Tecla Elvira Magugliani, comitato tecnico BagnoDesign

La forza di ogni azienda sta nella capacità di vendere il proprio prodotto e di essere visibile come marchio. Lo showroom, biglietto da visita della medesima, si trasforma al fine di soddisfare le esigenze dell’utente finale che sempre più risulta essere consapevole delle proprie scelte. Scelte che vengono molte volte fatte ancor prima di recarsi nel punto vendita. L’utente si reca nello showroom alla ricerca di qualcosa di più di una sala mostra, ecco allora che fondamentale risulta essere il primo approccio che si ha entrando in questo luogo. Cosa si ricerca? Sicuramente il design e le novità. Ma oggi più che mai si è alla ricerca di qualcosa di più completo, che ci soddisfi a trecentosessanta gradi. Si è alla ricerca di un luogo dove si possa immaginare il proprio ambiente domestico, dove sia possibile toccare con mano il prodotto, dove si riescano a percepire i suoni, i profumi, i materiali e le cromie legate al luogo che si può solo immaginare e che deve prendere forma. Questo ambiente deve soddisfare e far sognare l’utente finale, stimolare e incuriosire il progettista. Non si tratta più di luoghi ibridi e privi di essenza, dove l’oggetto era presentato come in una sorta di catalogo, ma di luoghi che simbolicamente riassumono ricerca, progettazione, design e storia. Spazi che ci permettano di immaginare, che vadano oltre la scelta dell’oggetto da acquistare: quella è una scelta che si compie a priori attraverso altri canali e altri strumenti, in particolare tramiteil web. Cosa deve darci allora uno showroom per essere in grado di affrontare questo particolare momento di crisi economica? Deve vivere di una propria identità attraverso una progettazione consapevole dello spazio e una razionalizzazione mirata dei marchi esposti dove ciò che è importante è mettere in evidenza il proprio linguaggio attraverso le scelte fatte.