architect: NOA
location: San Giovanni di Fassa - Vigo, Trentino
year: 2023
Un modello sostenibile in Val di Fassa, un'architettura rinnovata integrata nel paesaggio con strutture di valore: stanze immerse nel prato, sauna affacciata sul bosco, nuovi servizi. L'Olympic Spa Hotel è stato sottoposto a un parziale progetto di restyling da parte dello studio NOA che ha giocato con il profilo delle montagne per mimetizzare le strutture nella natura, in un legame forte e sincero con il bosco e le sue cime.
La struttura alberghiera di montagna, situata a Vigo di Fassa, è stata estesa con nuovi spazi e funzioni, compito non semplice se si ha il giusto obiettivo di non alterare gli equilibri naturali e paesaggistici. NOA ha saputo integrare una nuova dependance e una nuova sauna all'edificio originale che risale al 1963. L'intervento mimetico e sostenibile permetterà all'albergo di crescere e offrire agli ospiti un'esperienza più emozionante e una vera full immersion tra le Dolomiti.
“Come per altri progetti analoghi, siamo partiti da un concept generale - ha commentato l'architetto Stefan Rier, founder di NOA con Lukas Rungger -. Per esperienza, sappiamo quanto sia importante definire sempre una visione d'insieme. Anche se inizialmente ci si concentra solo su una parte dell’intervento, quello che si costruisce non è un elemento a sé stante ma diventa il primo passo di un piano complessivo, di più ampio respiro, destinato a svilupparsi nel tempo”.
NOA ha scelto di spostare il baricentro dell’albergo dalla strada provinciale, su cui finora si affaccia la maggior parte delle stanze, al pendio retrostante, che degrada verso valle trasformandosi in bosco, fino a raggiungere il torrente Avisio. Le nuove dieci stanze sono state realizzate lungo il pendio, in parte interrate e collegate all’albergo da un passaggio sotterraneo. La sauna, invece, rappresenta un edificio autonomo, collocata ai margini del bosco, in posizione elevata fronteggiante le cime degli alberi e raggiungibile attraverso un suggestivo percorso aereo. L’enfasi, dunque, è sul contatto diretto con la natura, favorito anche dall’uso dei materiali, dal disegno delle nuove strutture che giocano con il profilo delle montagne, dalle terrazze, dai particolari patii interni inseriti nelle stanze più ampie.
La nuova struttura, che si allunga per ospitare dieci camere e una palestra, è caratterizzata dal particolare profilo, che si ispira a quello di una montagna. A un'estremità, una punta più alta identifica il doppio livello della suite di maggiore ampiezza, poi la copertura si abbassa, con punte ad altezza inferiore in corrispondenza delle altre camere a un solo livello, e, all’estremità opposta, della palestra. Questa silhouette, estremamente riconoscibile nella sua semplicità grafica, intende diventare la cifra stilistica dell’albergo. Anche la palette cromatica dei materiali utilizzati richiama il paesaggio circostante: le falde inclinate e le pareti esterne sono intonacate a grana grossa di un colore grigio che ricorda quello delle pareti dolomitiche. È un intervento che si può definire mimetico, per l’uso di forme e materiali in simbiosi con il paesaggio, e allo stesso tempo sostenibile: sia perché l’intero progetto è stato portato avanti con ditte locali, sia perché il parziale interramento della struttura è studiato per limitare al massimo i volumi.
Nella dependance, l’interramento di una parte del volume offre agli ospiti la sensazione di un contatto più diretto con la natura. Anche il collegamento fra l’albergo e la nuova struttura avviene attraverso un percorso sotterraneo. Ogni stanza è dotata di finestre a tutta parete e di un ampio terrazzo che si affaccia sul paesaggio. Alle nuove camere sono stati dati nomi in lingua ladina, cultura alla quale la famiglia dei proprietari è molto legata.
Così le quattro stanze Te Bosch omaggiano il bosco, elemento di suggestione che dà forma agli interni. In ognuna di esse è stato ricavato un patio interno con pareti trasparenti: uno spazio privato accessibile in ogni stagione, che porta luce e natura all’interno dell’ambiente. La vegetazione del patio, la presenza di una betulla, la vista del cielo, diventano parte di un’esperienza nuova per gli ospiti dell’albergo che possono, per esempio, immaginare di trovarsi all’aperto mentre si fanno la doccia. Oppure, d’inverno, possono vedere scendere la neve da entrambi i lati della stanza, con la sensazione di stare nel mezzo di un bosco alpino. O ancora, possono dormire all’aperto nelle sere d’estate, sui letti sospesi forniti di sacco a pelo matrimoniale, e ammirare il cielo stellato, vista la mancanza di inquinamento luminoso.
Nelle cinque camere Te Aga, dedicate all’elemento dell’acqua, è invece prevista una fontana in pietra da cui sgorga acqua di montagna purissima che nasce a 3.500 m di altezza. Un benefit che l’hotel offre agli ospiti con l'obiettivo di bandire l'uso di bottiglie di plastica. In tutte le stanze è utilizzato il legno, rovere e larice della Val di Fassa, sia per il pavimento che per gli arredi. A una estremità della dependance, in corrispondenza della “cima” più alta della facciata, è collocata la suite a due livelli. L'area notte è ricavata al piano terra, in un'area ribassata di tre gradini per creare maggiore intimità e dare movimento al volume della stanza. Il primo piano è invece tutto dedicato al relax: sauna, doccia emozionale e area wellness sfruttano il volume del caratteristico sottotetto a doppia falda, affacciandosi al di sopra del bosco.
Speciale è la nuova sauna: è sopraelevata e si affaccia al di sopra delle chiome degli alberi. Realizzata interamente in legno, esternamente rivestita in larice e internamente in abete savu trattato con della cera nera, si mimetizza nel bosco e ne offre una vista suggestiva sia dalle vetrate interne sia da un terrazzo laterale. Si può raggiungere direttamente dall’albergo percorrendo una passerella aerea, che lascia libero il prato sottostante (dove, tra l’altro, passa ogni anno la “Marcialonga”, la famosa manifestazione di sci di fondo). Dunque, l’accesso alla sauna è solo esterno, anche in inverno: una scelta che intende promuovere anche in questo caso un contatto forte e diretto con la natura.
La struttura della dependance è in cemento armato. Parte della copertura della dependance è costituita da prato verde, dato che la struttura è parzialmente interrata nel pendio.
“Una soluzione che stiamo proponendo soprattutto per le strutture alberghiere, dove spesso siamo in presenza di cubature importanti,” sottolinea Stefan Rier. “La scelta di interrare una parte della struttura riduce i volumi ed è vincente soprattutto in aree montane di grande suggestione come le Dolomiti”.
Gli arredi sono realizzati su misura in legno di rovere con i nodi, una scelta che riflette la vocazione green dell’albergo e che si collega alla tradizione alpina. Anche nelle forme dei mobili si è cercata continuità con gli stili locali. Dominano colori chiari e naturali, affiancandosi al verde, che richiama la tonalità del bosco di pini.
Il piano di sviluppo dell'hotel prevede la realizzazione di altre strutture e di una nuova zona dedicata al wellness, mentre l'edificio principale sarà sottoposto a un progetto di restyling. Anche la facciata sarà ridisegnata ispirandosi al profilo delle vette circostanti.