area 124 | new geometries

architect: soma architecture

location: Yeosu, South-Korea

year: 2012

Obiettivo primario del progetto era quello di rappresentare al meglio il tema dell’Expo, The Living Ocean and Coast e trasformarlo in un’esperienza architettonica a più livelli. Lo stesso programma dell’Expo, che prevedeva un uso responsabile delle risorse naturali, purché non rappresentato visivamente, è stato integrato nell’edificio stesso, grazie ad un progetto sostenibile dal punto di vista climatico o all’approccio biomimetico della facciata dinamica. L’edificio permanente è stato realizzato all’interno di un ex porto industriale, lungo la nuova passeggiata; ad EXPO finito, il padiglione non verrà smontato ma rimarrà a disposizione dei residenti e diventerà attrazione per i turisti. L’oceano può essere vissuto in due modi diversi, come una superficie infinita o nella sua profondità; una dualità tra piano e profondo che viene ripresa nel progetto, sia a livello spaziale che organizzativo. Superfici continue passano dal piano verticale a quello orizzontale definendo, in tal modo, tutti i principali spazi interni. Coni verticali invitano il visitatore ad immergersi all’interno della mostra tematica; divengono quindi piani orizzontali che coprono il foyer, fino a trasformarsi nella scena flessibile per la Best Practice Area.
La transizione tra esperienze tra loro contrastanti caratterizza anche l’aspetto esterno del padiglione.
Fronte mare, un insieme di solidi in cemento, a forma di cono, danno vita ad una costa sinuosa, ad un margine morbido, che dialoga costantemente con acqua e terraferma.
Sul lato opposto, il padiglione sembra nascere direttamente dal sottosuolo e si sviluppa a creare un paesaggio artificiale, con plateau e percorsi scenici. Le linee topografiche del tetto si trasformano in lamelle che vanno a costituire la facciata cinetica, posta proprio di fronte all’ingresso dell’EXPO e in grado di attirare sul padiglione tutta l’attenzione dopo il tramonto.
La facciata cinetica, in questo caso, prevede un movimento reale, che mira a unire i due strati, solitamente separati, di architettura e media, sottolineandone l’interdipendenza e dando vita ad una esperienza tri-dimensionale.
L’eleganza che caratterizza il movimento delle lamelle si basa sulle proprietà deformanti elastiche del materiale fibrorinforzato e trae ispirazione da meccanismi di movimento di tipo biologico.
La facciata, lunga 140 metri circa e con un’altezza che varia tra i 3 e i 13 metri, è composta da 108 lamelle movibili, fissate sui bordi superiore ed inferiore della struttura. Tali lamelle sono realizzate in poliestere rinforzato con fibra di vetro, l’alto carico di rottura unito alla bassa rigidità flessionale del materiale permettono di ottenere ampie deformazioni elastiche e reversibili.
Le lamelle vengono mosse da attuatori posti sia sul bordo superiore che inferiore della lama in poliestere fibrorinforzato; le forze di compressione creano, in tal modo, una deformazione elastica complessa: la distanza tra i due sostegni viene ridotta, si produce un piegamento che dà inizio alla rotazione laterale della lamella. L’attuatore delle lamelle è composto da un mandrino a vite mosso da un servomotore.
Un bus di sistema, controllato via computer, garantisce la sincronizzazione tra tutti gli attuatori. Ogni lamella può essere controllata individualmente e guidata, entro determinati limiti, per creare specifiche scenografie e movimenti. I motori superiore e inferiore operano spesso in modalità opposta (movimento e frenata), l’energia generata viene pertanto re-immessa nella rete locale garantendo un risparmio energetico. Oltre a determinare la maggiore o minore presenza di luce nel foyer e nella Best Practice Area, le lamelle creano, con il loro movimento, animazioni sulla facciata dell’edificio. Le coreografie realizzate variano da piccoli movimenti, limitati a determinati settori della facciata, a vere e proprie onde che corrono per tutta la lunghezza dell’edificio.
Al calare del sole, l’effetto ottico è intensificato da barre a LED, collocate all’interno della lamella stessa; quando questa si apre, i LED vanno a illuminare anche l’elemento vicino, in modo diverso secondo dell’angolo di apertura.
Le lamelle biomimetiche generano, allo stesso tempo, effetti geometrici, movimento e giochi di luce, più lunga è la singola lamella, più ampio l’angolo di apertura e maggiore sarà l’area illuminata.
La facciata mobile, integrata nel rivestimento dell’edificio, esisteva già nei primi progetti elaborati in collaborazione con lo studio Knippers Helbig Advanced Engineering e presentati nella fase di concorso. L’impiego di soluzioni meccaniche, di cerniere e giunti, è tuttavia sembrato da subito inappropriato, si è dunque optato per un approccio biomimetico.
La soluzione tecnica si ispira ad un progetto di ricerca, portato avanti dall’Università ITKE di Stoccarda, in cui vengono analizzati i meccanismi di movimento a livello biologico e la loro applicazione in architettura. Esperienza di movimento ed emozionale: la facciata cinetica unisce le sensazioni personali a qualcosa di sensazionale e comunica, in modo innovativo e con spirito di ricerca, il tema dell’EXPO. L’entrata principale si apre sull’Ocean Plaza, parzialmente coperta dal padiglione, a creare un’area di sosta ombreggiata. Il foyer aperto viene definito dalle superfici tortuose a cono. La sequenza pre-mostra, mostra principale e post-mostra viene modulata a livello spaziale in modo che i visitatori si trattengano tra i due piccoli coni, sormontati da un soffitto a 6 metri d’altezza, prima di arrivare all’esposizione principale, collocata in uno spazio mozzafiato di 1000 metri quadrati, con soffitti a 20 metri d’altezza. Al termine dell’esposizione principale, i visitatori si ritrovano di nuovo nell’ambiente post-mostra, più basso e dal sapore più intimo, che li conduce fino alla caffetteria e all’isola in mare aperto, luogo in cui rilassarsi ammirando il movimento dell’Oceano. I visitatori più interessati potranno prendere l’ascensore e raggiungere il secondo piano per visitare la Best Practice Area, spazio aperto e flessibile, inondato di luce naturale. Il tetto funge da terza area espositiva, in cui i visitatori possono rilassarsi e godere di un panorama a 360 gradi sull’EXPO, la stessa rampa sinuosa, da cui si accede al tetto dalla passeggiata, offre bellissimi scorci sull’Oceano e sulle isole circostanti. Gli spazi tra i coni sono orientati in modo da poter sfruttare il vento e garantire sia al foyer che alla Best Practice Area una ventilazione naturale. All’interno dei grandi coni verticali in cui si colloca l’esposizione, un sistema di condizionamento a strati permette di ridurre il volume d’aria da raffreddare, con una conseguente riduzione dei consumi. Durante il giorno, le lamelle cinetiche vengono utilizzate per controllare l’apporto di luce solare; gli ingegneri della Transsolar hanno provveduto ad analizzare la resa dell’edificio
e, grazie ad una serie di simulazioni, è stato possibile ottimizzarne la forma per ridurre il consumo energetico e aumentarne l’efficienza.