Superfici lisce, lucide, di stampo classico: sono questi i primi elementi distintivi che si notano in questo ambiente bagno, ma lo spazio, in realtà, ospita numerosi particolari celati alla vista ma ricchi di ricerca progettuale e di quotidiana utilità.

Il contesto è diffuso e frequente in Italia; lo spazio, infatti, è parte di un appartamento di una palazzina costruita negli anni Settanta, a Reggio Emilia. Distribuita su due livelli, la residenza è stata interamente ristrutturata nel 2011 dagli architetti dello studio Gariselli Associati. Filo conduttore del progetto è stata una particolare attenzione rivolta alle superfici, alla scelta dei colori e alla ricerca sui materiali, per dare uniformità stilistica all’intero appartamento, di circa 180 metri quadrati, e rispondere a precise necessità funzionali, come, ad esempio, scegliere colori chiari e superfici levigate per gli ambienti più piccoli, in modo da regalare luminosità agli spazi. E questo è proprio il caso del bagno ospitato nel secondo livello, mansardato, e, quindi, con un’ulteriore difficoltà nella progettazione.

Lo spazio disponibile era contenuto, di 9,5 metri quadrati, e ha reso necessarie alcune scelte progettuali trasversali e polifunzionali, in modo da riuscire ad ospitare non solo gli elementi fondamentali, dai sanitari alla doccia, ma anche una serie di accessori che arricchiscono l’ambiente. Alla prima percezione il bagno sembra semplice, definito dalla successione, in linea, di un lavabo e di una doccia ma, a una osservazione più precisa, si comprende che il monolito in marmo di Carrara, oltre a contenere un lavandino, nasconde la lavatrice e che alcuni pannelli girevoli fungono da schermo e nascondono a loro volta un vano per lo stenditoio e per la caldaia, oltre ad una zona usata per riporre i detersivi.  Anche la rastrelliera in acciaio spazzolato ha una seconda identità e può essere usata come spalliera per esercizi di ginnastica.

Proprio per le dimensioni ridotte dello spazio è stato necessario studiare gli arredi fissi e gli accessori nei minimi particolari: lo specchio è retroilluminato e la luce, oltre a filtrare dalla fascia satinata in alto, si irradia radente al muro per distribuirsi anche verso il lavandino. Il mobile in alluminio satinato, appeso sulla parete laterale, segue la geometria della specchiera e compone una fascia angolare, grazie anche all’anta a tutta larghezza.

Dal punto di vista tecnico, il lavandino in marmo ha il piano ribassato e inclinato, per agevolare lo scorrimento dell’acqua verso l’interno e la doccia viene chiusa da un’anta senza telaio in vetro acidato, materiale scelto per sottolineare la monomatericità e la continuità cromatica delle finiture. Le pareti laterali sono state rivestite in ceramica lievemente strutturata, di tonalità chiare e lucida, per rispondere alla richiesta di sottolineare un’astratta dilatazione degli spazi.

Dal punto di vista impiantistico, questo bagno occupa uno spazio che anche prima della riprogettazione ospitava la stessa funzione; tuttavia, poiché alcune pareti sono state spostate per rispondere alle nuove esigenze, l’impianto idrico è stato rifatto durate la ristrutturazione. La climatizzazione dell’aria è collegata all’impianto centrale della residenza, una caldaia climatizzante, del modello Unico Olimpia Splendid, collocata nella zona giorno.

 

Gino Gariselli, di Reggio Emilia, dopo una formazione tecnica ha sviluppato le proprie capacità attraverso l’autodidattica e la collaborazione con studi professionali; nel 1981 ha fondato il suo studio di architettura, grafica e design: Gariselli Associati. Sviluppa progetti che spaziano dall’architettura all’allestimento, dall’interior design al packaging, dalla ricerca sul prodotto alla grafica coordinata. I suoi progetti sono stati selezionati per diverse esposizioni internazionali, dal salone di Ginevra al Salone del Mobile di Milano, soprattutto nella sede del Salone Satellite.