area 110 | expo 2010 shanghai

architect: Studio Archea

location: expo 2010 shanghai

year: 2010

Il padigione è, per richiesta dell’Expo, un semplice contenitore rettangolare di 78 per 28 metri, completamente libero al suo interno in modo da realizzare uno spazio neutro, privo di pilastri intermedi, in grado di accogliere gli allestimenti delle città che partecipano all’evento, scelte successivamente in Bologna, Shenzen e Seul. Poiché l’opera rientra nel programma di cooperazione tra L’Expo e il Ministero dell’Ambiente italiano, il progetto, affidato ad Archea come esito di un concorso ad inviti, ha trasformato l’ipotesi dell’involucro di derivazione industriale, il tema della scatola neutra, in un meccanismo di diffusione della luce naturale; lo spazio risulta così illuminato e irradiato durante tutto il giorno senza necessità di consumo di energia. La copertura è concepita come una struttura a shed, solcata da travi con struttura in acciaio rivestite in modo da costituire una sequenza di superfici riflettenti che diffondono zenitalmente la luce. La costruzione è pensata per consentire la riconversione e il recupero dell’edificio, disegnato per poter essere smontato e rimontato in altro luogo. L’intero manufatto è realizzato con struttura in acciaio e tecnologie a secco che permettono il recupero di oltre il 90% delle componenti utilizzate nella costruzione. Le pareti esterne di tamponatura sono realizzate e concepite come un muro di grande spessore e grande capacità termica, una stratificazione di layer che, dall’interno verso l’esterno, prevede la semplice applicazione di lastre di carton gesso forate da una teoria di finestre quadrate a dimensione variabile disposte obliquamente rispetto alla verticale. Una camera d’aria interna, pannelli metallici con interposte schiume pulioretaniche per l’isolamento termico e acustico sono ancorati alle collonne portanti realizzate con semplici profili ad “H”, una seconda camera d’aria contenuta nello spessore occupato dalla sottostruttura secondaria e la pelle esterna realizzata con telai di alluminio rivestiti in tessuto siliconico trasformano la scatola edilizia in una superficie morbida e vibratile. L’involucro, a metà strada tra lo spazialismo estroflesso di Castellani e le più recenti esperienze optical, rinuncia “obbligatoriamente” ad una competizione sul piano volumetrico con gli altri padiglioni espositivi definendo il proprio ruolo quale pausa o luogo di passaggio, piazza coperta, loggia resa percorribile attraverso la creazione di quattro grandi porte contrapposte ritagliate sulla superficie in modo da consentire un attraversamento che non interrompe il percorso lungo l’area delle Urban Best Practice.

Laura Andreini (Firenze1964), Marco Casamonti (Firenze 1965), Giovanni Polazzi (Firenze 1959), fondano nel 1988 lo Studio Archea a cui si associa dal 1999 Silvia Fabi. Gli interessi e le attività di ricerca dello studio muovono dal paesaggio alla città, dall’edificio al design e pur essendo prioritariamente incentrate sull’architettura, i progetti spaziano dalla grafica all’editoria o alla creazione di eventi nell’ambito del dibattito disciplinare contemporaneo. Lo Studio Archea ha partecipato a molti tra i più importanti concorsi e consultazioni nazionali e internazionali di architettura ottenendo numerosi riconoscimenti e premi. Nell’ambito dell’industrial design lo studio ha realizzato alcuni brevetti collegati alla progettazione di prodotti ed elementi in ambito illuminotecnico e dei materiali da costruzione quale l’ideazione del cotto ricomposto sviluppato e realizzato da due aziende leader nel settore dei componenti per l’architettura. Tale attività segue una intensa collaborazione con il mondo dell’industria delle costruzioni al fine di concretizzare una reale e fattiva sinergia tra cultura del progetto e cultura della produzione in grado di permettere allo studio di compiere un lavoro di sperimentazione e ricerca a partire dall’uso dei materiali. Attualmente nelle sei sedi, Firenze, Roma, Genova, Milano, Pechino e Dubai, lavorano circa ottanta persone tra architetti, designer, grafici, provenienti da diverse zone e università del mondo.