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Costruire con la terra è costruire tempo. Significa cioè costruire conservando memoria della natura, della materia prima. Se ci pensiamo bene tutti i materiali da costruzione provengono essenzialmente dal mondo minerale. Sono i processi industriali che trasformano la sabbia di silicio in vetro, i metalli in acciaio e che creano il cemento a partire da miscele di solfati, sabbia e ghiaia, modificando la loro struttura originale a condizioni estreme di pressione e temperatura. Si potrebbe dire che la terra crea tutta l’architettura. Parlare di architettura significa parlare di derivati di primo livello della natura: pietra, cementi e terre. Se riflettiamo sulle ragioni storiche per le quali sono stati utilizzati in architettura, vediamo che non si tratta di nulla di più che della loro disponibilità, della loro efficacia e della loro resistenza. L’architettura contemporanea ha trasformato ripetutamente le loro caratteristiche intrinseche sino a preferire preparati da costruzione che finiscono col rinnegare le proprie origini. I cementi sono economici, s’incontrano ovunque, sono stabili e fissi dal punto di vista meccanico, resistenti a variazioni di temperatura, pressione e umidità e sono inerti dal punto di vista termico. Se, tuttavia, gli viene sottratta la massa che è intrinseca alla loro conformazione originaria, questi magnifici vantaggi si perdono. Costruire con elementi privi di massa è stata, ed è, una delle caratteristiche dell’architettura moderna. E senza dubbio costruzioni di questo tipo richiedono complementi costruttivi idonei a conferirgli le necessarie condizioni di abitabilità e comfort, affidate alla tecnica di condizionamento. Si è andati in cerca di un’architettura leggera, fragile e senza massa, libera da vincoli allo scopo di scatenare la creatività formale e stilistica dell’architetto. E si è dimenticato che per l’architettura la materia e la sua messa in opera costituiscono la principale fonte d’ispirazione. L’architettura è intimamente legata a “come” si costruisce ed è a partire da questo che gli architetti inventano i loro sistemi. Le invenzioni più importanti nella storia dell’architettura sono state l’architrave, l’arco e il cemento precompresso. Furono portate alla luce grazie a studi che andavano alla ricerca di certezze maggiori e lo spazio architettonico ha fatto la sua comparsa proprio grazie all’effetto di queste scoperte. La costante evoluzione dell’architettura è perciò garantita dal desiderio d’innovazione tecnologica. Ma se dobbiamo cogliere una qualche verità non dogmatica – cosa che costituisce una necessità scientifica – si tratterà della condizione fisica della materia, della sua verità e, con ciò, della sua bellezza. Credo che l’architettura sia al di là di qualsiasi ragione, e che lo spazio sia la conseguenza di un processo complesso e magico di fluttuazione e incertezza guidato da logiche intuitive dettate da processi di trasformazione della materia. E costruire con elementi in pietra, con cemento, suppone un legame inscindibile tra Materia, Struttura e Spazio in cui gli elementi portanti tracciano lo spazio e divengono la sua espressione. Attraverso il medesimo sforzo, il medesimo atto e a partire dalla stessa idea. L’incontro tra Spazio, Struttura e Materia (ponendo gli elementi in questo nuovo ordine il risultato naturalmente si altera) è la visione più contemporanea dell’architettura. Per dare forma ad uno spazio abitabile questa sequenza richiede un equilibrio meccanico e termodinamico. E costruire con la terra equivale a tentare di comprendere il principio che la storia della scienza ci ha lasciato in eredità: rompere la catena della materia provocando una reazione, ordinarla in una nuova struttura, creare uno spazio. E’ fisica pura. Richiede molta energia e perciò molto sforzo. L’architettura è questo processo entropico.

Antón García-Abril, (Madrid, 1969) è architetto e professore associato presso la Polytechnic University di Madrid (E.T.S.A.M.-U.P.M.). Nel1996 ha ricevuto a Roma lo Spanish Academy Research Prize. Nel 2000 ha fondato Ensamble Studio ed attualmente è leader di un team di ricerca per l‘applicazione architettonica concettuale e la sperimentazione strutturale.