Proximars è la neonata startup nel settore dell’arte. In questo progetto palette di colori e codici programma lavorano in sinergia per creare qualcosa di assolutamente innovativo: la prima opera d'arte in serie, realizzata in creazione dal vivo tra uomo e robot.
La startup è un’idea di Luca Maitan, imprenditore nel campo degli impianti robotizzati di verniciatura e di Davide Vercelli, designer e direttore artistico, a cui si sono affiancati Simeone Maitan e Mattia Parola.
"I primi tentativi di realizzare quadri attraverso la tecnologia risalgono a quasi vent’anni fa quando ho avuto l’idea di progettare un nuovo strumento tecnologico per la produzione artistica - ha raccontato Maitan -. L’ambizione è di sviluppare un portafoglio di strumenti per offrire agli artisti modalità espressive non sperimentate prima”.
Fin dagli anni venti del secolo scorso, gli artisti hanno strizzato l’occhio alla tecnologia per realizzare le proprie opere. Ne è un esempio la serie Telephone Paintings di Lázló Moholy Naghy del 1922/23 in cui l’artista ungherese fece realizzare le opere trasformandole in una serie di istruzioni telefoniche. Oggi non si usa più il telefono e le istruzioni vengono inserite in un programma che comanda i movimenti di “Primus” un braccio meccanico che con la delicatezza di un pittore, traccia linee e definisce spazi seguendo il progetto dell’artista.
Il progetto, nato circa un anno fa, ha visto la sua prima realizzazione lo scorso mese di Maggio. Per il suo debutto si è scelto di collaborare con l’artista NO CURVES, uno tra i maggiori esponenti internazionali della Tape Art, una forma d’arte a sé stante che utilizza il nastro adesivo come strumento d’espressione.
L’artista, da sempre legato a tematiche futuristiche e conosciuto per il suo stile unico e geometrico, rappresenta la figura ideale per generare la perfetta sinergia con lo strumento tecnologico sviluppato da Proximars. È nato, così, “Andy_BOT” un’opera in serie che vuole essere un omaggio all’icona della Pop Art Andy Warhol e alla robotica
“Ho scelto di utilizzare Andy Warhol per il progetto Proximars perché ritengo che sia una figura transmediale nel mondo dell'arte - ha spiegato No Curves -: attraverso l’utilizzo di vari media e tecniche artistiche è riuscito a raggiungere il cuore dell’arte e del commercio a 360°. Nell’ultimo anno sto lavorando molto sulla figura di Warhol, e con questo progetto ho cercato di realizzare attraverso la robotica un suo ritratto che potesse funzionare non solo a nastro adesivo ma anche con una pittura tecnologica in serie mantenendo la precisione e la geometria che caratterizzano il mio lavoro”.
Serialità, matericità, vecchie e nuove tecnologie insieme. “Quello che stiamo facendo rappresenta il primo passo di un ecosistema in grado di seguire le richieste e le fantasie degli artisti. Il fine è di creare multipli “speciali”, in cui vi sia una importante matericità - ha specificato Davide Vercelli -: l’opera non è una semplice stampa o una serigrafia ma un lavoro in cui la creatività dell’artista e le potenzialità del mezzo sono integrate e cooperanti”.