architect: External Reference Architects

location: Barcellona

year: 2017

Oggigiorno, l'architettura possiede gli strumenti per creare la giusta ambientazione in cui poter gustare un pasto eccellente.
Grazie al ruolo dei social media all'interno della cultura gastronomica contemporanea, ai reality televisivi sulla cucina, e alla fama di rinomati chef in tutto il mondo, il mondo del cibo è argomento di forte interesse per molti di noi e conseguentemente l'industria gastronomica è sempre più volenterosa di costruire luoghi della convivialità.
Contribuendo a delineare l'identità ed i valori dell'ente gastronomico, la progettazione architettonica si presta al servizio dell'utente al fine di vivere un'esperienza sensoriale a trecentosessanta gradi, data non solo dal sapore dei cibi proposti, ma anche dalle sensazioni trasmesse da ciò che lo circonda.
Gradualmente l'industria gastronomica sta infatti sempre più abbracciando l'idea di architettura come componente fondamentale all'interno di un locale di degustazione; assecondando tale concezione, non si può non essere menzionare "Alkimia", ristorante stellato Michelin, situato nel centro di Barcellona, progettato dallo studio di architetti External Reference Architects.
External Reference è uno studio di progettazione multidisciplinare con sede a Barcellona, il cui obiettivo è l'eliminazione dei confini tra architettura, arti visuali e fabbricazione digitale per la generazione di nuove esperienze spaziali.
Ed ecco che cenare ad "Alkimia" permette al visitatore di vivere un'esperienza sensoriale molto più profonda della classica assaporazione di cibi.

photo by Carmelo Zappulla

Il ristorante "Alkimia" si colloca nel centro storico della città di Barcellona, al piano terra di un palazzo modernista, risalente al 1864 e rimasto abbandonato per oltre quaranta anni.
La proposta progettuale ha dunque tenuto conto di distinti aspetti, come il contesto culturale in cui si va ad operare, la storia dell'edificio, cercando di mantenere un'originale patina retro, e l'offerta gastronomica proposta, trattandosi di un ristorante stellato Michelin, la cui cucina presenta prevalentemente piatti a base di pesce.
Il progetto mira essenzialmente a stabilire una connessione tra il passato dell'edificio e il design di nuova costruzione, salvaguardando la bellezza ottocentesca dell'architettura e generando un percorso sensoriale composto dall'unione di elementi architettonici, fragranze, sapori e note distinte.
Questa è l'essenza di "Alchimia": rispondere concretamente ai requisiti della destinazione d'uso del locale offrendo inoltre una serie di caratteristiche extra che contribuiscano all'unicità del progetto.
Il risultato è uno spazio composto da due sale ("Alkimia" e "Alkimia Un-plugged"), separate da una partizione flessibile, trasparente e leggera.
Il ristorante è concepito come una scenografia teatrale, che contribuisce all'intera esperienza sensoriale.
Le distinte parti della scenografia traggono ispirazione dal mondo acquatico, prendendo in riferimento la pelle e lo scheletro del pesce, e tramutandoli in installazioni artistiche e arredamento ad hoc, da posizionare tutto intorno il locale.
Al fine di preservare la bellezza e l'originalità dell'edificio, non sono previsti interventi strutturali, né trasformazioni permanenti, bensì il nuovo è elemento aggiunto all'antica struttura, sovrapposizione e stratificazione, anziché demolizione.
In generale gli architetti hanno cercato di bilanciare la presenza di elementi realizzati con nuove tecnologie e di altri fabbricati secondo la tradizione costruttiva tradizionale.
L'apparato del ristorante si compone di una reception, di un centro di cucina, essenza e matrice del design, a simboleggiare l'intero sistema neurale della struttura e formato da partizioni vetrate, e da un laboratorio per la sperimentazione del cibo, con a capo lo chef Jordi Vilà.
La "spina del pesce" consiste in un percorso che collega le due sale di degustazione, contornato da una struttura lignea che incarna l'ossatura del ristorante.
Ogni singolo dettaglio è curato minuziosamente.
L'esperienza gastronomica ad "Alkimia" è coreografata da pannelli decorativi trasparenti, multiformi e in resina, elementi lignei e pezze di tessuto che descrivono il concept del mondo acquatico, tanto quanto gli arredi appositamente studiati.
Il progetto si è aggiudicato il Primo Premio all’InArchPremio internazionale di architettura e design di ristoranti d’autore 2017, e il Primo Posto all’SBID International Design Award 2017.

title Alkimia
project External Reference Architects (Carmelo Zappulla, Nacho Toribio)
concept designer Chu Uroz
lighting designer Josep Maria Civit
AV content Onion Lab
collaborators Stuart Mags, Elena Mitrofanova, Chiara Caselli, Pierfrancesco Nicotra, Daniela De Luca
photographer Adrià Goula, Carmelo Zappulla