Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

text by Enrico Molteni
Il fatto che l'Università degli Studi di Parma e la Fondazione Accademia dei Giorni Straordinari (AGS) si siano messi insieme a fare qualcosa che avrebbero potuto fare ciascuno per conto proprio è l'aspetto fondamentale che il progetto ha voluto manifestare in forme architettoniche. L'idea pedagogica su cui è basato il programma funzionale è fortemente innovativa, sia nell'integrazione tra una scuola pubblica e una privata, sia nella continuità educativa e nella contiguità con il polo universitario, come nell'unione delle diversità, secondo un principio di inclusività e trasversalità di saperi.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

I due edifici richiesti, uno destinato a Polo per l'Infanzia 0-6 (uno dei pochi esempi in Italia) -pubblico- e uno destinato all'educazione di ragazzi fragili in età preadolescenziale -privato- sono del tutto indipendenti. Ma, in questa diversità e necessaria autonomia, la concezione di fondo del progetto è stata quella dell'uguaglianza, tanto che l'architettura della Fondazione AGS e quella del Polo per l'Infanzia sono la stessa architettura. Due edifici in uno, identici e speculari. Come un Giano bifronte, misterioso dio romano con due volti. L'immagine del Giano bifronte, la sua duplicità e simmetria, ma soprattutto la sua unità e la sua indivisibilità sono stati da principio il riferimento concettuale più chiaro di questo progetto. Due volti, un sola testa. Optando per un approccio di adesione alla comunità del Campus di cui è parte integrante, comunità composta da persone e da edifici, il nuovo padiglione educativo è collocato seguendo la stessa griglia ortogonale, a 45° rispetto al nord, che ordina tutti i fabbricati esistenti. L'identità specifica del nuovo edificio è invece assicurata dalla sua espressione architettonica e materica, in legno, in contrasto con le architetture esistenti. I due corpi di cui è fatto sono rivolti su due lati opposti: il Polo per l'Infanzia, più protetto, verso il torrente Cinghio e la Fondazione AGS verso Giocampus, un'associazione sportiva integrata alla Fondazione AGS. Un percorso trasversale taglia l'edificio a metà, collegando il parcheggio all'area verde del Centro Universitario Sportivo.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

Esternamente l'immagine del polo didattico è quella conferita dal legno e dalla struttura. Il porticato, alto 5 metri e caratterizzato da esili appoggi lievemente inclinati, avvolge l'intera struttura senza dare luogo a fronti principali o gerarchie, secondo il principio della simmetria radiale che solitamente distingue un edificio pubblico da un edificio privato o di servizio. Limpianto planimetrico del progetto è composto da due quadrati avvolti dal portico continuo, a protezione delle facciate interamente vetrate. Un taglio di 12 centimetri separa fisicamente i due edifici. La composizione in pianta è fortemente geometrica, e fa uso di doppie simmetrie, di figure intere o sagomate, incastrate una all'altra: 72 spazi diversi per funzione e dimensione, tutti generati da una matrice comune di 360 x 360 x 360 centimetri e sottomultipli, tra loro complementari come in un incastro perfetto. Il padiglione è un puzzle.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

Internamente, ogni spazio si unisce in punti tangenti agli altri, e in questi punti si aprono le porte vetrate: la posizione di queste aperture permette di allargare lo spazio, lungo linee di enfilade visuali che uniscono l'intero edificio da una facciata all'altra, per 70 metri. Ogni spazio ha più di tre punti di apertura diversi, che consentono di amplificare la luce naturale, le viste, le relazioni d'uso in più direzioni. Le connessioni tra le aule e la hall, ma anche tra aule e aule, intendono definire un uso fluido e flessibile, il cui equilibrio tra parti cieche e parti trasparenti, tra pareti e porte permette di vivere lo spazio come spazio totale. Al centro, un perfetto spazio di forma quadrata.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

Fare un progetto è in sé un gioco di pazienza: un puzzle. Dare una forma a richieste e aspetti di diversa natura: struttura, impianti, finiture, funzioni, normative, clima, terreno, budget. Questi e altri aspetti si presentano come questioni isolate e autonome. Lo scopo del progetto si orienta invece verso la sintesi, verso l'insieme. In questa totalità, in questa forma finale, ogni pezzo, ogni elemento è necessario e indispensabile nel costruire il senso e la bellezza del tutto.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

L'edificio è concepito come unarchitettura interamente realizzata con sistemi costruttivi a secco, con struttura portante lignea costituita da travi-pilastri in lamellare e pannelli CLT per i solai, con grandi serramenti vetrati per i prospetti perimetrali. L'intera superficie di ciascun edificio è di circa 900 metri quadrati e si regge tutta su 4 pilastri centrali, circolari, e sui pilastri perimetrali, opportunamente controventati. L'inclinazione dei pilastri del portico, che aggiunge ulteriore superficie, funge da controvento, evitando le croci. Le partizioni interne sono in cartongesso, protette con un rivestimento fino da 75 centimetri in PVC grigio, in continuità con il pavimento. I controsoffitti acustici sono in fibra di legno. Nell'insieme l'ambiente è sobrio, naturale, luminoso, uno sfondo neutro e confortevole alle attività e alla presenza colorata e vivace dei ragazzi e dei bambini.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

In termini impiantistici, l'edifico è stato costruito secondo i criteri NZEB a elevata efficienza energetica, e raggiunge una classificazione pari a 22,45 kWh/m2 anno. Ventilazione meccanica mediante impianto canalizzato a soffitto, oscuramento con tende esterne motorizzate, riscaldamento invernale e raffrescamento estivo tramite pannelli radianti a pavimento, sistema di building automation, impianto con pannelli fotovoltaici per una potenza pari a 96 kWp, a copertura quasi completa dellintero fabbisogno energetico delledificio.

Marco Cappelletti, courtesy of Enrico Molteni Architecture

Il progetto paesaggistico si propone di fornire le condizioni per far sì che i bambini e i ragazzi possano esplorare e abitare i giardini come parte di un sistema verde più ampio. La siepe non è una barriera ma diventa un primo piano visuale in una sequenza che si dilata e si fonde con il bosco e il campus. Nel cortile centrale tra i due corpi separati, si fa presente, simbolicamente e fisicamente, la loro unione: lo spazio comune intorno al quale tutto si raduna. In questo centro l'uso simbolico del colore rosso diventa protagonista. Questo spazio pubblico è un'aula a cielo aperto, un luogo di scambio, di condivisione, di confronto, che si presta per accogliere eventi comuni, anche allargati alla comunità del Campus e all'intera città. L'edificio è stato realizzato in 310 giorni lavorativi, con 48 imprese, 4.500 presenze totali in cantiere e nessun infortunio.