area 141 | vacation

architect: O-office Architects

location: Shenzhen, Cina

year: 2014

foto: Chaos.Z

Costruita nel 1989 nell’area est di Shenzhen, frontiera della riforma economica cinese, la fabbrica di Honghua Dyeing ha vissuto appieno il boom industriale. Il sito, che si estende per otto ettari, è tuttavia stato abbandonato nel 2003, in seguito al mutamento della vocazione economica della città, da polo industriale-manifatturiero a centro culturale e dedicato all’innovazione. Nel 2012, le autorità locali hanno deciso di trasformare lo stabilimento industriale di HongHua in un’incubatrice urbana di arte e cultura, inserita nell’area est di Shenzhen, area costiera inserita, a sua volta, in una riserva ambientale e già divenuta nuovo centro d’attrazione turistica e polo ricreativo di una città in continua espansione. Il progetto per la ristrutturazione di tale rovina post-industriale è stato affidato allo studio O-office. In conformità con il piano generale esistente, l’ex dormitorio per gli operai n.2 diviene un ostello della gioventù. Situato sul versante nord della vallata, l’edificio in muratura a quattro piani era originariamente destinato ad ospitare i primi operai-immigrati che avevano lasciato il proprio paese natale per trasferirsi e lavorare nella moderna città. Contrariamente a quanto avvenuto con l’ex stabilimento industriale, ormai ridotto a rovine, gli alberi di fico del Banian di fronte all’edificio si ergono ancora vigorosi, a simboleggiare la rinascita del sito.

Considerato il budget limitato destinato al progetto, lo studio O-office ha cercato di ridurre al minimo gli interventi e di mantenere pertanto intatti gli elementi caratteristici dell’edificio. All’interno della vecchia struttura l’unico intervento previsto è la ristrutturazione del corridoio interno con l’inserimento di nuove colonne verticalmente e tubature orizzontalmente, coperte dal nuovo soffitto. L’unico intervento sulla facciata esterna invece, è l’inserimento sulle aperture esistenti di nuove finestre-vetrina in acciaio nero. Tali finestre, dal primo al terzo piano, sono pensate come spazi di servizio per le stanze degli ospiti, sono dunque qui alloggiate le unità del sistema di condizionamento, le finestre estendono inoltre la stanza fino a lambire le enormi chiome degli alberi di Banian, che circondano l’edificio.
Le stanze del dormitorio originario, poste al piano terra, sono state ristrutturate con minimi interventi sulla struttura originale e convertite in due grandi ambienti in cui si collocano le aree comuni dell’ostello, come il bar, la cucina e le sale relax. Le finestre-vetrina di tali spazi comuni si presentano come una sequenza di aperture piccole e accoglienti, con vista sulla natura circostante. Nonostante la modesta entità degli interventi, il progetto dà vita ad uno spazio dal sapore contemporaneo, mantenendo vivo il ricordo della struttura pre-esistente.