architect: Maurice Nio - NIO architecten

location: Prato, Italy

year: 2016

Cresce l’attesa per il Grand Opening del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, in calendario il prossimo 16 ottobre 2016, dopo il completamento dell’avveniristico ampliamento dell’architetto olandese Maurice Nio e la riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini. Il Centro Pecci sarà infatti l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020.
In occasione della sua riapertura, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci presenta la mostra "La fine del mondo", a cura del Direttore Fabio Cavallucci con la collaborazione, oltre che del team interno, di un nutrito gruppo di advisor internazionali composto da Antonia Alampi, Luca Barni, Myriam Ben Salah, Marco Brizzi, Lorenzo Bruni, Jota Castro, Wlodek Goldkorn, Katia Krupennikova, Morad Montazami, Giulia Poli, Luisa Santacesaria, Monika Szewczyk e Pier Luigi Tazzi.

“Il titolo La fine del mondo nasce dalla considerazione che ciò che abbiamo conosciuto finora è obsoleto – sottolinea Fabio Cavallucci, Direttore del Centro Pecci. La mostra non vuol essere dunque la rappresentazione di un futuro catastrofico imminente, ma insieme presa di coscienza della condizione di incertezza in cui versa il nostro mondo e riflessione sugli scenari che ci circondano. I mezzi, anche concettuali, d’interpretazione della realtà che noi abbiamo conosciuto non sono più in grado di comprendere il tempo presente. Di qui, da questo cambiamento strutturale, nasce un senso diffuso di fine.”  Attraverso le opere di oltre 50 artiste e artisti internazionali e con un allestimento che si estenderà sull’intera superficie espositiva del museo di oltre 3000 metri quadrati, la mostra si configura come una specie di esercizio della distanza, che spinge a vedere il nostro presente da lontano.

“Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio - photo by Ivan D’Alì
“Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio - photo by Ivan D’Alì

Nel 1988 nasceva a Prato il primo centro dedicato all’arte contemporanea in Italia. Voluto dall’imprenditore Enrico Pecci e donato alla città in memoria del figlio Luigi, il Centro fu costituito con il supporto di numerosi soci fondatori, tra i quali il Comune di Prato, l’Unione industriali, la Cassa di Risparmio di Prato e una fitta schiera di privati cittadini, raro esempio italiano di collaborazione tra enti pubblici e mecenati privati. La sua missione è stata quella di promuovere la sensibilità verso l’arte emergente — nazionale e internazionale— attraverso programmi di mostre temporanee, attività didattiche, di documentazione e informazione, spettacoli ed eventi multimediali. Il Centro Pecci vanta una collezione unica in Italia con oltre 1.000 opere dei principali artisti internazionali: da Anish Kapoor a Jan Fabre, da Jannis Kounellis a Sol LeWitt, così come dei grandi italiani del secolo scorso, come Mario Merz o Michelangelo Pistoletto. La collezione è stata purtroppo per lungo tempo sacrificata nei magazzini per la mancanza di spazi espositivi.
Per garantire la giusta valorizzazione di questo patrimonio, all’inizio degli anni Duemila il Centro Pecci ha deciso di raddoppiare la superficie espositiva e, allo stesso tempo, di ristrutturare l’edificio originario di Gamberini, che ormai presentava alcuni aspetti critici e obsoleti. I lavori di ampliamento, sostenuti dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana attraverso i Fondi Europei, sono iniziati nel 2006 e sono stati incentrati sulla costruzione di una nuova ala dal forte impatto architettonico, collegata alla sede originaria, di cui nel frattempo sono stati riqualificati e potenziati funzioni e servizi. L’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia ha supportato la nascita del nuovo edificio. ll complesso, a conclusione dei lavori, si estenderà su una superficie di quasi 10.000 metri quadrati, e oltre agli spazi espositivi ospiterà un archivio e una biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi, un teatro all’aperto da 1.000 posti, un cinema/ auditorium da 140 posti, uno spazio performativo da 400, un bookshop, un pub/bistrot e un ristorante, oltre a laboratori e varie sale d’incontro. E così oggi, dopo quasi trent’anni di attività, il Centro Pecci raddoppia. In due sensi: amplia la propria sede e il programma culturale. Due iniziative profondamente legate fra loro perché nate da un comune obiettivo: dotare il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato di una nuova energia culturale, capace di esprimersi sia attraverso i contenuti espositivi sia attraverso gli spazi costruiti. Un’energia chiamata a penetrare e a coinvolgere il territorio attraverso una nuova architettura, voluta e concepita per dare nuove funzionalità alla struttura preesistente, per raddoppiarne la superficie, per stabilire nuove relazioni fra il museo e la città, fra l’arte e il territorio regionale.
L’ampliamento è firmato da Maurice Nio —l’architetto olandese fondatore dello studio di Rotterdam NIO architecten — uno dei più originali interpreti della cultura architettonica del nostro tempo. Commissionato dalla famiglia Pecci nel 2006, il progetto è animato dalla volontà di far proprio il nuovo programma culturale del museo. La raccolta delle opere —costantemente in fieri e orientata negli ultimi anni a privilegiare anche la produzione artistica italiana e regionale— ha sollecitato l’urgenza di nuovi ambienti, destinati a ospitare stabilmente il ricco patrimonio della collezione.

