area 121 | industrial building

architect: Vaíllo & Irigaray + Galar

location: Ripagaina, Huarte, Navarra

year: 2009

La centrale per la raccolta del rifiuto urbano residuo è un edificio pulito, un edificio in grado di coesistere con il resto della città, non è una struttura da nascondere per forza, nonostante la maggior parte di tali strutture sia simile ad una fabbrica, sia di tipo industriale, “cieco”, in qualche modo insensibile nei confronti dell’ambiente che lo circonda.
È proprio da queste considerazioni che nasce il desiderio di dare al centro tratti biomorfi, nell’intenzione di accentuarne la personalità e agevolare la coesistenza con altri edifici; la struttura progettata è dotata di naso e occhi, per cui odora e vede. A causa delle attività che si svolgono al suo interno tuttavia, la centrale ha anche “viscere” piuttosto rumorose, è stato quindi necessario progettare un edificio che avesse più di una corazza, più di uno strato, a garantire l’isolamento acustico: ecco dunque che nasce un edificio con le “squame”. Un edificio dal rivestimento ben riconoscibile, con una scala tale da non potersi confondere con il resto, concettualmente in linea con il luogo e con la “cultura” che va a creare: la cultura dell’ecologia o “cultura verde”.
La centrale di Ripagaina raccoglierà i rifiuti di 5540 abitazioni, derivanti da 214 punti di raccolta. L’igiene e il rispetto per l’ambiente sono aspetti fondamentali da tenere in considerazione quando si raccolgono e si stoccano, seppure temporaneamente, rifiuti di 5000 abitazioni. Nel caso di Ripagaina la raccolta avviene con standard nettamente superiori rispetto alla norma:
- Si registra un risparmio sia nei costi di trattamento che di manutenzione per ogni tonnellata di rifiuti;
- Viene promossa una raccolta ben differenziata e un utilizzo oculato dei sistemi di raccolta che evita che vengano gettati imballi di grandi dimensioni;
- Rumore e odori vengono eliminati, la spazzatura può essere gettata ad ogni ora del giorno evitando problemi sanitari e di igiene derivanti dallo stoccaggio temporaneo dei rifiuti;
- I veicoli per la raccolta tradizionali vengono eliminati e con questi si elimina l’inquinamento acustico e atmosferico, gli odori, i problemi di traffico legati alle soste;
Una centrale per la raccolta del rifiuto solido urbano funziona come un enorme stomaco urbano: aspira i residui dal punto in cui sono stati originati, li ingoia, li separa e li compatta per poterli evacuare per mezzo di camion in diversi punti di trattamento, riutilizzazione e riciclaggio. Aspirare e compattare sono le funzioni specifiche della centrale. Un grande aspiratore, per mezzo di un condotto, riesce a introdurre i residui nella centrale, che funziona come un grande intestino urbano.
I differenti residui vengono impacchettati in formati dal volume geometrico ridotto e, nel contempo, classificati per poter essere sottoposti al giusto tipo di trattamento e riciclaggio.
All’interno della centrale, le turbine, i decantatori, i compattatori, i filtri sono tutti collegati allo stesso condotto dei rifiuti, a sua volta connesso, tramite tubi sotterranei, alle diverse abitazioni in una sorta di sfintere del quartiere. Volendo riprendere l’analogia con il corpo umano, lo stomaco, l’intestino e lo sfintere si conformano mediante una geometria dipendente dal suo funzionamento e dalle esigenze del “flusso”, allo stesso modo, la centrale obbedisce alle proprie esigenze funzionali radicali derivanti dal flusso e dalla sua meccanica.
Di conseguenza, la forma assunta dalla centrale deriva dalla sua funzione meccanica e dalle variabili volumetriche e direzionali, così come dalle macchine e dai flussi che racchiude. La geometria assume le sembianze di un rivestimento che riprende la forma degli organi e dei movimenti interni.
Allo stesso modo, il contenitore si deforma per poter digerire i rifiuti, esattamente come l’intestino umano. Il volume è rivestito, nelle facciate e nella copertura del tetto, con squame di un unico materiale e realizzate con uno stesso sistema costruttivo, ovvero lamine di grandi dimensioni (2,5 m x 1,5 m) in alluminio riciclato e laccato, di spessore minimo. Il sistema costruttivo utilizzato nel rivestimento è pensato per poter sfruttare al meglio il materiale di copertura stesso e, in particolare, la deformazione della sottile lamina in alluminio. La forma “rigonfiata” delle squame viene messa in evidenza, conferendo alla composizione dei pezzi che costituiscono il volume la scala adeguata e ricordando che ogni processo digestivo produce gonfiore, dovuto ai gas interni generati. La stessa composizione “patchwork” riflette l’intensità dell’iconografia desiderata.