area 108 | Mexico City

architect: at 103

location: Mexico City

year: 2006

Lo scrittore inglese Thomas De Quincy, nel suo classico ”Le confessioni di un mangiatore d’oppio”, descrive il piacere nel veder bruciare un edificio dopo essersi assicurati che non ci siano né vittime né rischi connessi. Un secolo più tardi, gli austriaci Coop-Himmelb(l)au, quasi come piromani, utilizzano il fuoco come materiale da costruzione nei loro primi lavori di architettura e Bernard Tschumi, svizzero francese, arriva persino a teorizzare un’architettura in grado di produrre un piacere pirotecnico, con valenza pratica, comparabile a quella dell’accendere un fiammifero.
La realtà, già tragica di per sé, offre piaceri meno estremi di quelli descritti dal mangiatore d’oppio inglese reo confesso e dagli architetti neoavanguardisti europei. Tuttavia, si tratta probabilmente di piaceri più pratici. Non senza una certa valenza simbolica, le autorità statali e comunali di Città del Messico hanno deciso di erigere, sul sito che fu teatro di un terribile incendio, fonte di brutti ricordi, una stazione dei vigili del fuoco. Per selezionare i progettisti, si è giustamente optato per un concorso ad inviti. Al di là del valore simbolico, l’intervento su viale Insurgentes, uno dei più importanti di Città del Messico, ha anche un risvolto pratico. In virtù delle condizioni del sito e dell’intento programmatico che, oltre alla suddetta stazione dei vigili del fuoco, prevede un’area destinata al pubblico per ricezione e consultazione, il progetto si presenta come un volume parallelepipedo sopraelevato, dalla geometria lineare che sembra scomparire dietro ad una facciata che ingloba il contesto in un gioco di riflessi, sospeso sopra l’area di manovra e parcheggio dei camion. Quest’ultima si estende verso la strada o, viceversa, sembra inglobare lo spazio urbano generandolo attraverso l’analisi dei movimenti dei veicoli stessi. All’interno di questa scatola cromata, i due usi si alternano e completano a vicenda e si articolano su diversi piani con aperture che variano di dimensioni, fornendo fonti di luce e canali di comunicazione tra i diversi livelli, oltre a spazi dove inserire i tipici pali in alluminio per la discesa dei vigili del fuoco durante le emergenze.
In tal modo, generando una condivisione dello spazio attraverso gli scorci incrociati negli atri, che non diventa mai vera e propria commistione, l’edificio riesce ad integrare i due usi: la stazione dei vigili del fuoco e la cosiddetta bomberoteca (biblioteca dei vigili del fuoco), collegando inoltre, dal primo piano, entrambe le sezioni alla strada e a quello che vi succede. Una volta costruita la stazione dei vigili del fuoco, cominceranno ad arrivare anche le chiamate d’emergenza. A quel punto, con un piacere più innocente di quello provato da Thomas De Quincy di fronte ad una casa in fiamme, si potrà ammirare con entusiasmo la complessità e la completezza di questo edificio urbano che sfrutta uno dei più importanti servizi di pubblica utilità, per avviare una riflessione e sviluppare una ricerca architettonica.

Founded with the clear intention to investigate and create new techniques for architecture in the contemporary city, a multidisciplinary group shares a need for integration among the capacities of logistics and the multiplicity of knowledge. Each member contributes within its particular field of experience together with its dedicated commitment for innovation. This methodology of associations tries to identify specific modes of action taking MEDIA as a tool that allows the understanding of TIME and SPACE. Architectural typologies are in constant mutation in order to survey on the idea of a SKIN as a surface that within its space allows the existence of a BODY. To explore the relationship between two autonomous but interrelated systems: surface and program, as instruments of negotiation. Through MEDIA ”Low-Tech High-Resolution” effects can be achieved, the set of relationships rule the materiality of the projects: Skin becomes the outfit that protects the body while the body contains all programmatic activities. The focus is placed on the relationship between the various spaces and their changeability over time rather than in the spaces themselves. www.at103.net