Il Premio Architettura Città di Oderzo (PAO), giunto alla sua XVII edizione, nel prossimo mese di aprile renderà noti il progetto vincitore e i segnalati. Il momento della premiazione conferma ancora una volta la continuità con la quale dal 1997 a oggi il Premio promuove l’architettura di qualità. Una storia che continua a descrivere il suo percorso attraverso le numerose edizioni, annuali fino al 2005, biennali dal 2006 a oggi.
Sono trascorsi 24 anni dalla prima edizione, durante i quali sono stati indetti 17 bandi di partecipazione per un totale di oltre 1.400 opere presentate, tutte realizzate - tranne alcune eccezioni - nelle regioni del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia come richiesto dal Premio, attento al territorio del Triveneto e alle ricadute di tali opere sulla comunità. Numeri che nel corso degli anni si sono legati alla qualità dei progetti premiati e selezionati, oggetto di interesse della critica architettonica e di molteplici letture nella pubblicistica di settore, ma anche in quella generalista. Fra questi la Casa e atelier d’artista di MoDus Architects a Castelrotto (Bolzano), la Cantina Hofstatter a Termeno (Bolzano) di Walter Angonese e Markus Scherer, la Scuola dell’infanzia a Covolo di Pederobba (Treviso) di C+S associati, il Tabià a Selva di Cadore (Belluno) di EXIT architetti associati, la Casa C a Vicenza di Vittorio Longheu, i Socialofts a Oderzo (Treviso) di Alfonso Cendron, Due case private a Moruzzo (Udine) di GEZA. Diversi sono gli architetti che più di una volta hanno vinto o sono stati segnalati, tanto che il Premio costituisce oggi un vero e proprio "archivio" capace di testimoniare la crescita e l’evoluzione progettuale di altrettanti studi di architettura.

Organizzato dal Comune di Oderzo, dalla Provincia di Treviso, dall’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Treviso, dalla Fondazione Oderzo Cultura onlus e da Assindustria VenetoCentro, il Premio nasce in ambito pubblico con la ferma convinzione che l’interazione con il mondo professionale e con quello imprenditoriale possa produrre processi virtuosi di ampio respiro.
La storia del premio si dipana anche fra i nomi illustri delle varie giurie che negli anni si sono susseguite, composte, fra gli altri, da Manuel Aires Mateus, Valentin Bearth, Paolo Bernabé, Sebastiano Brandolini, Renata Codello, Nicola Di Battista, Fulvio Irace, Peter Lorenz, Carlo Magnani, Gino Malacarne, Marco Mulazzani, Carlo Olmo, Carmen Pinós, Sergio Polano, Jordi Querol Piera, Patricia Viel.
La giuria è di alto profilo anche quest’anno con Paolo Baratta (economista e già Ministro, per tre mandati consecutivi alla guida de La Biennale di Venezia) come presidente, Maria Claudia Clemente (Labics), Alfonso Femia (Atelier(s) Alfonso Femia), Carlo Birrozzi (direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e Massimo Tonello (Tonello Servizi).
Sono state valutate 111 opere, delle quali 74 afferiscono alla sezione "PAO XVII", 22 alla sezione "Architetture dei luoghi del lavoro", 15 alla nuova sezione "Architetture di montagna".
L’architettura è intesa dal Premio come un servizio e un valore per il territorio e per la comunità. Alla base dei progetti premiati e selezionati c’è sempre una forma di etica che muove i loro attori (pubblici e privati) a pensare lo spazio come espressione corale delle esigenze ora dei luoghi ora delle popolazioni che ne usufruiscono, in maniera diretta o indiretta.