area 110 | expo 2010 shanghai

UBPA area in the zone E at the Shanghai Expo

Il Ministero dell’Ambiente è stato coinvolto nella preparazione di EXPO 2010 sin dal 2004. Nell’ambito del programma di cooperazione ambientale Italia-Cina abbiamo partecipato alle fasi preliminari della consultazione internazionale per l’identificazione dei temi e delle modalità di organizzazione di un evento “sostenibile”. In occasione della visita di Stato del Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi in Cina (settembre 2006) è stato affidato alla direzione Ricerca Ambiente e Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente il compito di avviare e realizzare un programma comune sui temi ambientali, attraverso la partecipazione al così detto tavolo tematico ambiente, con il Bureau del World Expo 2010. Dopo una verifica sulle possibili iniziative comuni, è stato concordato di concentrare le iniziative ambientali nell’ambito della Urban Best Practices Area (UBPA). Nel momento in cui è iniziato il dialogo con il dipartimento UBPA, il Ministero completava l’esperienza del progetto SIEEB – Sino-Italian Eco Efficient Building presso l’università Tsinghua di Pechino, uno dei primi edifici del suo genere in Cina ed aveva già avviato il progetto di cooperazione relativo alla costruzione dell’Environmental Conventions Building, il secondo edificio sino-italiano a Pechino progettato secondo le migliori pratiche di architettura “verde” e realizzato con le più avanzate tecnologie e materiali, al fine di massimizzare efficienza energetica e produzione pulita di energia e di ridurre drasticamente il consumo dell’acqua.
È per questo che il Ministero dell’Ambiente italiano è stato invitato ad offrire il proprio supporto per il recupero degli edifici archeo-industriali nell’area dell’Expo, utilizzando soluzioni eco-efficienti. Si stima che il settore dell’edilizia sia responsabile sino ad oltre il 30% del consumo energetico della Cina ed è quindi un settore importante in cui Ministero italiano ha finanziato progetti mirati alla promozione di buone pratiche di eco architettura e di ricerca e sviluppo di tecnologie di settore ad alta efficienza energetica. Tra questi, ad esempio, anche la micro cogenerazione distribuita per il riscaldamento e raffreddamento degli edifici – sviluppata in collaborazione con l’Università Tongji di Shanghai – ed in generale di progetti mirati alla produzione di crediti di emissione (in base ai così deti meccanismi CDM) nel settore delle costruzioni (vale anche la pena ricordare che in base ad un accordo con l‘Università Tongji e l’Expo Bureau di Shanghai una microturbina prodotta nell’ambito di questo programa alimenta il Padiglione Italia dell’Expo 2010). A fronte del contributo del Ministero, il Bureau ha selezionato con una procedura pubblica architetti e ingegneri italiani per la progettazione e supervisione dei Padiglioni dell’Area UBPA denominati B2 e B3-2; dato priorità alla fornitura di tecnologie innovative italiane e promosso la partecipazione delle città italiane nell’ambito della selezione internazionale gestita dal BIE. Il contributo del Ministero ha consentito, oltre alla progettazione italiana di due padiglioni finanziati in larga misura dal Bureau, la fornitura a spese del Bureau di tecnologie italiane “sostenibili” per la costruzione degli edifici, degli impianti energetici, dei sistemi di illuminazione, delle facciate.
Dall’orientamento geografico dell’edificio allo studio dell’illuminazione e la scelta di materiali e tecniche di rivestimento isolanti, questi edifici rappresentano un esempio di buone pratiche nel settore edilizio che è responsabile di enormi sprechi di energia ancora oggi anche in molti paesi industrializzati. In tal senso, il progetto di cooperazione risponde alla richiesta dei vertici del governo nazionale e locale di fare dell’Expo un evento “low-carbon”, con la speranza che il resto della Cina voglia seguire l’esempio degli organizzatori dell’Expo e di tutte le città rappresentate all’interno dell’UBPA per costruire delle società sempre più sostenibili e sempre più consapevoli degli impatti globali. Il Bureau of Shanghai World Expo Coordination, come concordato con il Ministero, ha sostenuto presso il BIE (Bureau International des Expositions) la partecipazione delle città italiane: su quattro città candidate, ne sono state selezionate tre Bologna, Milano, Venezia.
