In occasione del quarantesimo anniversario della firma dell’Accordo di Schengen, il 14 giugno 2025 è stato inaugurato in Lussemburgo il nuovo Museo di Schengen, insieme al rinnovato Battello Prinzessin Marie-Astrid Europa, luogo simbolico in cui nel 1985 venne firmato il celebre trattato. Alla cerimonia erano presenti S.A.I.R. l'Arciduchessa Marie-Astrid d’Austria, sorella maggiore del Granduca, e suo marito S.A.I.R. l'Arciduca Christian d’Austria, il Presidente della Camera dei Deputati del Lussemburgo, Claude Wiseler, il Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Estero del Lussemburgo, Xavier Bettel, il Ministro dell’Economia, delle PMI, dell’Energia e del Turismo del Lussemburgo, Lex Delles, il Sindaco di Schengen, Michel Gloden, la Direttrice del Museo di Schengen, Martina Kneip, e numerose personalità di rilievo nazionali e internazionali.

Il progetto espositivo permanente e multimediale porta la firma dello studio Migliore+Servetto in collaborazione con Karmachina e propone un percorso che accompagna i visitatori attraverso l’evoluzione del concetto di confine, ponendo particolare attenzione all’importanza storica, sociale e simbolica del Trattato di Schengen.

Schengen
©Andrea Martiradonna

Come spiegano Ico Migliore e Mara Servetto, il progetto nasce dal dialogo tra due spazi espositivi distinti ma interconnessi: il museo permanente e il battello storico. Il Museo di Schengen è stato concepito come organismo aperto, inclusivo e accessibile, capace di attivare memoria, emozione e conoscenza. Partendo dal tema “Borders”, lo spazio si sviluppa in modo borderless, sia sul piano architettonico che multimediale, con l’obiettivo di accogliere diversi pubblici attraverso livelli di lettura complementari e un’esperienza immersiva e multisensoriale.

Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche e comprende 19 installazioni fisiche e digitali. Il punto culminante è il “Cube”, cuore narrativo del museo: un’installazione immersiva e partecipativa, simbolo del superamento dei confini. La sua superficie composta da pattern di bandiere rappresenta visivamente i valori di unione e cooperazione, trasformando lo spazio in una torre infinita grazie a specchi e luci dinamiche. All’interno del Cube vengono raccontate testimonianze personali, provenienti da dentro e fuori lo spazio Schengen, in un finale emotivo e coinvolgente.

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©Andrea Martiradonna

Abbiamo immaginato il museo come uno spazio fluido e dinamico, un percorso esperienziale che culmina nel Cube: un elemento immersivo e simbolico che rappresenta il superamento dei confini, in tutte le sue forme. Il Cube è il cuore pulsante del progetto, che unisce testimonianze, linguaggi, culture e storie, portando il visitatore in una dimensione partecipativa e profondamente coinvolgente”, commenta Mara Servetto.

Il museo propone un percorso tra fisico e digitale che invita a esplorare il tema delle diversità e dell’integrazione con un approccio intuitivo, interattivo e anche ludico. Le quattro sezioni principali sono punteggiate da 19 installazioni multimediali diverse per forma e contenuto, in un racconto che si sviluppa in modo circolare e culmina nel “Cube”, fulcro narrativo ed emotivo del percorso.

Elemento iconico dell’allestimento, il Cube incarna il concept “senza confini”: un volume rivestito da un pattern di bandiere, simbolo di unione tra popoli, amplificato da giochi di specchi e luci che lo trasformano in una torre virtualmente infinita. All’interno, un’installazione coinvolgente raccoglie storie reali di chi ha attraversato i confini dello spazio Schengen, chiudendo la visita con una nota di forte impatto emotivo.

“Il Cube dimostra come le tecnologie possano mettersi al servizio della narrazione museale. In questo ambiente, come nella restante parte del percorso, il visitatore si trova al centro di un racconto emozionante e carico di significato” – aggiunge Paolo Ranieri di Karmachina. “La nostra attenzione si è focalizzata sul coinvolgimento del visitatore, vero protagonista del percorso espositivo. Grazie alla stratificazione di contenuti, il pubblico può interagire liberamente con le installazioni multimediali, esplorando l’evoluzione dei confini attraverso una linea del tempo interattiva, vestendo i panni di una studentessa desiderosa di entrare nell’area Schengen e lasciando un proprio contributo alla fine della visita”.

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©Andrea Martiradonna

Per rendere l’esperienza museale ancora più personale e coinvolgente, ogni visitatore riceverà all’ingresso una card con cui potrà attivare liberamente le postazioni digitali e selezionare la lingua preferita (tedesco, francese o inglese). Bambini e ragazzi saranno accompagnati da un booklet pensato per rendere il percorso accessibile anche al pubblico più giovane, attraverso un approccio giocoso. Il libretto, suddiviso in due versioni per fasce d’età (6+ e 10+), guida la visita ad alcune installazioni e racconta una storia ispirata ai temi dei confini e della libertà di movimento.

Illustrato da Michele Tranquillini, con testi a cura di Historical Consulting, il booklet è stato sviluppato da Migliore+Servetto – autori anche del graphic design – in collaborazione con Karmachina. Il nuovo Museo di Schengen accoglie inoltre una rinnovata area di ingresso che funge sia da Centro di Informazione Turistica sia da introduzione al percorso espositivo, con una zona dedicata al check-in.

©Andrea Martiradonna

Il progetto firmato da Migliore+Servetto in collaborazione con Karmachina comprende anche la riqualificazione e il riallestimento del battello Prinzessin Marie-Astrid Europa, storico luogo della firma del Trattato di Schengen. Pur mantenendo l’impianto originale, l’imbarcazione – segnata dal tempo e dall’uso – entra in dialogo con il nuovo Museo, diventandone estensione narrativa.

Al ponte superiore, materiali e finiture come tende e lampade rievocano l’estetica dell’epoca, integrandosi armoniosamente con installazioni e arredi contemporanei. Il ponte inferiore è stato invece ripensato come uno spazio flessibile e multifunzionale, capace di adattarsi a esigenze diverse grazie a configurazioni modulari.

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©Andrea Martiradonna

Il battello è stato completamente rinnovato e accoglierà nuove funzioni: uno spazio per conferenze, un’area per mostre temporanee, una lounge e una nuova installazione immersiva che racconta la firma dell’Accordo di Schengen. Cuore del percorso è la “Signature Room”, che offre ai visitatori un viaggio nel tempo, ricreando l’atmosfera del 1985 e lo spazio in cui i primi Paesi firmarono l’Accordo. Il battello si trasforma così in una macchina scenica itinerante, flessibile e coinvolgente, pensata per accogliere narrazioni sempre nuove.

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©Andrea Martiradonna

Il battello ormeggiato sulla Mosella non è solo una cornice storica, ma diventa una macchina narrativa in grado di muoversi, di attraversare territori e culture, incarnando lo spirito stesso dell’Accordo di Schengen: un’Europa senza barriere, in continuo dialogo”, concludono Ico Migliore e Mara Servetto.