degli interni dell'Hotel Four Season di Mosca è stato affidato allo studio di interior decoration Richmond International. Le strutture esterne dell’hotel erano vincolate in quanto patrimonio artistico. La caratteristica saliente del Four Seasons di Mosca, infatti, è quella di trovarsi all’interno di un edificio storico, già operativo con funzione di hotel, la cui costruzione risale agli anni Trenta e che faceva parte di una serie di sette alberghi con uguali caratteristiche costruiti negli stessi anni, con camere di dimensioni diverse.

Prima di essere conosciuto come Four Seasons, questo hotel prendeva il nome di hotel Moskva, l’emblema stesso dell’ospitalità della città, presenta in una posizione strategica in quanto la struttura alberghiera è la più vicina alla piazza Rossa. La caratteristica di questo edificio doveva essere monumentale, qualcosa che lasciasse senza fiato gli ospiti internazionali a cui si rivolgeva e che richiamasse la maestosità del luogo in cui si trovava. Qui, era importante affermare il gusto classico dove gli ammiccamenti al contemporaneo si combinavano con gli stilemi dell’architettura zarista e la cultura russa doveva essere richiamata con inserti monumentali in tutti gli edifici. Più in generale, era un’architettura molto legata a linee e forme geometriche, in cui i materiali classici usati nelle grandi costruzioni religiose europee erano caratterizzati da un un taglio rigoroso e stilizzato. Piuttosto che allo stile greco o romano, i richiami stilistici erano rivolti alla cultura russa e ai suoi ordini architettonici. Nella scelta del materiale, era evidente il richiamo alle cattedrali della capitale russa, con colori legati all’oro, al porpora, al verde, tutti cromatismi che richiamano solennità, grandiosità e ricchezza, sia nella modalità di applicazione a macchia aperta sia nelle tipologie dei materiali scelti.

La cura nella ricerca dei materiali adatti a questa realizzazione è stata tale da spingere FMG Shapes, l’architetto e i committenti a effettuare i collaudi direttamente in cava così da essere certi della scelta fatta. Contrariamente alla consuetudine dei collaudi ‘al piano’, i blocchi sono stati collaudati quando si trovavano ancora sulla montagna e questo procedimento ha inciso anche a livello di tempistiche: la Breccia Capraia usata per tutte le camere standard richiedeva una grande quantità di materiale ed è stato necessario attendere che la programmazione del cavatore arrivasse a quella determinata vena richiesta in sede di collaudo. Nelle camere di livello più alto sono stati utilizzati il marmo Statuario o il Calacatta extra, selezionando il non plus ultra della produzione. Nella hall sono stati utilizzati i graniti spagnoli in grado di garantire alte prestazioni in termini di calpestabilità e di pulizia, con decori particolari e un prezzo più contenuto.

È stato il primo intervento - spiega Daniele Farinon di FMG Shapes - che ci ha dato modo di riflettere sul tema del progetto di hospitality ed è stato anche un omaggio alle pietre italiane, perché abbiamo lavorato con tutte le eccellenze lapidee del nostro Paese: la Breccia Capraia, il Calacatta di Carrara, il Rosso Levanto. Non solo, siamo andati alla ricerca e abbiamo trovato vere eccellenze italiane, e non solo i classici dello Statuario - presenti, comunque, nel progetto - ma anche materiali che sono estratti in quantità molto limitate per il loro grande pregio nella produzione lapidea italiana”.
A questi materiali preziosi si è unita, per tutte le aree di grande superficie, una pietra francese, Crema Luna, una delle limestone più usate per i grandi progetti. Come spesso accade nelle realizzazioni più recenti di FMG Shapes, si è scelto di accostare materiali molto pregiati come i marmi di Carrara con pietre a tonalità semplice, che vanno a dare risalto ai materiali venati.

La caratteristica del progetto FMG Shapes per il Four Seasons di Mosca è legata a due aspetti: il primo, la sfida tecnica nel realizzare rilievi per tutte le camere dell’hotel, in quanto ognuna delle duecento camere aveva metrature e dimensioni differenti. La seconda sfida, strettamente collegata alla prima, era che ogni bagno era caratterizzato da una lastra a macchia aperta, sinonimo di unicità e particolarità in quanto si tratta di un tipo di lavorazione e installazione del materiale unico, tailor made che rende l’ambiente esclusivo. In questo caso specifico ci si è trovati ad avere duecento camere, ognuna diversa dalle altre e ognuna ha rappresentato una ricerca a sé.
Una terza sfida si è presentata con gli spazi comuni dove si è dovuto lavorare su uno spessore di dieci millimetri anche per i materiali più fragili e, di conseguenza, è stato necessario attrezzarsi per effettuare queste specifiche lavorazioni e per garantire che i materiali arrivassero intatti a destinazione a Mosca.

“Per la gestione di grandi lastre con spessori minimi - spiega Simone Farinon - abbiamo trovato soluzioni importanti: per alcuni materiali abbiamo lavorato con la fibra di carbonio, per altri con stuoie in fibra di vetro. Abbiamo effettuato ricerche con materiali non così comunemente utilizzati come supporto, abbiamo fatto prove e abbiamo trovato soluzioni di innovazione tecnologica che poi abbiamo fatto nostre su tanti altri progetti, trasformando tutte queste esperienze in un patrimonio e in un punto di forza dell’azienda, in considerazione del fatto che prendersi cura dell’imballo e della spedizione è per noi un fattore di successo fondamentale legato alla soddisfazione del cliente”.