Oltre un secolo di creazione automobilistica tra arte plastica e architettura al Museo Guggenheim Bilbao. L’esposizione “Motion. Autos, Art, Architecture” esplora i principali sviluppi tecnologici che dal mondo dell’industria automobilistica hanno sedotto negli anni artisti e architetti. Il concept e il design della mostra sono opera di Norman Foster, con Lekha Hileman Waitoller e Manuel Cirauqui insieme al museo e a un team dedicato della Norman Foster Foundation.
Ogni sala affronta un momento storico su cui convergono disegno industriale, arte e architettura. Quaranta tra le migliori automobili del mondo, alcune delle quali prestate per la prima volta da collezioni private, si susseguono nelle dieci gallerie tra dipinti di Andy Warhol e Le Corbusier, sculture di Constantin Brancusi e Umberto Boccioni: la sua “Forme uniche della continuità nello spazio (1913)” troneggia nella galleria Visionaries, tra tele di Giacomo Balla, prototipi unici come la Dymaxion Car #4 e l’Alfa Romeo Bat 7, a dimostrare l’esplorazione di forme radicalmente nuove legate alla velocità e al movimento da parte di artisti, designer e ingegneri, tra forme fluide e aerodinamiche. L’auto nella storia è trattata come il motore di una trasformazione radicale del paesaggio urbano e rurale, in grado di condizionare cambiamenti fondamentali degli stili di vita.

©Chiara Scalco

In occasione dell’inaugurazione della mostra a Bilbao, Lord Foster of Thames Bank (il titolo nobiliare a vita concesso dalla Regina a Norman Foster nel 1999), ha raccontato: “La mostra è una grande celebrazione della dimensione artistica dell’automobile. Radunando da tutto il mondo 40 tra le più belle e innovative auto mai disegnate, è stato possibile comunicare in modo non convenzionale la relazione tra i differenti aspetti del design, dell’arte, dell’architettura, della moda, della capacità industriale, del cinema, della fotografia, rompendo le regole e le tradizionali barriere. Questi sono grandi esempi di design industriale nel corso della storia e dimostrano il suo produttivo dialogo con le altre discipline. Il design ci circonda e possiamo coglierne ogni sua peculiarità”.

Il percorso espositivo al Museo Guggenheim Bilbao

BEGINNINGS

motion norman foster
©Chiara Scalco

La sala dedicata alla nascita dell'automobile esplora la transizione che porta dalle vetture senza cavalli disegnate specificamente per il cliente alla loro produzione in serie. La forma delle macchine evolve dal suo primitivo aspetto spigoloso, simile a una scatola, alle stilizzate forme aerodinamiche che presenta attualmente, ottenute grazie all'impiego delle gallerie del vento. Tali forme aerodinamiche furono anticipate dalle opere realizzate da artisti e architetti nei primi decenni del XX secolo e nell'automobile sono diventate il simbolo stesso della modernità. Nei suoi primi tempi di vita, l'automobile ha salvato le città dai cattivi odori, dalle malattie e dalla sporcizia provocati dai veicoli trainati da cavalli. Eppure, nell'attuale epoca di cambiamento climatico, ha assunto il ruolo del cattivo che inquina l'ambiente. Tuttavia, l'energia elettrica ha avuto una presenza dominante anche nei primi tempi dell'automobilismo. È stato incluso in questa esposizione un modello della Porsche Phaeton del 1900, dotato di motori elettrici nei mozzi delle ruote, un concetto considerato rivoluzionario quando fu incluso nel primo veicolo elettrico della NASA che perlustrò la superficie della Luna. E oggi ci troviamo alle soglie di una nuova rivoluzione elettrica.

