architect: studio wok
location: Milan, Italy
year: 2023
Pan nasce dalla volontà di creare una trasposizione fisica e materica dell’innovativo format del locale. E viene così descritto dallo studio wok, che ha realizzato il progetto architettonico e ha contribuito all'incontro tra Giappone e Milano in un locale situato nei pressi di Piazzale Susa.
Pan è una bakery, kitchen e wine bar, un locale di quartiere nato dalla collaborazione tra lo chef giapponese Yoji Tokuyoshi e Alice Yamada, con l’obiettivo di democratizzare la cultura giapponese.
La volontà primaria è stata quella di creare uno stretto rapporto con il quartiere; grandi vetrine in legno di castagno con imbotti esterne in lamiera zincata restituiscono alla città un nuovo fronte, rigoroso e prezioso. Le ampie vetrate proiettano gli ambienti interni del locale verso l’esterno, creando uno “spazio soglia” ibrido tra il domestico e l’urbano.
All’interno l’involucro è neutro e accogliente, un contenitore nel quale diventano protagonisti pochi elementi dal forte carattere come i due banconi che identificano le funzioni principali, panetteria e bar. Queste due anime sono ben definite ma al tempo stesso convivono in maniera fluida e naturale nello spazio: una lunga panca in legno corre internamente lungo la parete verso strada, quasi a collegare i due ambienti del locale.
Il bancone del pane emerge come protagonista appena entrati e ha nella panca esterna una sua anticipazione materica. Realizzato in pannelli di grigliato di vetroresina di colore verde è una piccola architettura che abita lo spazio e reagisce con la luce naturale. Il suo colore dialoga con la tinta sfumata dei noren, i teli a soffitto che creano un mondo tridimensionale sospeso, al tempo stesso presente ed effimero.
A far da fondale alla sala la parete che porta all’antibagno, realizzata con un telaio in legno sul quale sono fissati pannelli traslucidi in cellulosa pressata che anticipa una scatola monometrica verde dalla quale emerge l’elemento monolitico del lavabo, in pietra di Moltrasio.
La zona dedicata al bar vira invece su nuance più sobrie, che vedono il legno di castagno tinto di nero del bancone e gli inserti in acciaio inox i protagonisti. Un masso a spacco in pietra naturale, riporta l’equilibrio della palette materiali verso un’atmosfera quasi spirituale, celebrando la bellezza imperfetta e aggiungendo enfasi al rituale del riempimento dell’acqua.
Come nella cucina proposta dallo chef, anche nel progetto architettonico ci sono rimandi alla cultura nipponica, non letterali e lontani dagli stereotipi. La volontà è stata quella di aggiungere un layer per una chiave di lettura più profonda, senza che diventi troppo invasiva, lavorando sul concetto della qualità, sia nei materiali, sia nei dettagli.