Podere Cerreto, situato di fronte al Castello di Monteriggioni, è stato originariamente costruito nel XII secolo come torre di avvistamento militare al confine tra Firenze e Siena, il podere è stato trasformato nel XV secolo in una struttura agricola e successivamente in una residenza. Oggi, Podere Cerreto è diventato la sede di GESCO - Green Energy Center, un centro di innovazione focalizzato sull'energia rinnovabile e la sostenibilità. Questo progetto svela la memoria e le tracce di otto secoli di storia, aggiungendo un nuovo capitolo fortemente legato alla transizione ecologica e alle sfide future, ma in continuità e in intenso dialogo con quelli precedenti.

Podere Cerreto

Il progetto di ristrutturazione ha seguito tre principali concetti: tradizione, innovazione ed energia. In particolare, è stato preservato e valorizzato il legame storico con la via Francigena, che collega Canterbury a Roma e che oggi passa molto vicino, originariamente attraversava la proprietà, influenzandone la disposizione degli edifici. Un nuovo ingresso principale, con pavimentazione in travertino e lastre di acciaio Cor-Ten, rievoca questo legame, creando un dialogo tra passato e presente.

Podere Cerreto

Tutte le parti esterne e interne degli edifici sono state restaurate con grande cura, combinando il rispetto per la tradizione con soluzioni moderne. I materiali tipici della Toscana, come la pietra di travertino, le tegole e i mattoni in terracotta, sono stati arricchiti dall'uso di elementi contemporanei come l'acciaio Cor-Ten, l'acciaio calamina, la resina, la lamiera stirata, il legno e il vetro. Le tracce delle precedenti destinazioni d'uso, visibili sulle vecchie murature, sono state esaltate, con camini antichi, nicchie, archi, architravi e aperture originali lasciate in mostra. La solidità dei muri portanti è stata sottolineata, mentre le pareti non strutturali sono state sostituite da eleganti divisori in vetro.

La scala semi-ellittica, che si sviluppa su tutti i piani, simboleggia il flusso dell’energia in natura. Poiché le facciate degli edifici non potevano essere modificate per aumentare la luce naturale, lo spazio centrale della scala funge da pozzo di luce, canalizzando i raggi del lucernario verso gli uffici e i laboratori circostanti tramite aperture nelle pareti interne, contribuendo al risparmio energetico. Queste aperture, incorniciate in ferro calamina nero, si ripetono lungo tutto l'edificio: talvolta allineate per enfatizzare la profondità degli spazi, altre volte distribuite in modo irregolare, come le finestre originali sulla facciata esterna. Esse connettono i vari ambienti di lavoro e inquadrano con cura scorci interni e panorami, proprio come le finestre esterne incorniciano il paesaggio.

Una resina ruvida e texturizzata sul pavimento richiama il colore delle foglie degli ulivi che circondano l’edificio, unificando i diversi ambienti e creando un contrasto con alcuni “tappeti” di originali mattoni in terracotta recuperati in loco. Lo stesso materiale è stato utilizzato per la realizzazione di banconi e altri elementi d’arredo, in un costante dialogo tra passato e presente. 

Riutilizzare edifici esistenti è più sostenibile rispetto alla costruzione di nuovi, ma in Toscana edifici rurali di questo tipo, con spazi limitati e frammentati e piccole finestre, vengono generalmente riconvertiti in residenze o strutture turistiche. Questo progetto dimostra che possono essere adattati anche a funzioni contemporanee inaspettate, persino con programmi altamente specifici. 

Il progetto non si limita alla conservazione del patrimonio, ma integra soluzioni moderne per il risparmio energetico. I muri spessi dell’edificio eliminano la necessità di aria condizionata, mentre il sistema di riscaldamento a pavimento con pompa di calore geotermica ottimizza le prestazioni invernali. Grazie al pozzo di luce della scala e alle perforazioni nelle pareti, la luce naturale è stata incrementata nella maggior parte degli spazi interni, riducendo il consumo di elettricità per l’illuminazione, ottimizzata da un sistema di controllo.

Podere Cerreto

Questo progetto di ristrutturazione mira a stabilire un dialogo originale e sottile tra l’esistente e il nuovo, creando un linguaggio architettonico preciso. Tutte le tracce sulle pareti sono state rivelate, eliminando l’uso dell’intonaco. Sono rimasti solo i muri strutturali originali, mentre le pareti divisorie sono state sostituite con vetro. Il ferro ha mantenuto il suo ossido nero di calamina all’interno, mentre all’esterno è stato lasciato arrugginire. 

Podere Cerreto

Gli alberi sono stati considerati preziosi quanto gli edifici, enfatizzandone la presenza. Il colore della resina è stato ispirato dalle foglie degli ulivi. Sono stati raccolti e riutilizzati i materiali trovati in loco e selezionati materiali locali come la pietra di travertino e il legno di quercia. 

Podere Cerreto

Le finestre interne sono state realizzate in modo casuale per incorniciare viste specifiche, perché l’edificio, originariamente una torre di avvistamento, ha finestre esterne disposte in modo irregolare per inquadrare paesaggi precisi e punti di riferimento nei villaggi circostanti. Il taglio nel muro e la linea tracciata sul pavimento, diretti verso il Castello, richiamano il percorso della via Francigena, che originariamente conduceva proprio lì. 

Scheda progetto
Architecture & Interior Design: ZAG Architecture 
In collaboration with: studio O
Design Team: Cristiano Bianchi, Francesco Paparoni, Mattia Scaffei, Laura Figuccia, Enrico Ancilli, Effi Meridor, Anna Pipilis, Boentt Wang, Chloe Lambermont, Angelo Michele Pagano 
Structural Design: CME Studio - Cristiano Morini, Paolo Fusi 
Electric Design: Studio Giglioli 
HVAC Design: Gesco Energy
Lighting Consultant: Light Follows Behaviours 
Construction Company: L'Edilcostruzioni, Colle di Val D'Elsa 
Suppliers: XAL Lighting, Arper, LASA Idea, Centro Ceramiche, Alteresine, Maspero Ascensori, India Gonzato, Maraffon Infissi, Dinamo Digitale, Arredo 2 Ferro, Vellini Illuminazione, Marmi 2000, Icem