Grazie alla generosa donazione dello Stato del Qatar, la sala XIX dell'Onu di Ginevra è stata oggetto di un'opera imponente. Il progetto è stato commissionato allo studio d'architettra PEIA Associati: reinterpreta la diplomazia, il valore della tradizione, della calligrafia e del paesaggio del Qatar attraverso materiali, tecnologie e linguaggi contemporanei della cultura del design. La sala XIX, con una capacità di 800 posti a sedere e una superficie di 4.000 metri quadri, è la più grande e tecnologicamente avanzata dell’ONU, modello per i progetti futuri.
Il restyling del soffitto è realizzato con Mesh Sheets, il prodotto più iconico della famiglia WOOD-SKIN, che permette una totale libertà delle forme. È stata così creata una macro-membrana architettonica di circa 1.000 metri quadri in legno di Okumè, un’essenza calda e dal disegno fiammato, di grande leggerezza, perfetta per essere ancorata alla storica struttura preesistente. Il sistema WOOD-SKIN ha permesso inoltre di integrare in maniera fluida, l’illuminazione circadiana firmata Flos e la complessa impiantistica richiesta da una sala per conferenze del futuro. Aria condizionata, proiettori video, camere robotizzate e sensoristica sono stati attentamente posizionati in fase progettuale e accostati in opera senza soluzione di continuità, creando un impianto organico che sfrutta le caratteristiche di WOOD-SKIN quale piattaforma per integrazione tecnologica.
Un'importante caratteristica dello spazio è l’acustica ad alte prestazioni: i software di modellazione parametrica hanno permesso la simulazione del comportamento della superficie e la sua deformazione fino al raggiungimento delle masse desiderate e stabilite dalle necessità tecnico/acustiche. I pannelli delle pareti e del soffitto, infatti, oltre ad avere caratteristiche di diffusione del suono, sono ingegnerizzati per gestire le alte e basse frequenze sonore. Le geometrie complesse offrono una superficie irregolare che aiuta la diffusione del suono e dunque la riduzione dell’eco. I tessuti all’interno del rivestimento invece garantiscono un comportamento a membrana che, più simile a un materiale tessile che a un pannello di legno, assorbendo cosi anche le basse frequenze. L’utilizzo di un linguaggio scultoreo, rompe la simmetria della sala conferenze circolare, donando allo spazio un nuovo dinamismo, ma anche inedite rappresentazioni metaforiche.
Il soffitto richiama il movimento incessante delle dune e riflette il movimento dell’alba e del tramonto mediante il sistema d’illuminazione circadiano. I pannelli in legno a onda sulle pareti cambiano ritmo secondo l'ottimizzazione acustica dello spazio circolare, ma rappresentano anche gli sforzi dell'ONU per promuovere e facilitare risoluzioni pacifiche e diplomatiche. L’opera architettonica di Peia interpreta lo spazio nella sua complessità e nella sua più alta rappresentazione. WOOD-SKIN, grazie alla sua innovativa tecnologia, fornisce la soluzione per realizzare le sfide di design più complesse.
Il restyling del soffitto della XIXa Sala conferenze dell’ONU a Ginevra è realizzato con Mesh Sheets, il prodotto più iconico della famiglia WOOD-SKIN che permette una totale libertà delle forme. Il soffitto di 1.000 mq è in legno Okumè, un’essenza nota per il disegno fiammato, il colore caldo e la sua leggerezza. Le caratteristiche di WOOD-SKIN hanno permesso di realizzare il concept dello studio Peia Associati ispirato a un susseguirsi di dune di sabbia che, in una prospettiva rovesciata, si contrappongono al cielo stellato delle nazioni sottostante. WOOD-SKIN si apre a nuovi orizzonti progettuali mediante la stretta collaborazione con l’architetto Giampiero Peia che ha portato a un risultato unico. La customizzazione del materiale hanno permesso di creare volumi e forme inedite, altrimenti impossibili da realizzare rispettando i vincoli strutturali di progetto.
WOOD-SKIN è una membrana semi-rigida che permette di realizzare movimentazioni complesse. Un sottile composito di legno e tessuti dello spessore di pochi millimetri che per opera della suddivisione del materiale in moduli e a una tassellazione della superficie, permette di creare il volume desiderato.
La grande superficie a soffitto è stata progettata attraverso appositi software di modellazione parametrica e software proprietari WOOD-SKIN. Questi, simulando virtualmente il comportamento di una membrana semirigida, hanno permesso di deformare a piacimento la superficie fino a ottenere le forme desiderate e stabilite dalle necessità tecniche, che permettessero il corretto cono di visibilità della proiezione, la rifrazione della luce e del suono, il posizionamento della luci e dell’impiantistica.
Lavorare forme così complesse con le tecniche tradizionali sarebbe stata un’operazione di difficilissima realizzazione, onerosa in termini economici e temporali. Grazie alle speciali caratteristiche di WOOD-SKIN, rivestimento flessibile e “digitale”, è stato possibile creare un composito in grado di adattarsi a tutte le esigenze. WOOD-SKIN è una superficie di nuova generazione nata dal parallelismo diretto tra la materia fisica e la sua versione digitale, che permette ad architetti e ingegneri di progettare la complessità, certi del futuro comportamento e dei limiti del materiale stesso.
Come spesso accade nei progetti che impiegano WOOD-SKIN, anche per il soffitto della Sala XIX si è partiti dal concept di una forma, le dune del deserto. Queste linee sinuose sono state discretizzate e suddivise in triangoli, geometria ricorrente per l’ottimizzazione di superfici complesse. Assieme ai progettisti sono state create numerose iterazioni del design del pattern, geometrie con un heritage culturale preciso, via via astratte per arrivare alla suddivisione attuale.
Le varie fasi della progettazione del grande soffitto free-form si sono succedute in modo fluido senza dover riprogettare le strutture retrostanti. WOOD-SKIN infatti si sostiene per mezzo di una serie di pendini, a valenza sia strutturale che estetica, il cui posizionamento e misura viene anch’esso definito via software. Una foresta leggera e invisibile di sottili cavi d’acciaio che, con una densità minore del 70% rispetto a un sistema tradizionale sorregge i 1.000 mq di controsoffitto, per un peso di 5 tonnellate.
WOOD-SKIN è un materiale estremamente leggero e non è stato necessario rinforzare le strutture esistenti della cupola per poterlo installare, anzi, l’attuale soluzione ha un peso di molto inferiore al progetto originario. Con Mesh Sheets di WOOD-SKIN si possono ottenere una moltitudine di forme (a triangoli per il soffitto, a strisce rettangolari per le pareti come in questa sala), dando la possibilità a ogni progetto, di essere unico e irripetibile nel dettaglio, ma anche di creare un continuum visivo e tecnico.
I pannelli, per merito della tecnologia WOOD-SKIN sono stati trasportati piatti fino al cantiere. Questa caratteristica, assieme alla leggerezza del materiale, ha permesso un’installazione facile e rapida, nonché di minimizzare l’impatto ambientale.
Per arredi, finiture e luci, assieme a WOOD-SKIN, hanno partecipato Matteo Grassi, Flos, Casalgrande Padana, Wallpepper. Tra i partner anche altre aziende europee e internazionali come Taiden/Media-Vision, Wilkhahn e Krion/Porcelanosa.