SCULPTURES

motion norman foster
©Chiara Scalco

Al principio degli anni Cinquanta, Arthur Drexler descriveva le automobili come “sculture vuote con ruote”. In questa sala della mostra Motion sono giustapposte quattro automobili, tra le più belle del Ventesimo secolo, alle sculture di due dei più grandi artisti dello stesso periodo: Figura distesa di Henry Moore, definita dalle sue dolci curve, e il colossale mobile di Alexander Calder 31 gennaio, caratterizzato dal suo movimento incessante e fluido. Ciascuna di queste automobili si distingue per l'eccellenza tecnica - due di esse sono considerate come i veicoli di serie più veloci della strada -, ma qui viene rimarcata soprattutto la bellezza delle loro linee fluide. Al pari delle grandi opere d'arte, la Bugatti Tipo 57SC Atlantic, la Hispano-Suiza H6B Dubonnet Xenia e la Pegaso Z-102 Cúpula assumono un valore eccezionale come edizioni limitate destinate agli intenditori. Anche la Bentley Serie R Continental, pur se fabbricata in serie, è stata prodotta solamente in circa 200 esemplari. La forte analogia tra le case automobilistiche e i laboratori d'arte si riflette nelle carrozzerie di queste vetture, modellate una a una da artigiani che hanno piegato il metallo a mano per creare le loro curve composite. L'Atlantic, creata da Jean Bugatti, era legata a una famiglia immersa nel mondo dell'arte e dell'architettura da diverse generazioni. Con l'automobile, è presentata qui la scultura Pantera in agguato, opera dello zio di Jean, l'artista Rembrandt Bugatti.

POPULARISING

motion norman foster
©Chiara Scalco

I tentativi di produrre una “macchina del popolo” moderna, affidabile e alla portata di tutti sono i protagonisti della sala. Il processo ebbe inizio negli anni Trenta, con l'affermarsi delle fabbriche a livello nazionale, spesso marcato da connotazioni politiche. Dopo la Seconda guerra mondiale, durante un periodo di ripresa economica e carenza di forniture, l'automobile divenne il simbolo di rigenerazione e di orgoglio nazionale. Le limitazioni di dimensioni, costi e disponibilità di materiali imposte dall'austerità del dopoguerra non intaccarono la creatività dei designer; al contrario, funsero da sprone per fomentare l'innovazione e l'ingegno, e per riuscire a fare di più con meno. L'arte e la moda dell'epoca si fusero con il fascino che la mobilità risvegliava nelle masse. Esempio di questa tendenza sono l'Austin Mini e la minigonna Op Art, oltre al logo disegnato da Victor Vasarely per Renault. Le automobili esposte, come il Maggiolino e il VW Microbus, sono esempi di come aziende come la Volkswagen hanno reso possibile la democratizzazione dell'automobile. Durante quest'epoca, la proliferazione di veicoli compatti in Europa e dei loro parenti di maggiori dimensioni negli Stati Uniti amplificò l'impatto delle automobili nel paesaggio urbano e rurale dei due continenti.

SPORTING

motion norman foster
©Chiara Scalco

Durante gli anni di benessere economico del dopoguerra, negli anni Cinquanta e Sessanta, le esigenze tecniche delle gare, soprattutto nella Formula 1, accrebbero ancor di più il divario tra il design di macchine "da corsa" e "da strada", arrivando a definire due diverse discipline. Il mercato delle automobili "sportive" ad alta velocità si espanse e i fabbricanti adottarono la tecnologia dei loro omologhi da corsa. I cinque esempi selezionati per la mostra sono, ognuno a suo modo, una gioia per gli occhi, a prescindere dal fatto che siano nati o no come veicoli per correre su strada o in un circuito chiuso. Nel loro design convergono arte e moda per soddisfare la voglia di velocità e di avventura; sono oggetti della cultura contemporanea desiderati e pieni di glamour. Gli esempi più emblematici hanno proiettato la loro possente immagine sui grandi schermi, rubando il protagonismo alle stelle di Hollywood. Queste automobili furono ritratte come oggetti di culto da artisti come Andy Warhol e da scenografi come Ken Adam. Durante la sua vita, l'architetto Frank Lloyd Wright collezionò più di ottanta auto, e alcuni modelli classici sono inclusi in questa esposizione. Automobile Objective, il suo progetto qui in mostra ideato nel 1925 per Gordon Strong, non fu mai realizzato ma rappresenta il primo uso architettonico di una rampa a spirale, elemento che in seguito sarà fondamentale per la concezione del Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