La direzione Ricerca Ambiente e Sviluppo Sostenibile del Ministero ha assistito le tre città sia nelle fasi di candidatura che nelle prime fasi della missione organizzativa presso UBPA.
Bologna e Venezia, le città che alla fine partecipano con un proprio spazio espositivo, all’interno del Padiglione B3.2 e del Padiglione B1 rispettivamente, sono indubbiamente modello in Italia e nel mondo, per le loro caratteristiche geografiche, culturali e di innovazione nel campo dell’urbanistica e della protezione del territorio e del patrimonio culturale.
Molte altre città italiane minori, tuttavia, pur non avendo le capacità di presentarsi in una vetrina mondiale come quella offerta dall’Expo di Shanghai, meritano di essere raccontate come esempio di un tipo di pianificazione che ha radici storiche millenarie ancora vive nel tessuto urbano ed anzi rinate, di secolo in secolo, con caratteri di innovazione e di adattamento alla globalizzazione ed alle sfide che essa comporta, garantendo sempre una qualità della vita tra le migliori al mondo. Lo spazio espositivo all’interno del Padiglione B2 riservato al Ministero dell’Ambiente è dedicato proprio alla presentazione delle esperienze di sostenibilità urbana di città italiane “minori”, selezionate attraverso una procedura pubblica. Le città che si sono candidate sono Cosenza, Lucca, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Salerno, Siena, Siracusa, Spoleto, Trieste. In questi centri urbani, alcune soluzioni innovative permettono una qualità della vita superiore alla media europea e mondiale, perché reinventano un vecchio ma saggio tessuto infrastrutturale, tipico della nostra storia e cultura, in chiave moderna e sostenibile.
È la prima volta che un’Esposizione Universale dedica un’area alle città individuali, un’innovazione in linea con il tema dell’esposizione di Shanghai, identificato con il motto “Better City, Better Life”. Si tratta di una scelta significativa e che riflette la consapevolezza globale dell’importanza della qualità della vita negli ambienti urbani, che sono riconosciuti come centri nevralgici delle civiltà e motore dell’economia di un paese. I grandi agglomerati urbani della Cina e del mondo, considerati luoghi di benessere o comunque di una qualità della vita superiore al punto da attrarre da sempre le migrazioni da aree rurali, attraggono naturalmente grossi investimenti in tecnologie ma devono essere oggetto di attenta pianificazione strategica perché queste siano utilizzate efficacemente per uno sviluppo sostenibile. Le città sono nuovi ecosistemi umani che contribuiscono in proporzioni significative alle emissioni responsabili dei cambiamenti climatici e allo stesso tempo sono tra le vittime più vulnerabili dei loro effetti. Nei grandi centri urbani vive oltre il 75% della popolazione mondiale, un secolo fa era meno del 10%; si stima anche che le attività industriali e commerciali nelle aree urbane rappresentino tra il 50 e l’80 % del Prodotto Interno Lordo in molti dei Paesi del mondo. Essi vanno protetti e salvaguardati assieme al patrimonio artistico e culturale per il benessere dell’economia di un paese e dell’intera società. Se si tiene conto per esempio solo degli effetti che l’inquinamento di una città o mega-città hanno sul resto del territorio e spesso anche oltre confine, non sorprende la corsa e l’impegno delle grandi città del mondo a prevenire e mitigare gli effetti negativi della crescita smisurata e incontrollata delle proprie infrastrutture stradali, industriali e commerciali. Lavorare sui trasporti sostenibili, uno degli altri temi su cui ha puntato e punta il Programma di Collaborazione bilaterale per l’Ambiente con la Cina è fondamentale almeno quanto lo è promuovere tecnologie e soluzioni di mitigazione degli sprechi energetici associati al settore edilizio. Il Programma di Collaborazione in corso con i Ministeri cinesi dell’Ambiente, della Scienza e Tecnologia e altre istituzioni governative ha promosso negli ultimi anni alcune delle soluzioni più innovative ed efficaci nel campo dei trasporti e dell’edilizia sostenibile. L’esperienza all’esposizione di Shanghai e dei Padiglioni dell’UBPA rappresenta una dimostrazione concreta che speriamo faccia da volano per altre iniziative simili e allo stesso tempo resti come esempio della creatività e del know-how dell’l’industria italiana nel settore dell’edilizia.

Corrado Clini è Direttore Generale del Ministero dell‘Ambiente e della Tutela del Territorio.