Where are my glasses? è il nome ironico e provocatorio di una collezione di tre vasi, Under, Single Lens e Double Lens, che combina vetro e metallo, colore e trasparenza, in un processo produttivo di grande armonia
Sperimentazione e creatività tornano protagonisti delle collezioni Venini con questo straordinario progetto firmato da Ron Arad.
Nella visione dirompente e vulcanica del designer, il vetro scopre nuove, ironiche e a tratti provocatorie espressioni formali. Così la tensione creativa spinge le tecniche di lavorazione della materia prima verso frontiere inedite, per dar vita a un progetto irripetibile.
Come è già accaduto nella lunga storia dell’azienda, ancora una volta, il gesto creativo si definisce nella sperimentazione estrema, libera da ogni stilismo e pregiudizio: un momento di assoluta intesa in cui i due protagonisti dell’opera d’arte, il designer e il maestro vetraio, si misurano nella ricerca di una perfezione unica.


Così, dopo Carlo Scarpa, Ettore Sottsass, Mimmo Rotella, Gae Aulenti, Massimiliano
Fuksas, Alessandro Mendini, Gaetano Pesce, Tadao Ando e Peter Marino, per citarne alcuni, il nome di Ron Arad va ad aggiungersi alla prestigiosa lista di artisti con cui Venini ha avuto il privilegio di collaborare.
L’energia sapientemente controllata della soffiatura della materia prima si alterna alla precisione della lavorazione manuale, per raccontare la capacità del vetro di tendersi nonostante la presenza di una matrice indeformabile, che ne contrasta l’espansione smisurata. Prende vita un ossimoro scultoreo, un’armonia tra la spontaneità delle forme e il loro delicato controllo.


L’estro geniale di Ron Arad ha invitato i maestri artigiani di Venini a soffiare il vetro all'interno degli occhiali, finché questi non ne fossero diventati una cintura quasi troppo stretta. Ecco il momento in cui la forma di ogni vaso Where are my glasses? si è concessa per sempre alla forza contrapposta della montatura, cristallizzandosi in straordinari pezzi unici.


Recentemente ho passato molto tempo a disegnare montature per occhiali, destinate a incorniciare le lenti di vetro. Sempre recentemente mi è capitato di dedicarmi alla soffiatura del vetro. Così, ho pensato di far incontrare questi due mondi”, racconta Ron Arad nello spiegare come è nata questa collezione. “Quando mi chiedono da dove nascano le idee, io rispondo che le idee sono ovunque: il problema non è trovarle, ma capire a quali dare la precedenza. Poi capita che un’idea, da sola, si faccia notare più delle altre e allora è impossibile ignorarla. In questo caso è stato proprio così”.
La collaborazione con Ron Arad riconferma l’unicità di Venini nel dar vita a progetti innovativi che, attraverso il design, valorizzino l’antica arte della lavorazione del vetro. Fin dalle sue origini, infatti, l’azienda ha puntato su questo binomio perfetto, contribuendo in maniera significativa alla cultura artistica contemporanea. I grandi designer trovano nell'esperienza della fornace uno straordinario stimolo creativo che consente di superare ogni regola, stilismo e confine progettuale; così da favorire il linguaggio sperimentale”, dichiara Carlo Longagnani, amministratore delegato di Venini.


Quella di Venini è un’eredità che si conserva grazie alle molteplici collezioni permanenti che hanno selezionato le creazioni firmate dalla vetreria: dal Metropolitan Museum al MOMA di New York, dalla Fondazione Cartier di Parigi al Victoria and Albert Museum di Londra. Non da meno è il museo Venini che, raccogliendo 45.000 disegni, 6.000 foto d'epoca e 4.000 opere d’arte, rappresenta il più prezioso archivio della vetreria artistica moderna e contemporanea.
Riconoscendo i valori dell’antica arte vetraria e l’importanza di tutelare il patrimonio manifatturiero rappresentato dalle fornaci, Venini conosce oggi una nuova straordinaria vitalità grazie a nuove collaborazioni con designer di fama internazionale e agli imponenti progetti per il contract, che riconfermano il ruolo dell’azienda come ambasciatrice nel mondo del made in Italy di qualità.