area 122 | sustainable way

architect: gambardellarchitetti

location: Napoli, Italy

Strategia
Primavera 2009, un mio vecchio amico mi chiama e mi dice: “ti ricordi quando ti chiesi di ristrutturarmi la camera a casa di mia madre? Credo fosse il tuo primo lavoro, non eri ancora laureato. Era il 1984 e ti dissi che quando avrei fatto la mia casa avresti dovuto immaginarla insieme a me. Ora, dopo aver girato diverse città, il mio lavoro mi ha riportato a Napoli.
Ho comprato un attico nel palazzo della Galleria Umberto – il cuore della città- e vorrei che tu me lo disegnassi perchè possa ospitare me e la mia famiglia“. Così, una inconsueta giornata plumbea di fine aprile mi svela, al primo sopralluogo, uno spazio intricato. C’è una veranda aggiunta al bell’isolato di fine ottocento sormontato dalla famosa cupola della Galleria in ferro e vetro, una icona di Napoli a cui si aggiungono, nitidissimi, dal terrazzo e dalle stanze, i profili di Castel Nuovo, del Porto, del Vesuvio, della collina, del forte di Sant‘Elmo, tutti filtrati dai tetti del Palazzo Reale e del Teatro San Carlo. Un panorama sterminato fatto di tanti paesaggi, un moltiplicatore di scorci che – insieme a Simona Ottieri – ho subito pensato di fare entrare in collisione con la casa.
Il palazzo è protetto dal vincolo monumentale e dopo un profiquo confronto con la Soprintendenza, decidiamo di ricostruire la veranda aggiunta settanta anni fa sostituendola con una architettura contemporanea, un cappello metallico simile – per sagoma ed ingombro – al vecchio corpo verandato. Pensiamo, allora, a un copricapo sfaccettato come un diamante per riflettere la luce del sole dialogando a distanza con le formidabili presenze architettoniche di questo pezzo della città.
Di giorno doveva ricordare la “paglietta” di una commedia eduardiana.
Di notte, una collezione di luci puntiformi avrebbe restituito all’attico e al suo nuovo mondo di scale e ringhiere un tono pittoresco e fortemente napoletano.
All’interno, le scelte sono nette, un ambiente unico scandito solo da un setto centrale forma una vera e propria piazza poligonale di ingresso alla casa. La veranda si unisce a un cuneo che guarda sulla cupola. Il soffitto è un cassettonato bianco dalle forme a sasso. Si tratta di un grande bassorilievo per scandire la copertura dell’ambiente unificandola e permettendo a un vecchio sopraluce di trasformarsi in occhio aperto sull’azzurro.
Il tema è quello dell’alternarsi - tutto napoletano - tra superfici lisce, parti grezze e segmentate per restituire un senso di continuità con questa metropoli disegnata a ombre nette su piani mutevoli.
Allora la piazza poligonale è per metà rivestita in doghe di palissandro e nasconde armadi, depositi, scale mostrando una boiseire triangolare come il cono del Vesuvio col fuoco come un camino nella pancia del vulcano stilizzato.
Dietro questo mobile, occultato da una porta segreta, c’è un corridoio zigrinato con aperture a scomparsa come in un gioco di matrioske. La veranda metallica vorrebbe essere gentile come solo le architetture parassite a volte sanno essere tenendo compagnia all’edificio come un vezzo sorridente. Dentro è una serra vuota, in attesa di tavoli pieghevoli, chaise longue o solo di persone accovacciate a terra per guardare i profili della metropoli.
Energia e clima
Il tema centrale di funzionamento dell’attico è quello del contenimento dei costi energetici attraverso alcune mosse compositive che integrano fortemente le scelte bioclimatiche con quelle architettoniche.
In primo luogo l’integrazione del fotovoltaico con la forma della copertura è possibile attraverso una nuova struttura composta da quattro shed lineari in silicio disegnati in moda da essere schermati dal cappello metallico per non alterare la sagoma dell’edificio concentrando l’attenzione sulla forma della sola veranda esposta a sud est.
Questa funziona come un vero e proprio captatore energetico con gli shed apribili e con la visiera che protegge dal caldo quando il sole e alto e con le ampie superfici vetrate che in inverno consentono un serio apporto al riscaldamento degli ambienti che in aggiunta funziona anche con irradiazione a pavimento per abbassare i costi energetici.
L’oculo, al centro della piazza poligonale, funziona per favorire l’effetto venturi ed il raffrescamento naturale estivo degli ambienti.
Strutture e materiali
L’intervento di restauro delle antiche murature è eseguito senza uso di cemento armato con tecniche reversibili così come le strutture nuove sono in acciaio zincato e in pannellature di alluminio in modo da differenziare nettamente le aggiunte contemporanee dalla preesistente sagoma.

Cherubino Gambardella, Napoli, Febbraio 2012.