VISIONAIRES

©Chiara Scalco

La galleria Visionaries parte dalla metà del Ventesimo secolo: il terreno per l'arrivo di veicoli utopistici era già stato spianato e artisti e designer si sono dedicati all'esplorazione di forme radicalmente nuove legate alla velocità e al movimento. Molti di essi hanno preannunciato le possibilità del futuro della guida, anticipando i tempi. Con lo stimolo del desiderio di andare sempre più veloci, le automobili trascendono i limiti della tecnologia del motore e delle forme aerodinamiche, sotto la spinta delle nuove tecnologie delle turbine, dei motori a reazione, dell'energia nucleare e dell'automatizzazione. Questo spazio rende omaggio a uno svariato gruppo di veicoli lungimiranti e ai loro designer, esaltando la bellezza delle forme fluide e i loro esiti in materia di aerodinamica. Le automobili sono esposte assieme a opere di alcuni rappresentanti del futurismo, artisti affascinati dal movimento e dalla velocità, tra le quali si staglia “Forme uniche della continuità nello spazio (1913)” di Umberto Boccioni, con il vestito bronzeo che fluisce come all'interno di una galleria del vento. Esistono affinità visive tra i dipinti futuristi di Giacomo Balla e le macchine realizzate come prototipi unici, esemplificate nella sala da tre modelli degli anni Cinquanta della General Motors, che sono esposti insieme per la prima volta in Europa. In quel decennio furono concepite anche immagini di auto senza conducente, allora visioni da fantascienza, che oggi sono molto più vicine alla realtà. La visione utopistica del design di automobili si riflette nell'arte e nell'architettura del capolavoro moderno di Eero Saarinen: il Centro tecnico della General Motors, che è stato definito come una “Versailles industriale”.

AMERICANA

motion norman foster
©Chiara Scalco

In nessun altro luogo si è sentito l'impatto dell'automobile come negli Stati Uniti. La macchina ha configurato la loro economia, il paesaggio e gli spazi urbani e suburbani, e ne ha definito la cultura popolare. Gli Usa sono stati il primo Paese a percepire i benefici dell'uso di massa di automobili private e, al contempo, a dover affrontare le conseguenze ambientali di una società fondata su tali mezzi, che risente dell'isolamento sociale e dello sfinimento generato dall'andirivieni quotidiano da casa al lavoro e dal lavoro a casa. Il romanticismo della strada, il viaggio attraverso gli immensi spazi aperti del continente e il loro interminabile orizzonte sono emblemi della cultura statunitense, con i tradizionali diner e benzinai on the road. I viaggi sull'asfalto sono protagonisti di fotografie, dipinti, musica e trattati letterari dal New Deal degli anni Trenta fino a oggi. In questa sala si viaggia attraverso l'obiettivo delle macchine fotografiche di Dorothea Lange, Marion Post Wolcott e O. Winston Link, contemplando i dipinti di Ed Ruscha e Robert Indiana. Si ammira anche il contrasto tra la precisione di una scultura di Donald Judd e le vestigia automobilistiche schiacciate di un'opera di John Chamberlain.
La gamma di automobili qui esposte mette in rilievo i contrasti tra una gigantesca berlina di lusso, con stravaganti alettoni posteriori, una tipica auto sportiva ad alta potenza, un bolide truccato dai colori sgargianti e una jeep pensata per la guerra e caratterizzata dalla sua sobria funzionalità.

FUTURE

motion norman foster
©Chiara Scalco

L'ultima parte dell'esposizione "Motion. Autos, Art, Architecture" è dedicata al lavoro di una giovane generazione di studenti, che sono stati invitati a immaginare come sarà la mobilità sul finire di questo secolo, momento che coinciderà con il bicentenario della nascita dell'automobile. Si chiude così il cerchio del percorso espositivo, affrontando le stesse difficoltà sperimentate dagli inventori della macchina oltre cento anni fa: la congestione urbana, la scarsità di risorse e l'inquinamento - il tutto esacerbato attualmente dal cambiamento climatico - e presentate ora in una proiezione di futuro. Alle sedici scuole internazionali di design e architettura selezionate, ubicate in quattro continenti, è stata data totale libertà per condividere la loro visione sul futuro della mobilità. Le loro proposte sono mostrate in questa sala attraverso modelli, audiovisivi, rendering, disegni e opere scritte, in cui si riflette la collaborazione nata tra gli studenti e diversi membri del settore industriale, designer, artisti e architetti. Questa sala è stata realizzata in collaborazione con AIC-Automotive Intelligence Center.

Motion. Autos, Art, Architecture by Norman Foster
Guggenheim Museum Bilbao
8 aprile - 12 settembre 2022