Scala della nuova ala progettata da Maurice nio - photo by Ivan D’Alì
Scala della nuova ala progettata da Maurice nio - photo by Ivan D’Alì

Il progetto di Nio mira a favorire la permeabilità fra il centro e il suo territorio. L’edificio esistente viene integralmente conservato e lasciato intatto in tutti i suoi aspetti. A esso si accosta, in forma di anello, un nuovo volume che, riprendendo il disegno dell’originario parco circostante, si orienta verso la dimensione pubblica. Grazie alla nuova entrata, al bookshop e al ristorante situati all’interno di un corpo trasparente al piano terra, il Centro si rivolge all’esterno, sollecita curiosità, invita all’interazione, si apre alla città, mediato da un giardino sperimentale e da una ampia piazza. Il punto più alto del complesso espositivo è raggiunto da un elemento simile a un’antenna capace, da un lato, di rappresentare la volontà di captare le nuove forme di creatività vive nel territorio, dall’altro di denunciare la presenza importante di un luogo deputato alla loro promozione, di immediatavisibilità sia per chi proviene dall’autostrada sia perchi arriva a piedi dalla città. Fin dalla primaformulazione del progetto, Maurice Nio ha scelto per il nuovo edificio un titolo dal forte sapore evocativo: Sensing the Waves, suggerendo la suafunzione di recettore (e magari anche di trasmettitore) capace di captare e divulgare le vibrazioni del tempo presente.
Sotto l’antenna, una nuova mappa di funzioni e di percorsi lega l’originario edificio di Italo Gamberini a quello di Maurice Nio. Il progetto dell’olandese poggia su un sistematico ripensamento delle funzionalità espositive che si manifestano all’esterno attraverso larealizzazione di un oggetto ambiguo, inaspettato, inusuale che si offre a molteplici chiavi di lettura. Un linguaggio sottile e ragionato che sembraguardare al di là della consuetarealizzazione, in ambito internazionale, di centri d’arte come grandi icone urbane. Confermando l’attenzione verso la scena internazionale e consolidando il proprio legame con il territorio, il Centro Pecci assume da oggi un ulteriore importante obiettivo con cui affrontare i prossimi decenni.

Rispetto al carattere rigido e meccanico della struttura preesistente —in parte ispirato all’architettura industriale di Prato—, il nuovo progetto, racconta Nio, propone un linguaggio intessuto di forme fluide e sognanti. Abbraccia e circonda l’edificio originario, sfiorandolo solo quando è necessario.

nome del progetto: Sensing the waves
luogo: Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, viale della Repubblica 277, Prato, Italia
progettista e direttore artistico: Maurice Nio (NIO architecten) / www.nio.nl
responsabile del procedimento per il Comune di Prato: Luca Piantini 
direzione lavori: Paolo Bartalini (dal 2007 al 2012)
progetto e direzione lavori per la ristrutturazione e l’adeguamento dell’edificio originale di Italo Gamberini: Antonella Cacciato (2012)
progetto sistemazioni esterne: Massimo Lastrucci (dal 2013 al 2016)
geologo: Deborah Bresci (dal 2007 al 2011), Damiano Franzoni (dal 2012 al 2016)
progetto di ingegneria strutturale: Ingenieursbureau Zonneveld, Iacopo Ceramelli, Alberto Antonelli, Daniele Storai
direzione operativa delle opere strutturali: Andrea Vignoli, Claudio Consorti
impianti meccanici e antincendio: Dante Di Carlo
impianti elettrici: Maurizio Mazzanti (CMA)
coordinatore per la sicurezza: Paola Falaschi
progetto illuminotecnico: Bernardo D’Ippolito (Kino Workshop)
acustica: Pietro Danesi
collaudatore: Massimo Perri
amministrazione: Stefania Galli
costo (nuovo edificio, risistemazione spazi esterni e ristrutturazione vecchio edificio): Euro 14.400.000
tempi: progetto: 2006
inizio dei lavori:
2007
termine dei lavori:
2016
superficie totale dell’ampliamento di NIO architecten: 7.815 metri quadrati (di cui: 5.170 metri quadrati al piano seminterrato, 825 metri quadrati al piano terra, 1.820 metri quadrati al primo piano)
superficie totale dell’edificio originario di Italo Gamberini: 4.310 metri quadrati (di cui: 2.365 metri quadrati al piano seminterrato, 655 metri quadrati al piano terra, 1.290 metri quadrati al primo piano) 
superficie totale del Centro Pecci (ampliamento di NIO architecten + edificio originario di Italo Gamberini): 12.125 metri quadrati