La Biennale di Urbanistica/Architettura di Hong Kong e Shenzhen (UABB) ha aperto nel mese di dicembre 2019 nella città di Shenzhen, in Cina.
La sezione "Eyes of the City", curata dal professore del MIT Carlo Ratti (curatore capo), Politecnico di Torino e South China University of Technology-SCUT, (curatori accademici), è stata concepita per una completa fabbricazione digitale, sia a livello locale che attraverso una rete globale di Fab Labs, in collaborazione con la Fab Foundation. La mostra mira a coinvolgere un pubblico globale in una discussione critica sull'impatto dell'A.I. e delle nuove tecnologie sulle città, e incorporerà una piattaforma di riconoscimento facciale nei propri spazi. "Eyes of the City" rimarrà aperta fino a marzo 2020 e presenterà una serie di eventi pubblici con oltre 80 relatori internazionali, promuovendo lo scambio di conoscenza.
Le installazioni di "Eyes of the City" sono state prodotte e assemblate in loco: una scelta che vuole essere sia un tributo al ruolo di Shenzhen come "fabbrica del mondo", sia un modo per introdurre la digital fabrication in un processo espositivo. Per ogni progetto, gli espositori hanno fornito una serie di precise istruzioni per la sua realizzazione, che in concomitanza con l'apertura della mostra saranno disponibili online, in open source, per consentire a chiunque sia interessato non solo di disporre del materiale, ma anche di utilizzarlo per ricostruire le installazioni o di svilupparle secondo le proprie esigenze.
Per ampliare ulteriormente i confini dell'iniziativa, "Eyes of the City" ha annunciato una partnership con la più grande rete mondiale di Fab Labs, la Fab Foundation: le tematiche e i concetti che si svilupperanno durante l'evento, potranno raggiungere anche chi non parteciperà alla mostra grazie ai laboratori presenti in molte città tra cui Hong Kong (Openground), Shenzhen (SZOIL), Seoul, San Francisco, Boston e Lima. Collegati in rete tra di loro, potranno diventare fulcro di sperimentazione delle idee e dei progetti che sono stati presentati per la prima volta a Shenzhen, migliorandone le caratteristiche o reinterpretandoli grazie ad una contestualizzazione locale.
"Il titolo 'Eyes of the City' è stato ispirato dall'idea degli 'eyes on the street' di Jane Jacobs, che riportò le persone al centro della creazione della città. La mostra riflette su ciò che accade quando il paesaggio urbano stesso acquisisce la capacità di osservarci. In un momento in cui le tecnologie urbane sono sotto controllo in tutto il mondo, abbiamo cercato di innescare conversazioni e creare collegamenti ben oltre Shenzhen" ha affermato Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab presso il Massachusetts Institute of Technology. "L'approccio in rete e open source è stato concepito per incoraggiare uno scambio critico oltre i confini. Siamo entusiasti di collaborare con la Fab Foundation per raggiungere questo obiettivo".
"Eyes of the City" mette in mostra più di 60 installazioni da tutto il mondo, selezionate attraverso una "open call" per progetti architettonici, progetti di ricerca e saggi teorici che ha ricevuto oltre 280 proposte. I temi della mostra hanno inoltre ispirato una serie di conferenze e seminari che porteranno a Shenzhen oltre 80 relatori, presso il Shenzhen Museum of Contemporary Art and Urban Planning (MOCAUP).
"'Eyes of the City'" esplora il ruolo cruciale che la tecnologia è destinata a svolgere nella nostra vita urbana quotidiana. Le nostre città, potenziate dalla tecnologia, potrebbero migliorare il benessere delle persone: ma anche trasformarsi in luoghi distopici. Un dibattito aperto può rappresentare un antidoto a questo scenario. L'ottava edizione di UABB è la prima Biennale a includere università tra i suoi curatori: questo è stato fondamentale per assicurare uno scambio aperto di conoscenze alla base del processo curatoriale. Abbiamo creato una piattaforma di dibattito, organizzando una serie di colloqui con ospiti e studiosi autorevoli " ha affermato Michele Bonino, Delegato del Rettore per le relazioni con la Cina del Politecnico di Torino.
La mostra si estende su una superficie di oltre 5.000 mq, reagendo alla posizione del suo hub di trasporto con un design unico, ispirato alle aree commerciali duty-free. Il progetto architettonico è stato sviluppato da CRA e Politecnico di Torino (DAD - China Room), mentre il linguaggio visivo è stato ideato dalla grafica olandese Mieke Gerritzen. La posizione nel cuore della stazione alta velocità di Futian diventano anche strumenti per coinvolgere un pubblico più ampio di visitatori, viaggiatori e passanti.
Concentrandosi su varie tecnologie e sul loro impatto sulla vita quotidiana e sulle pratiche di progettazione, "Eyes of the City" è la prima mostra di architettura a includere il riconoscimento facciale nei propri spazi espositivi. È possibile accedere alla mostra attraverso due punti informativi, progettati dallo studio olandese MVRDV con il supporto di The Cooper Union, che incorporano la tecnologia di riconoscimento facciale ma offrono alle persone la possibilità di preservare il loro anonimato indossando un adesivo "opt-out" e conoscendo la posizione delle fotocamere in anticipo, grazie a indicazioni esplicite. Il percorso espositivo è diviso in otto sezioni, ognuna delle quali affronta un aspetto diverso dell'impatto della tecnologia sulle città: World’s Urban Lab; Mobility Landscapes; Silicon Pupils; Digital Society; Design Intelligence; Artificial Ecologies; Resisting technologies e Curating the City.